L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Dar Voce ai cantanti

ORFEO TRA BIOCAPITALISMO E PROPRIETÀ INTELLETTUALE.

L’INTERPRETAZIONE VOCALE FRA ETICA ED ESTETICA.

A cura di Lisa La Pietra

Università Ca’Foscari – Venezia

 Programma completo in pdf

È prevista per il 31 maggio dalle 10 alle 19, presso la Sala Morelli dell’Università Ca’ Foscari di Venezia una giornata di studi dedicata interamente alla Voce e a quanti aspetti ne stiano mutando.

A chiamare a raccolta filosofi, cantanti, musicologi, direttori di coro e psicologi è stata una giovane dottoranda dell’università Paris 8 laureata in Ca’ Foscari e già affermata come interprete vocale di musica contemporanea della sua generazione. Si chiama Lisa La Pietra (31 anni) e afferma : « Vorrei che I cantanti avessero veramente  Voce. La pluralità di linguaggi che ha caratterizzato il secolo passato si sta risolvendo in una nuova fase di cambiamento; un cambiamento antropologico che tocca la dicotomia sensoriale uditivo/visiva e di conseguenza la percezione neurofisiologica della proporzione voce/suono. Questo condiziona il nostro modo di ascoltare e, di conseguenza, di riprodurre il suono. In un momento storico nel quale le forme di comunicazione sono sempre più imbricate all’evoluzione tecnologica si corre il reale rischio di una subalternità dell’uomo alla tecnologia e di un inversione dei tradizionali rapporti tra soggetto e oggetto » e poi aggiunge la ccuratric : « Tale condizione, marcata dalla perdita di controllo dell’uomo sui propri strumenti d’espressione, si riflette inevitabilmente sulla vocalità e sulla scrittura musicale, spingendo compositori e interpreti a ricercare nuove forme espressive, una nuova relazione tra tecnica del Bel Canto e le « Extended vocal tecnics ». Così facendo, definiscono allo stesso tempo il ruolo dell’interprete nella società ».

È almeno da Platone che il pensiero occidentale ruota attorno ai due binomi natura/ cultura e corpo/mente, entrambe fondamentali, ancora oggi, al momento di studiare la realizzazione artistica, in specie quella dello strumento-cantante. All’essenzialità di tale doppio binomio, il pensiero del novecento ha aggiunto, di pari passo con lo sviluppo della società di massa e del consumo, altri concetti quali i «Non luoghi» 1 ,la «Liquidità» 2 e la «Riproducibilità tecnica»3, accomunati dalla presa di coscienza dell’ alienazione causata dalla duplice morsa che il sistema di produzione esercita sull’ individualità umana e sulla sua natura sociale. Su un altro versante, in modo più ottimista, Peter Ferdinand Drucker, ha sviluppato il concetto di economia della conoscenza quale nuovo modo d’intendere il processo sociale e la stessa evoluzione storica. Come scrive Leonello Tronti:

Nelle economie moderne (ma, probabilmente, con diversa intensità in tutte le economie) l’elemento strategico fondamentale, il vero fattore competitivo, la vera materia prima non è tanto la dotazione di risorse quanto la capacità di utilizzarle. Capacità che possiamo sinteticamente definire con il termine di “conoscenza”. Sarebbe di grande interesse trattare approfonditamente il modo in cui civiltà antiche come l’Egitto, la Grecia classica, Roma, la Cina imperiale ecc. si sono affermate grazie alla loro capacità di utilizzare le risorse a loro disposizione meglio delle concorrenti, ugualmente o addirittura meglio dotate sul piano materiale.4

L’economia della conoscenza è dunque quel processo che si rispecchia nella capacità di ogni singolo di riconoscere la propria intelligenza e saperla applicare non solo su se stesso, ma anche su quelli che vengono denominati desideri «socialmente desiderabili». In tale processo si riconoscono due fasi fondamentali, non necessariamente legate da un criterio comune: la trasformazione dell’informazione in conoscenza, e la trasformazione della conoscenza in saggezza. Più alto è il livello di consapevolezza che ognuno ha del proprio talento, più forte sarà la proporzione fra coscienza, intesa come evoluzione dell’uomo, e il profitto che questi è in grado di produrre e offrire alla società.

Lo stesso Drucker, tuttavia, nelle sue ultime opere aveva segnalato come il biocapitalismo, tendesse a sacrificare la creazione di valore a quella di guadagno e come la fine dell’homo economicus, da lui annunciata, tardasse a concetizzarsi. I dati sulla decrescita del QI nei paesi occidentali e sulla difficoltà da parte delle nuove generazioni a una lettura continua dei testi sembrano confermare tale regressione a vantaggio di un citazionismo intertestuale forgiato sulle pratiche del consumo.

Da parte sua, René Girard, attraverso il concetto di “desiderio mimetico”5, ci lascia intendere come tale disgregazione contemporanea del sapere tenda inevitabilmente a produrre ulteriore disgregazione. La pluralità di linguaggi, alla quale accennavamo all’inizio rischia allora di divenire non più una ricchezza ma una sterile pulviscolarità in cui la distanza tra prodotto e acquirente tende progressivamente a sfumare. All’interno di tale contesto qual è il ruolo dell’interprete vocale? Come si sviluppa il processo creativo fra compositore e interprete? Che ruolo hanno rispettivamente l’interprete e il pubblico durante e dopo l’esecuzione e nello stesso concepimento dell’opera? Come si configurano il messaggio e il medium nella «geometria” 6 formata dalle connessioni fra compositore, interprete, esecuzione, pubblico e opera d’arte? Come viene considerato l’utilizzo della tecnica tradizionale all’interno del campo più vasto della comunicazione vocale? E le “estensioni tecniche” che hanno segnato e arricchito la vocalità del XX secolo? In quale proporzione si sviluppa la coscienza dell’interprete tra produzione concettuale e strumento corpo? Come si manifesta nella scelta del repertorio? Il cantore Orfeo sarebbe di nuovo sul punto di essere condannato ? Che rapporto intercorre, oggi, fra etica ed estetica nella percezione che l’interprete vocale ha di se stesso fra società, neuroscienze, marketing e «opera d’arte»?

« Ho fortemente desiderato questa giornata di studi perché credo che il fenomeno della Voce vada osservato da diverse prospettive e credo che i professionisti della Voce oggi è giusto che maturino ed esprimano il proprio pensiero perché il mestiere del cantante non è dato solo da una resa tecnicamente perfetta, ma dall’insieme di una serie di fattori che non si possono piu ignorare » - afferma la soprano e conclude dicendo : « Ringrazio il dipartimento di Filosofia e beni culturali di Venezia e Piermeario Vescovo che mi hanno appoggiato nella realizzazione di questa giornata di studi e tutti i colleghi che hanno accolto il moi invito a restituire la propria visione. In questa giornata, il mio pensiero va a Giovanni Morelli che mi ha formato e a Giordano Ferrari che mi ha stravolto la visione e il pensiero».

Presentazione : Piermario Vescovo.

Intervengono : Lisa La Pietra, Alda Caiello, Alessandra Giudici, Riccardo Piacentini, Gianluca Valle, Giovanni Andrea Sechi, Emiliano Esposito, Silvia Del Zoppo, Filippo Bruschi, Monique Arnaud, Kathya Bonatti, Giovanna Gattuso e Desirée Massaroni.


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