L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Unione Musicale stagione 2016-2017

Che stagione è mai questa?

(Il conte d’Almaviva, Le nozze di Figaro, atto III)

Un centinaio di appuntamenti, decine di artisti e di gruppi musicali, repertori variegati, dagli autori più classici alle rarità: questa è la stagione Unione Musicale per il 2016-2017. Per non perdere l’orientamento rimangono alcune serie ormai più consuete, ma se ne aggiungono anche altre più tematiche e specifiche. Ecco allora un piccola bussola per la navigazione.

Grandi interpreti. Ci sono, sono quelli più amati; molti lo sono diventati nel tempo proprio sul nostro palcoscenico. Qualche nome? Katia e Marielle Labèque, András Schiff, Maria João Pires, i King’s Singers, Leonidas Kavakos, Yuja Wang, Salvatore Accardo, Mischa Maisky, Quartetto Emerson, Joshua Bell, Giuliano Carmignola, Mario Brunello, Grygory Sokolov.

Grandi interpreti da scoprire. Qualcuno, a dire il vero, la scoperta l’ha già fatta da un po’: due dei tre migliori trii italiani con pianoforte (Trio Johannes e Trio di Parma, anche con Alessandro Carbonare; il terzo è il Trio Debussy, anima dei nostri progetti tematici al Teatro Vittoria); Benedetto Lupo, straordinario talento pianistico italiano; Natalia Prishepenko, Patricia Kopatchinskaja, Isabelle Faust e Sonig Tchakerian, ad arricchire ulteriormente una stagione violinistica stellare; cinque assi (Rizzi, Pieranunzi, Braconi, Fiore e Bronzi) per la gioia pura di far musica da camera; Khatia Buniatishvili, ineditamente con la sorella Gvantsa al pianoforte.

Voci meravigliose. Anna Caterina Antonacci, signora del nostro canto, per una incantevole serata francese; giovani voci del Conservatorio di Milano, per il Mahler di un Corno del fanciullo pieno anche delle meraviglie di Controluce; Ian Bostridge, anche con il corno altrettanto meraviglioso di Alessio Allegrini, per Schubert e il “suo” Britten; Regula Mühlemann, con Umberto Benedetti Michelangeli per una bella carrellata di arie mozartiane; Stéphanie Varnerin, con l’Astrée per un omaggio a Cesarini; la nostra Schubertiade, che fa altri tre passi avanti verso l’esecuzione integrale dei Lieder con Laura Capretti, Christian Chiggiato e Mauro Zanchi, con Kimberley Boettger-Soller e Melissa Gore, con gli stessi Valentina Valente ed Erik Battaglia, alla cui tenacia appunto la Schubertiade dobbiamo; le voci recitanti, Olivia Manescalchi in primis, anima teatrale delle attività al Teatro Vittoria, e un volto noto del teatro e della televisione, Tullio Solenghi.
Tantissimo Mozart. E tantissimi altri cicli, qualcuno che va, qualcuno che viene.

Si conclude l’avventura del Quartetto di Cremona all’interno delle opere mozartiane, e un pugno di eccellenti pianisti formatisi nel Conservatorio di Torino ne continuano l’esplorazione pianistica, anche a quattro mani (Claudio Berra, Michela De Nuccio, Mirko Bertolino, Gianmarco Moneti, Alessandro Boeri, Matteo Catalano, Edoardo Momo, David Irimescu). Due orchestre (Age of Enlightenment, Mantova), due soliste (Faust, Tchakerian), due modi di suonare, due storie interpretative, per il gruppo dei concerti per violino e orchestra.

Monteverdi: il grande capolavoro isolato, il Vespro della Beata Vergine, e l’avvio dell’esplorazione dei madrigali con Les Arts Florissants, partendo dai libri cremonesi.

Beatrice Rana e il Quartetto Modigliani concludono il ciclo dedicato a quartetti e quintetti di Schumann; Salvatore Accardo (in sestetto per Souvenir de Florence) quello dedicato a Čajkovskij. Parigi, o cari, ritroveremo, con un omaggio al genio novecentesco di Pierre Boulez, i salotti di Madame von Meck e della principessa di Polignac, e la funzione centripeta della capitale francese.

Giovani alla ribalta. Tantissimi, nei progetti già citati, ma in particolare il Quartetto Stratos (con pianoforte), Julia Hagen, doppiamente figlia d’arte al violoncello, con la nostra Chiara Opalio, i giovanissimi dell’Orchestra Suzuki, per un ricordo di Gaspar Cassadò nel cinquantesimo dalla morte, il Trio d’archi Quodlibet e i pianisti Mishka Rushdie Momen, Lukas Geniušas e Davide Cabassi.

Tanti concerti a tema. Le ultime sonate del Classicismo con Schiff; Shakespeare, con La maschera di Amleto e la Venezia di Shylock; esotismo e mitologia nel regno francese dei Luigi; otto stagioni (Vivaldi e Piazzolla) e quattro musicisti (Bandini, Chiacchiaretta e Cerrato Brothers) per un unico viaggio temporale e atmosferico; la disfida tra viola da gamba (Vittorio Ghielmi) e violoncello (Enrico Bronzi), tra Francia e Italia, tra Marais, Geminiani e Vivaldi.

Ancora qualche chicca, qua e là. Un gruppo di solisti di una delle più grandi orchestre del mondo (Royal Concertgebouw di Amsterdam), e le giovani prime parti delle più grandi orchestre riunite nella Spira Mirabilis, per eseguire e presentare la Quarta sinfonia di Johannes Brahms; un quartetto di sassofoni (Signum) che suona come un quartetto d’archi.

Sinite parvulos. Per il nostro futuro abbiamo messo in campo un vastissimo spiegamento di forze: oltre a una ventina di proposte per le scuole di ogni ordine e grado, laboratori musicali da 0 a 24 mesi (Ateliebebè. Primi suoni con mamma e papà), da 18 a 36 mesi (Noteingioco. Divertirsi con la musica) e una vera stagioncina di spettacoli musicali per famiglie (Raccontami una nota. Favole musicali per famiglie), confidando che a mamma e papà, o a zia e zio, o a nonna e nonno, punga magari vaghezza di venire anche per conto proprio nella magica meraviglia della nostra stagione musicale.

Giorgio Pugliaro
direttore artistico

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