L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

NOTE DI REGIA

di Jacopo Spirei

Rinaldo è un'opera inusuale, mescola realtà e fantasia in continuazione, mescola la magia con la realtà. Abbiamo deciso un percorso da realismo magico con una serie di contaminazioni dal mondo dell'arte contemporanea e dal cinema.

Rinaldo è un eroe smarrito, è un eroe che non sa la strada da percorrere e che non vuole percorrerla. Rinaldo è noi e noi siamo Rinaldo; il suo percorso di superamento del sé e di conquista della sua personale Gerusalemme celeste, che altro non è che realizzazione del proprio massimo potenziale, è il centro della nostra interpretazione dell'opera a metà tra un action movie e un'introspezione umana.

Abbiamo deciso di rendere Rinaldo un uomo qualunque, una persona anonima che lavora in un piccolo ufficio, un uomo che potrebbe essere ognuno di noi. Durante l'overture Almirena entra nel suo "mondo" e Rinaldo se ne innamora perdutamente, a questo punto la sua realtà è contaminata da quella di Almirena, Goffredo irrompe nella stanza trascinando Argante prigioniero e siamo catapultati in una serie di eventi straordinari che capitano a un uomo ordinario, e Rinaldo è posto davanti al dilemma di combattere una guerra di cui non conosce niente. Argante rimasto solo invoca Armida la quale si palesa come donna che domina il lato oscuro della vita, rappresentato da un grande ragno (è una famosa scultura dell'artista francese Luoise Bourgois, che rappresenta una madre) il ragno rappresenta i mille modi in cui si può essere imprigionati dalle situazioni della vita, rappresenta il pericolo.

Nella scena seguente Almirena ha portato Rinaldo nel suo mondo: un giardino realistico ma curvato, che crea un'idea di realtà instabile dove le prospettive sono irregolari; una tenda leggera alle spalle mossa dal vento crea l'illusione di un mondo sereno e di sogno. A interrompere il sogno arriva Armida, il telo bianco cade a rivelare Armida col suo ragno, Armida una volta rapita Almirena scompare dietro una saracinesca che rappresenta non solo un limite invalicabile ma anche una porta verso gli inferi e il mondo sotterraneo che Armida rappresenta.

Nel secondo Atto Rinaldo è davanti all'ingresso, che rappresenta la porta del vizio, la discesa agli inferi, è l'ingresso di un club notturno dove le sirene e la donna all'ingresso lo invitano ad entrare. La saracinesca si alza e avanza verso di noi il mondo di Armida, dove si svolge tutto il secondo atto: una specie di club della perdizione, questo è il percorso delle tentazioni di Rinaldo, deve scendere in fondo per ritrovare il suo amore, una specie di Orfeo che discende negli inferi per incontrare la sua Euridice.

Nel terzo atto ci troviamo di nuovo fuori dal regno di Armida, il mago è il barbone che soggiorna al di fuori dell'ingresso, mago/guru e asceta, un mistico che dona a Goffredo un’arma per entrare, è con questa arma che entra e abbatte il ragno di Armida con l'aiuto di Rinaldo.

Nel concitato finale la realtà di Rinaldo e quella di Almirena si ritrovano, a questo punto Rinaldo deve fare una scelta: tornare nel suo mondo o rimanere in quello di Almirena e vincere. La battaglia è di Rinaldo contro se stesso, di nuovo nel suo ufficio all'interno del quale affronta Argante, una volta sconfitta la sua realtà Rinaldo decide di andare oltre e abbandonare i due mondi insieme ad Almirena, il loro amore li unisce al di là delle differenze e vengono avanti lasciandosi indietro i loro due mondi.


Vuoi sostenere L'Ape musicale?

Basta il costo di un caffé!

con un bonifico sul nostro conto

o via PayPal

 



 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.