L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

IL CARTELLONE “PUCCINIANO”

 

Quattro i titoli pucciniani in scena dal 15 luglio al 27 agosto per 13 magiche serate d’opera nello scenario unico del Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini
Madama Butterfly- Tosca - Turandot- La rondine

Due proposte di allestimenti frutto di collaborazioni con il Teatro dell’Opera di Roma (Tosca) e il Maggio Musicale Fiorentino (La Rondine) e due allestimenti del Festival Puccini Turandot e Madama Butterfly con artisti e interpreti protagonisti della scena lirica internazionale.

Manu Lalli, Pier Luigi Pizzi, Daniele Abbado e Denis Krief i registi del Festival Puccini 2022

Novità sul podio che vede per la prima volta al Festival Puccini le bacchette di Michele Gamba, Robert Trevino e il ritorno di Alberto Veronesi e Enrico Calesso

Il 68° Festival Puccini di Torre del Lago segnerà la ripartenza dopo le edizioni 2020 e 2021 che, pur svolgendosi regolarmente, hanno dovuto tener conto delle numerose limitazioni che la pandemia ha imposto alle messe in scena e al pubblico internazionale.
Il Gran Teatro all’aperto con lo sfondo suggestivo del Lago di Massaciuccoli nella sua naturale capienza di 3.400 posti sarà anche nel 2022 lo scenario naturale degli allestimenti delle opere pucciniane, a pochi passi dalla Villa Mausoleo, dove il maestro Giacomo Puccini visse e compose le sue opere immortali. Il Festival Puccini di Torre del Lago si conferma così anche nel 2022 uno degli eventi più attesi dell’offerta culturale della Toscana e tra i più riconosciuti in ambito internazionale, l’unico Festival al mondo dedicato al compositore Giacomo Puccini che richiama ogni anno migliaia di spettatori proprio nei luoghi che ispirarono al maestro Puccini le sue immortali melodie.
“Il Festival Puccini si conferma anche quest’anno momento di apertura al contemporaneo e al futuro, in piena sintonia con la figura, il pensiero e l’ispirazione visionarie di Giacomo Puccini, artista di grande modernità – dichiara il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – Un compositore che ha intuito fra i primi la nuova necessità del pubblico del Novecento di spettacolarità e al tempo stesso l’importanza della tradizione, l’unico ponte possibile con l’innovazione. La scelta di presentare in cartellone quattro opere affidate ad altrettanti giovani compositori italiani sul tema dei giovani con l’anno europeo dei giovani e a Pier Paolo Pasolini in occasione del centenario della sua nascita, è una felice interpretazione dei nostri tempi complessi che hanno bisogno di riflessione e speranza, di coraggio e di fiducia nel futuro, e da Torre del Lago questa estate il messaggio arriverà forte e chiaro”.

Madama Butterfly 15 e 30 luglio/ 6 - agosto

Giacomo Puccini si documentò per lunghi tre anni e studiò minuziosamente usi e costumi del Giappone per plasmare Cio Cio San, la sua eroina che a 117 anni dalla prima rappresentazione (Milano, Teatro alla scala 17 febbraio 1904) conserva tutto il suo irresistibile fascino. La Stagione 2022 vedrà in scena l’allestimento green per la regia di Manu Lalli. Un messaggio ecologico quello lanciato da Manu Lalli visivamente reso con un bellissimo bosco di alberi veri in scena. Alberi verdi nel primo atto che diventano secchi e aridi nel secondo e nel terzo, chiaro messaggio di denunciacontro la violenza di genere e la violenza che l’uomo perpetua ogni giorno ai danni della natura.
La natura, proprio come la piccola Butterfly - dichiara Manu Lalli - è complessa, appassionata, meravigliosa e fragile. E l’uomo civilizzato, crede spesso, con leggerezza, che sia a sua disposizione, pensa di poter fare di quella natura quello che vuole. Possederla e poi prosciugarla, impossessandosi di tutti i suoi tesori, di tutto il suo splendore, senza la volontà di conoscerla. La natura, come Butterfly, può morire se non ne avremo cura. Ma forse proprio come nell’Opera del grande Puccini, il tempo della consapevolezza sta giungendo. Un messaggio a difesa della natura ma anche della donna e delle tante violenze che tante donne ogni giorno sono costrette a subire in forza dei loro sentimenti. Nello spettacolo di Manu Lalli anche Kate è una donna, è vestita di rosso, ma con tutte le altre, al termine dello spettacolo, a difesa tutte le donne si spoglia dell’abito rosso per vestirne uno bianco per dire che se muore anche una sola donna moriamo tutte. Sul podio alla testa dell’Orchestra e del Coro del Festival Puccini Alberto Veronesi.

Regia, scene e costumi Manu Lalli
Maestro concertatore e direttore d’orchestra Alberto Veronesi
Cio Cio San Rachele Stanisci
Suzuki Laura Verrecchia
F.B. Pinkerton Vincenzo Costanzo
Sharpless Alessandro Luongo
Goro Francesco Napoleoni

Turandot 23 luglio/5 – 12 e 20 agosto

Turandot si arrende all’Amore! L’incompiuta pucciniana, l'opera con cui Puccini indaga a fondo nell'animo umano, rimase incompiuta proprio perché il Maestro esitò a lungo su come rendere la trasformazione della principessa di gelo che dalla naturale predisposizione verso la morte, alla fine per amore si apre alla vita.
Una produzione salutata con grande entusiasmo dal pubblico nel 2021 che porta la firma alla regia di Daniele Abbado che ha visto in Turandot, capolavoro del novecento, un’opera di straordinaria modernità. Sul podio la prima volta a Torre del Lago Michele Gamba.
“ Un’opera che ci consegna a un universo in cui coesistono mondi diversi- dichiara il regista-. La favola musicata da Puccini ci spinge verso una narrazione non letterale né tantomeno realistica. Si parte da una situazione archetipica: il mondo che irrompe in scena è in preda a una paralisi, in una situazione di crisi diffusa. Non si conosce l’origine di questa crisi, probabilmente è stata dimenticata. E, come nell’archetipo, restano da svelare degli enigmi. Nel racconto scenico emerge una catena di traumi che premettono al trauma principale, quello della Regina Turandot, che ne reincarna uno lontanissimo. Siamo all’interno della dualità maschile – femminile, una dualità irrisolta. Questo clima di allucinazione collettiva può essere superato solamente con atti che ripristino la conoscenza. Per questo il ruolo e la funzione del giovane principe senza nome assumono fin dall’inizio il carattere della necessità. Le tre Maschere sono parte essenziale del racconto, indicano che c’è un ruolo decisivo del Teatro. Il Teatro come luogo delle vicende interiori più inafferrabili ma anche come luogo di possibili svelamenti. Puccini non riuscì a completare Turandot. Anche con l’importante apporto di Luciano Berio, questo racconto scenico sembra non chiudersi su una fine, quanto piuttosto donare a Turandot il senso di un tentativo, un esperimento. Turandot come Opera Aperta, consegnata al destino di generare e ospitare finali di significato diverso”. Un impianto scenico “contemporaneo” simbolico e minimale, per un’opera assolutamente moderna e in cui è evidente un importante approccio tecnologico grazie alle belle scene di Angelo Linzalata, corpi luminosi innovativi illuminano anche i colorati, moderni costumi di Giovanna Buzzi.

Regia, Daniele Abbado
Maestro concertatore e direttore, Michele Gamba
La Principessa Turandot, Karine Babajanyan - L’imperatore Altoum, Kazuky Yoshida
Timur, Abramo Rosalen - Il Principe Ignoto (Calaf), Theodor Ilincai
Liù, Emanuela Sgarlata
Ping Giulio Mastrotaro Pang Didier Pieri- Pong Francesco Pittari
Scenografo e light designerAngelo Linzalata
CostumistaGiovanna Buzzi - CoreografaSimona Bucci

Tosca 16 e 29 luglio/13 e 26 agosto

Tosca è certamente l’opera più drammatica di Puccini, crudeltà e sadismo fanno da sfondo alla storia d’amore e di morte ambientata a Roma nel 1800. Al Festival Puccini 2022 sarà presentata con l’ allestimento che porta la firma di Pier Luigi Pizzi e che vedrà sul podio dell’Orchestra del Festival Puccini l’affidabile bacchetta di Enrico Calesso. Pizzi che firma anche scene e costumi compie uno spostamento temporale, per cui dalla Roma in età napoleonica si arriva all’Italia di fine anni Trenta. “Di questo momento storico ho sfruttato le tensioni politiche, l’arroganza del potere.”
Per la sua Tosca Pizzi, veste i personaggi con abiti anni Trenta e le guardie papaline con divise fasciste. Un approccio voluto da uno dei più grandi registi del melodramma per denunciare qualsiasi forma di totalitarismo che porta gli uomini al potere ad abusi verso il prossimo. "Mi interessava il tema del potere in mano a personaggi come Scarpia. Questo non vuole essere provocatorio, ma è uno spostamento d'epoca che permette di situare l'azione in un clima più dimesso", spiega Pizzi. "Tutto si svolge nella dimensione di un dramma borghese all'italiana, con le tensioni che si creano in presenza di un governo totalitario", e Tosca, non è assolutamente "una vittima” ma una donna che decide il suo destino con freddezza, ha la stessa statura di Scarpia e combatte contro l'arroganza del potere nella Roma degli anni Trenta.
Maestro concertatore e direttore, Enrico Calesso
Regia/Scene/Costumi, Pier Luigi Pizzi
Floria Tosca, Svetlana Aksenova
Mario Cavaradossi Ivan Magrì
Il Barone Scarpia, Roberto Frontali
Il Sagrestano
Giulio Mastrototaro
Allestimento del Teatro dell’Opera di Roma

La rondine 19 e 27 agosto

Vedranno i posteri che bijou!”
Sarà presentata con un allestimento frutto di una collaborazione con il Maggio Musicale Fiorentino, l'opera che Puccini compose tra il maggio del 1914 e l'aprile del 1916 per il Carltheater di Vienna, ma che a causa della guerra non andò in scena a Vienna ma vide la sua prima a Montecarlo nel 1917.
Dopo la tiepida accoglienza che l’opera ottenne a Bologna, in occasione della prima italiana pochi mesi dopo il trionfo a Montecarlo del 27 marzo 1917, Puccini ebbe a dire: “Vedranno i posteri che bijou!” La Rondine non è certo “opera minore” come in tanti hanno definito questo lavoro pucciniano che anzi appartiene alla piena maturità artistica del Maestro, con tanti riferimenti alla produzione d’opera e operette europee, e a musicisti quali Massenet, Léhar e Offenbach. Protagonista dell'opera, Magda, ama la vita mondana parigina e aspira a un amore romantico e passionale. L’allestimento presentato a Torre del Lago vede la regia diDaniel Krief e la direzione di Robert Trevino
Ne La Rondine – scrive Denis Krief- Puccini ci descrive un mondo di persone oziose, nullafacenti, una combriccola di amici che non sono più gli artisti squattrinati di la Bohème; qui i soldi ci sono, i maschi li hanno per via della famiglia o di qualche speculazione, le donne grazie alla seduzione, il desiderio di successo, di tappeto rosso, un po’ il mondo delle soubrette televisive di oggi. E' un mondo alla Bel-Ami di Maupassant. Così descritta, può sembrare una riduzione molto sessista della società, ma spesso il teatro leggero borghese di quell’epoca, il teatro detto di Boulevard, era così. L’intuizione di Puccini di condurci in questo mondo attraverso un'opera è veramente moderna e senz'altro nuova per lui.
Maestro concertatore e Direttore, Robert Trevino
Regia, Scene, Luci, Costumi, Denis Krief
Magda, Jaquelyn Wagner, Lisette, Mirjam Mesak
Ruggero Ivan Ayon Rivas
Allestimento del Maggio Musicale Fiorentino


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.