Mario Martone
MOZART NOUVELLE VAGUE
Questa di Nozze di Figaro è una produzione di ormai dodici anni fa, ma, al pari di quelle di Così fan tutte e di Don Giovanni, continua a vivere con una freschezza che ogni volta mi sorprende. Merito certamente di Raffaele Di Florio e di Anna Redi, che la riprendono non solo con la cura necessaria ma soprattutto con lo slancio vitale di cui queste opere di Mozart e Da Ponte hanno bisogno. <palign="JUSTIFY">Le immagino come fossero film della Nouvelle Vague. Queste opere non rappresentano la vita, esse sono la vita. Perciò gli spettatori non vedranno che una scena unica (nel caso di Nozze, un grande tavolo e una scalinata sul fondo): perché è sul pulsare dei cantanti che ho costruito la regia, cercando di far sentire al pubblico il loro respiro. Per questo li ho avvicinati avvolgendo l’orchestra con due bracci. Per questo non ho sentito il bisogno di trasferire la vicenda fuori dal suo tempo storico. Ogni ripresa è un nuovo spettacolo, perché ogni cantante vive diversamente il personaggio. L’età, l’aspetto fisico, il temperamento, l’allegrezza e la malinconia, tutto ai cantanti viene chiesto di mettere in gioco in questo spettacolo. Una grande cerimonia collettiva che abbraccia cantanti, musicisti e spettatori perché, abbandonandosi alla musica di Mozart, possano sentire insieme che quelle note sublimi parlano ancora di noi.