L’Ape musicale

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La prima volta di Die Fledermaus alla Scala

Il capolavoro di Johann Strauss II arriva al Piermarini con la direzione di Cornelius Meister, la regia di Cornelius Obonya con Carolin Pienkos, la coreografia di Heinz Spoerli

e un cast formato tra gli altri da Eva Mei, Giorgio Berrugi, Peter Sonn e Markus Werba.

Paolo Rossi interpreta il carceriere Frosch.

Soggetto

L'operetta in breve

Biografie staff creativo

Biografia Cornelius Meister

Biografie cantanti

Biografia Paolo Rossi

Non una semplice operetta: Die Fledermaus, composta nel 1874 da Johann Strauss, è piuttosto il superamento di un genere che la sua prosecuzione, e rappresenta un autentico caposaldo del teatro musicale del XIX secolo che incredibilmente non è mai stato eseguito alla Scala fino a oggi. Die Fledermaus sarà in scena per otto rappresentazioni tra il 19 gennaio e l’11 febbraio 2018 con la direzione di Cornelius Meister (in sostituzione di Zubin Mehta, che aveva fortemente voluto questo progetto ma ha dovuto rinunciarvi a causa di un’indisposizione), la regia di Cornelius Obonya e Carolin Pienkos, la coreografia di Heinz Spoerli e Eva Mei, Daniela Fally, Elena Maximova, Giorgio Berrugi, Peter Sonn e Markus Werba nelle parti principali. Il personaggio parlato del carceriere Frosch sarà interpretato da Paolo Rossi.

La prima de Die Fledermaus apre un anno ricco di titoli nuovi o da lungo tempo assenti dal palcoscenico della Scala: basti ricordare la prima assoluta di Fin de Partie di Gyorgy Kurtág, le prime volte alla Scala di Fierrabras di Schubert e di Orphée et Euridice, versione francese dell’Orfeo di Gluck, oltre ai ritorni di opere legate alla storia del nostro Teatro ma assenti da decenni: dopo l’Andrea Chénier di apertura che mancava dal 1985 ricordiamo almeno Francesca da Rimini (assente dal 1959), Il pirata (dal 1958), Alì Babà (dal 1963) e La finta giardiniera (eseguita nel 1971 alla Piccola Scala).

Die Fledermaus fu composta nel 1874, in una situazione di crisi politica e finanziaria per la città di Vienna. A pochi giorni dalla trionfale inaugurazione dell’Esposizione Universale di Vienna nel parco del Prater il 1° maggio 1873, la borsa era crollata generando una delle più gravi crisi finanziarie del secolo, cui si aggiunse un’epidemia di colera. La drammatica situazione della città aveva tra l’altro sensibilmente ridotto l’affluenza del pubblico nei teatri. Per questo il condirettore del Theater an der Wien Max Steiner aveva pensato a una nuova produzione di forte impatto e aveva acquistato i diritti della commedia Le réveillon (1872) di Meilhac e Halévy, i librettisti di Offenbach (ma anche della Carmen di Bizet e della Manon di Massenet), che aveva riscosso grande successo in Francia. Dopo un primo tentativo di farne una pièce teatrale in tedesco, a cura del drammaturgo Hans Haffner, Steiner chiese al direttore d’orchestra Richard Genée di adattare il testo per una versione musicale da affidare a Johann Strauss. Strauss lavorò alacremente componendo la maggior parte della partitura in quarantadue giorni, e Die Fledermaus andò in scena il 5 aprile 1874. Si trattava di un lavoro radicalmente nuovo per Vienna: non più una semplice operetta ma una partitura ricca e complessa con parti di notevolissimo impegno vocale per i protagonisti. Nella rutilante girandola di ritmi di danza emerge in filigrana la determinazione a divertirsi e dimenticare le difficoltà del reale, anche per breve tempo, grazie alle feste, allo champagne, alle maschere, con un atteggiamento pieno di disincanto.


 

 

 
 
 

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