L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Viaggio in Italia

DOMENICA 28/08/2022

RAI 3 Storia delle nostre città. SALERNO – Opulenta bellezza

Esaltata dal suo mare e dalla bellezza delle sue coste, Salerno nasconde anche un cuore antico, ricco di storia e cultura che nella storia gli è valso l’appellativo di “Opulenta”. Una città raccontata dal doc in onda domenica 28 agosto alle ore 11 su Rai3, per il ciclo “Storia delle nostre città”. Sulle origini di Salerno mancano notizie precise. Le scoperte rinvenute fanno pensare che il territorio fosse abitato da tempi remoti tra il 197 e il 194 a.C. Ma nei primi decenni del XVI secolo, l'ultimo discendente dei Sanseverino entrò in contrasto con il Governo spagnolo, determinando la rovina dell'intero casato e l'avvio di un lungo periodo di decadenza per la città. Nel 1799 Salerno aderì alla Repubblica Partenopea. Nel periodo napoleonico Gioacchino Murat emanò il decreto di soppressione della Scuola Medica Salernitana. Nello stesso periodo furono soppressi anche gli Ordini religiosi e confiscate numerose proprietà ecclesiastiche. La città trovò quindi la sua espansione oltre le mura antiche. Uno sviluppo urbano che continuò anche dopo l'Unità d'Italia e fino alla Seconda guerra mondiale. Nel settembre 1943 Salerno fu teatro dello sbarco degli alleati e dal 12 febbraio al 17 luglio 1944 ospitò il Governo Badoglio.

Le storie di Passato e presente. Le Germania del muro

L’appuntamento con “Le storie di Passato e presente”, in onda domenica 28 agosto alle 20.30 su Rai Storia affronterà alcuni temi relativi alla Germania divisa negli anni della guerra fredda. Solo pochi mesi dopo la formazione della Repubblica democratica tedesca nasce la Stasi, il servizio di sicurezza e spionaggio che negli anni metterà in piedi una gigantesca rete di controllo, sotto la cui cappa saranno costretti a vivere tutti i cittadini della Germania est.

L’inasprirsi delle tensioni tra i due blocchi e la continua fuga di persone da est a ovest inducono i governanti della Germania est e i sovietici a costruire un muro che divide in due la città di Berlino e diventa il simbolo della guerra fredda. Dopo essere stato per anni sindaco di Berlino ovest, nel 1969 il socialdemocratico Willy Brandt diventa cancelliere della Repubblica federale tedesca, dando inizio alla cosiddetta ostpolitik, una politica di distensione e di avvicinamento ai paesi dell’est Europa.

BINARIO CINEMA Margin call

La storia della crisi finanziaria che ha colpito gli Stati Uniti nel 2008 raccontata attraverso le vicende incrociate di otto persone che lavorano per una grande banca di investimenti. Di J.C. Chandor, con Kevin Spacey, Paul Bettany, Jeremy Irons, Zachary Quinto, “Margin call”, andrà in onda per il ciclo “Binario cinema” domenica 28 agosto alle 21.10 su Rai Storia.

LUNEDI’ 29/08/2022

Passato e Presente Lev Tolstoj, la grandezza e il tormento

Erede di una delle più importanti famiglie dell’aristocrazia zarista, quando, nel maggio 1851, il ventiduenne Lev Tolstoj parte per il Caucaso per arruolarsi nell’esercito, mostra già quell’inquietudine e quel profondo sentimento religioso che saranno i due caratteri più riconoscibili della sua vita e della sua opera di scrittore. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 29 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Alessandro Barbero. Grazie all’esperienza militare, Tolstoja entra a contatto con un mondo fino a quel momento per lui sconosciuto. Il mondo dei contadini, dei cosacchi, delle persone umili nelle quali intravvede l’essenza stessa dell’anima russa. Per il resto della sua vita si batterà instancabilmente in difesa di queste moltitudini e dei valori di un cristianesimo povero, vicino agli umili. In nome di questi principi scriverà anche molti suoi grandi capolavori, tra cui Guerra e pace, Anna Karenina, La Sonata a Kreutzer.

È l’Italia, bellezza! Toscana, Umbria, Lazio

Le città fortificate della campagna senese, un borgo fantasma in Umbria che ritorna a vivere, le magnifiche ville di Tivoli dedicate all’ozio e allo svago di imperatori e cardinali, a pochi chilometri di Roma. Nella sesta puntata di “È l’Italia, bellezza!”, il programma di Rai Cultura in onda lunedì 29 agosto alle 21.10 su Rai Storia (canale 54 DTT), Francesca Fialdini ci accompagna a conoscere le regioni dell’Italia centrale.

Partendo dalla Val d’Orcia, in Toscana, sito culturale del patrimonio Unesco dal 2004. Un esempio perfetto di armonia tra il lavoro dell’uomo e il paesaggio naturale, dove l’alleanza tra città e campagna, tra produttività e bellezza, ha resistito nei secoli e continua ancora oggi a guidare lo sviluppo di questo territorio. Come racconta l’affresco di Ambrogio Lorenzetti, gli “Effetti del Buon Governo”, che dal Trecento accoglie il visitatore al Palazzo Pubblico di Siena per magnificargli le virtù della buona amministrazione cittadina. Siena, città priva di fiume e di ripari naturali, ha infatti saputo costruire la propria grandezza grazie al mix di ambizioni, intraprendenza e aspettative che ha guidato nei secoli l’operato delle sue classi cittadine: mercati, proprietari fondiari, aristocratici, artigiani, uomini della Chiesa.

Inoltre passava da qui la Via Francigena, la strada percorsa dai pellegrini in cammino verso Roma, che ha contribuito a modificare il paesaggio della Val d’Orcia costellandolo di fattorie, ospedali, rifugi per viaggatori, eremi e luoghi dello spirito. Tra questi, il romitorio di San Romualdo dei Camaldolesi a Vivo d’Orcia, sulle cui rovine è stato poi edificato Palazzo Cervini che troneggia oggi sul borgo, lo struggente Ermicciolo del Vivo intitolato a San Benedetto oppure ancora l’Abbazia di Sant’Antimo, capolavoro dell’architettura monastica toscana.

Il viaggio di Francesca si sposta poi in Umbria, cuore verde d’Italia, per raccontare la storia di un borgo a lungo abbandonato e tornato a nuova vita. Postignano, in provincia di Perugia, è “l’archetipo dei borghi collinari italiani”, come lo definì il fotografo e architetto americano Norman Carver, che primo fra tutti, negli anni Sessanta, riuscì a cogliere la bellezza tra le sue rovine. Sorto in epoca medievale lungo la strada che collegava Spoleto, Foligno, Norcia e Assisi, nella prima metà del secolo scorso si spopolò del tutto, trasformandosi in città abbandonata. Solo recentemente, grazie a un innovativo progetto di recupero architettonico e di consolidamento sismico, Postignano è tornata a splendere e ad accogliere i viaggiatori nella sua atmosfera fiabesca.

È la ricerca del bello che ha portato l’Imperatore Adriano, agli inizi del II secolo d.C. a spostare la propria residenza fuori dall’Urbe, in un territorio ricco di acque ai piedi dei Monti Tiburtini, da dove proveniva il prezioso travertino utilizzato per costruire Roma. Il luogo ideale per dare vita al suo sogno, una grandiosa villa di 120 ettari con edifici residenziali, terme, ninfei, padiglioni e giardini disposti dallo stesso Adriano secondo una propria e originale visione architettonica. Villa Adriana, nei pressi di Tivoli, è stata dichiarata nel 1999 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Stesso riconoscimento ottenuto dalla vicina Villa d’Este, il capolavoro architettonico del Rinascimento realizzato per dare nutrimento all’”otium” del Cardinale Ippolito II d’Este. Un luogo incantato dove trova spazio una spettacolare concentrazione di fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche che hanno ispirato, più tardi, i più importanti giardini europei del manierismo e del barocco.

MARTEDI’ 30/08/2022

Passato e Presente La guerra greco-turca con il prof. Gastone Breccia

Quando l’Impero ottomano esce sconfitto dalla Prima guerra mondiale, le potenze vincitrici cercano di spartirsi i suoi immensi territori. I greci, forti dell’alleanza con i paesi vincitori, ne approfittano per realizzare il sogno di una grande Grecia, espansa a oriente. Nel maggio 1919 truppe elleniche occupano Smirne - fiorente porto commerciale nella costa ovest dell’Anatolia abitato da una nutrita comunità greca - oltre a un vasto territorio nell’entroterra. Pagine di storia rilette dal professor Gastone Breccia e da Paolo Mieli a “Passato e Presente, in onda martedì 30 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle ore 20.30 su Rai Storia. Nel frattempo, però, dalle ceneri dell’Impero ottomano è nato il movimento nazionalista turco che, sotto la guida di Mustafa Kemal, il futuro Ataturk, conduce una lotta per l’indipendenza della Turchia. Sconfitti anche i greci, il 13 settembre 1922 l’esercito turco entra vittorioso a Smirne, mettendo a ferro e fuoco la città. 30 mila cristiani, soprattutto greci e armeni, muoiono nell’incendio o annegano nel tentativo di salvarsi. Nel 1923 il Trattato di Losanna definisce i nuovi confini della regione, assegnando l’Anatolia e la Tracia orientale alla nuova Turchia di Ataturk e sancisce lo “scambio di popolazioni” tra i due paesi. Oltre un milione e mezzo di greci ortodossi, nati e cresciuti in Anatolia, saranno costretti a trasferirsi in Grecia, mentre 400 mila turchi musulmani dovranno fare il viaggio nella direzione opposta.

a.C.d.C - edizione speciale L’età del saccheggio

Continua il viaggio di a.C.d.C. nella “Storia del Mondo” in compagnia del professor Barbero e delle sue risposte alle numerose domande del pubblico. In questo episodio in onda martedì 30 agosto alle 21.10 si parla della nascita e diffusione del capitalismo europeo in tutto il mondo. Da Cristoforo Colombo che scopre l’America mentre cerca di raggiungere la Cina navigando verso Occidente, alla colonizzazione del “Nuovo Mondo”. Rifletteremo sull'Europa sconquassata dalle guerre di religione e assisteremo all’ascesa, in Russia, dello zar Ivan “il terribile”, mentre olandesi e inglesi cominciano a compiere affari eclatanti, fondando le prime società a responsabilità limitata e la prima borsa valori del mondo.

Reali in guerra Tragici risvegli

Le strategie utilizzate dalle famiglie reali d'Europa dal 1918 fino alla Seconda guerra mondiale di fronte a partiti nazionalisti sempre più potenti. Unite da legami familiari, sono stati testimoni dell'ascesa al potere del fascismo e del nazismo e si sono trovati, volontariamente e involontariamente, al centro delle trame politiche di Hitler. Lo racconta il secondo episodio “Reali in guerra”, in onda martedì 30 agosto alle 22.10 su Rai Storia. Al centro del programma, i rapporti ambigui e difficili delle varie famiglie con questi regimi. Dopo lungo tergiversare, quando scoppiò la guerra, ogni famiglia reale dovette prendere una decisione decisiva per il proprio paese: resistere o collaborare.

MERCOLEDI’ 31/08/2022

Passato e presente Rosa Genoni e il made in Italy

Dotata di grande spirito di iniziativa, Rosa Genoni, è ancora poco conosciuta al grande pubblico, sebbene la sua figura sia stata fondamentale nella definizione dei canoni del Made in Italy. A “Passato e Presente”, in onda mercoledì 31 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e la professoressa Maria Giuseppina Muzzarelli ripercorrono sua vita. Rosa Genoni è l’artefice di uno stile di “pura arte italiana”, capace di fronteggiare il monopolio della moda francese. Valtellinese di umili origini, Rosa comincia a 10 anni come apprendista a Milano presso una zia. Ma presto diventa sarta e poi, dopo un apprendistato in Francia, stilista, designer, docente. Nel 1905 la Genoni è di nuovo in Italia. Dirige una scuola per la formazione di sarte, presso la società Umanitaria, e un anno dopo, all’apice del successo, ottiene il Gran Prix all’Expo di Milano. Le sue creazioni si ispirano ai maestri dell’arte rinascimentale, ma pensano anche a una donna nuova, indipendente, emancipata. Al lavoro Rosa affianca l’attività in favore dell’emancipazione femminile: da un lato la moda, dall’altro la politica. Entrata in contatto col mondo femminista e con il movimento socialista, si batte insieme all’amica Anna Kuliscioff per la riduzione dell’orario di lavoro e l’istituzione del congedo di maternità. Fautrice di un’appassionata campagna pacifista allo scoppio della Grande Guerra, si impegna in attività filantropiche a sostegno dei profughi. Nel 1915 è l’unica rappresentante italiana al Congresso internazionale delle donne dell’Aja.

Italiani Carlo Maria Martini (10 anni dalla morte)

“Carlo Maria Martini è stato importante come un Papa, più di un Papa. Ci sono stati momenti della Storia della Chiesa Italiana, come dopo la morte di Giovanni Paolo II, in cui sembrò che potesse diventare Pontefice, ma poi si trovarono soluzioni diverse e Papa non lo divenne mai. Ma per una parte di Italiani, per una parte di cattolici, di ferventi cattolici, quel gesuita, biblista, grande studioso, cardinale di Milano e pastore di Milano in uno dei momenti più difficili della storia del paese, alla fine del 900, la stagione di mani pulite, i tormenti di quella che era stata definita la capitale morale del nostro paese, Martini fu il punto di riferimento, non solo della città, ma in qualche modo dell'Italia intera.” Così Paolo Mieli introduce il documentario dedicato a “Carlo Maria Martini”, di Antonia Pillosio e Giuseppe Sangiorgi, per la serie “Italiani”, in onda, a dieci anni dalla morte, mercoledì 31 agosto alle 21.10 su Rai Storia. Si parte dai primi passi del Cardinale Martini come arcivescovo di Milano, la Diocesi più grande del mondo, fino ad arrivare a Gerusalemme dove si ritirò alla fine del suo ministero pastorale per dedicarsi allo studio della Bibbia. Martini, profeta del Novecento, che ha anticipato in anni lontani i temi di frontiera della Chiesa del nuovo millennio.

Ma prima del Martini pastore, c’era il Martini gesuita e teologo: il racconto della sua vita torna indietro agli anni del Concilio Vaticano II, con le parole di Padre Bartolomeo Sorge, e agli anni del suo rettorato al Pontificio Istituto Biblico, con Padre Pietro Bovati “Il padre Martini veniva considerato nel mondo cattolico il grande esperto della critica testuale del Nuovo Testamento… Aveva nei confronti della Bibbia un rapporto di intimità. Non si tratta semplicemente di un settore delle scienze sacre, che lui ha coltivato in tanti anni della sua vita: la Bibbia era per lui, come diceva il Concilio, l’anima … era necessario per lui che questa parola ispirasse la vita, diventasse davvero un messaggio profetico che mette in cammino gli uomini.” Il documentario è corredato da interviste con persone che l’hanno conosciuto nella Diocesi di Milano come Mons. Giovanni Giudici (che è stato Vicario Generale dal 1991 al 2002), Mons Roberto Busti (suo portavoce dal 1981 al 1991), Silvia Landra della Casa della Carità e Padre Guido Bertagna. Altri spunti biografici inediti sono suggeriti in momenti diversi da Ferruccio De Bortoli, dalla professoressa Maria Cristina Bartolomei e dai suoi familiari oltre che da immagini, fotografie provenienti dall’Archivio della Fondazione Carlo Maria Martini e della famiglia Martini.

’14-’18: LA GRANDE GUERRA CENTO ANNI DOPO 24 maggio 1915. l'Italia va alla guerra

Il 26 aprile 1915, dopo lunghe trattative, il ministro degli esteri italiani Sonnino firma il segretissimo “patto di Londra”, in base al quale gli alleati garantiscono all’Italia vantaggi territoriali (Trentino, Istria, parte della Dalmazia) in cambio dell’appoggio militare. Il 23 maggio l’Italia dichiara guerra all’Austria. La notizia è accolta nelle piazze con grandi manifestazioni di entusiasmo. Tra giugno e dicembre gli italiani impegnano gli austriaci nelle prime quattro battaglie dell’Isonzo. Appuntamento con ‘14-’18: la grande guerra cento anni dopo, mercoledì 31 agosto alle 22.10 su Rai storia.

GIOVEDI’ 01/09/2022 (100 anni dalla nascita di Vittorio Gassman)

Passato e presente Le parole del regime

Sin dalle prime battute della sua esperienza di governo, Mussolini, da ex giornalista e agitatore della sinistra massimalista, punta sulla parola per realizzare il suo obiettivo di trasformare l’Italia in uno Stato totalitario.  A “Passato e Presente” - in onda giovedì 1° settembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia - Paolo Mieli e la professoressa Alessandra Tarquini “rileggono” le parole del regime. Dall’oratoria politica ai testi scolastici, ogni scritto è vagliato con attenzione dagli emissari del regime. La riforma della scuola messa punto da Giovanni Gentile nel 1923, inoltre, mette nero su bianco la necessità di implementare l’uso della lingua italiana, a scapito dei dialetti. La politica del Ventennio cercherà incessantemente di sradicare dal costume degli italiani l’utilizzo dei dialetti e delle parole straniere, in un crescendo che seguirà le diverse fasi storiche del regime: dall’autarchia, all’espansionismo colonialista, alla politica razziale. Con la fine della guerra e del fascismo, l’Italia si accorgerà della difficoltà di eliminare, di punto in bianco, con decisioni arbitrarie, tradizioni e retaggi secolari.

a.C.d.C - I costruttori di castelli – Mastri e muratori

Ad a.C.d.C. con l’introduzione del prof. Alessandro Barbero, racconta i castelli del Medioevo. Pietra, legno, pochi strumenti e molti uomini. Come i grandi castelli del Medioevo sono stati ideati, costruiti, governati. In onda giovedì 1° settembre alle 21.10 su Rai Storia

a.C.d.C La via della seta: Guerra

In tre episodi il racconto della Via della seta, la rotta commerciale più famosa della Storia, che ha contribuito a plasmare il mondo. Tre i punti di vista dai quali ogni episodio prende il via per raccontarne un aspetto, intrecciando al passato gli sviluppi delle vicende future, guardando a luoghi, popolazioni, civiltà. Dagli Unni ai Mongoli, dalla peste a Cristoforo Colombo, da Marco Polo fino alla costruzione delle ferrovie americane. Un nuovo viaggio proposto da a.C.d.C. introdotto come di consueto dal professor Alessandro Barbero e in onda giovedì 1° settembre alle 22.10 su Rai Storia. Tema della prima puntata è la guerra: un’indagine per scoprire come la Via della Seta abbia influenzato il modo di combattere, dalla cavalleria alla polvere da sparo. Un racconto che prende il via dalla sconfitta romana a Carre, contro i Parti che ebbero la meglio sorprendendoli con innovazioni strategiche quali gli arcieri a cavallo armati di archi ricurvi e frecce con uguali punte ma intercambiabili, che garantivano stesse distanze, e tattiche di guerriglia fatte di brevi attacchi a sorpresa. E ancora, nel primo episodio: gli Unni, il declino dell’Impero Romano, gli Avari, le staffe per montare a cavallo, i mongoli di Gengis Khan, la pax mongolica e il fiorire dei traffici, fino a Marco Polo e alla scoperta, casuale, della polvere da sparo.

VENERDÌ 02/09/2022

Passato e presente. L'Italia del Giro. Gli anni ruggenti 1909-1969 con il Prof. Stefano Pivato

113 anni fa la prima edizione del Giro ciclistico d'Italia, per anni la manifestazione sportiva nazionale, più celebrata in tutto il mondo. Dalle biciclette pesanti e rudimentali a quelle in fibra di carbonio e dalle strade polverose in terra battuta di un tempo a quelle più sicure di oggi, tutto sembrerebbe cambiato. A parte la passione popolare che per un mese si stringe e intorno ai campioni che, oggi come ieri, infiammano la corsa in rosa. Appuntamento con Paolo Mieli e Passato e presente, venerdì 2 settembre alle 13.15 su rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

L'italiano che inventò il cinema

E se il cinema fosse stato inventato da un italiano, un anno prima dei fratelli Lumière? Chi era Filoteo Alberini, esercente, produttore, regista, sulla cui esistenza è calato l’oblio? “L’italiano che inventò il cinema”, di Stefano Anselmi, in onda venerdì 2 settembre alle 21.10 su Rai Storia, indaga e ricostruisce per l’appunto l’incredibile vita di Filoteo Alberini, pioniere italiano del cinema, per alcuni l’inventore della “Settima Arte”, fino a riflettere sulla natura del cinema come “magnifica ossessione”. Impiegato statale nativo di Orte, nel Lazio, è stato molto di più di un tecnico prestato all’arte come i fratelli Lumière. Tra i primi esercenti in Italia, a Firenze; primo ad aprire un “vero” cinema a Roma, il Moderno, a Piazza Esedra, ancora esistente; primo produttore e regista di film a soggetto in Italia: il suo La presa di Roma, del 1905, è considerato da tutti gli storici del cinema “il primo film italiano”. Aveva perfezionato e registrato il brevetto della sua macchina da presa, il Kinetografo, nell’ottobre del 1894 ma questa invenzione cadde nell’indifferenza totale in Italia. Pochi mesi dopo ci sarà il trionfo dei fratelli Lumière e del loro Cinématographe. Alberini non demorde, fonda la più importante e antica casa di produzione italiana, la Alberini e Santoni, poi divenuta Cines, e continua al tempo stesso il suo straordinario percorso di ricerca arrivando con le sue invenzioni a toccare campi che segneranno la storia del cinema: come la Cinepanoramica, antenata di qualsiasi tentativo di “allargare” il formato di visione del cinema da quello quadrato dei Lumière. La visione stereoscopica e la ricerca della terza dimensione, sarà l’ossessione che lo accompagnerà fino alla morte. Filoteo Alberini è stato un genio inascoltato o il solito idealista italiano senza struttura che ha dovuto cedere davanti all’organizzazione perfetta di francesi e americani? Il documentario cercherà di rispondere a queste domande, a volte con la storia e a volte con l’immaginazione propria del cinema avvalendosi, con un particolare tipo di reenactment, di un narratore d’eccezione, Georges Mèlies - simbolo dei cineasti dimenticati e poi riscoperti - che si muove come un investigatore privato cinematografico nei luoghi di Alberini come sono ora. Nel cast Massimo Zanuzzi (nel ruolo di Georges Méliès), sceneggiatura di Giovanna Lombardi (unica biografa di Filoteo Alberini), Stefano Anselmi, fotografia di Daniele Baldacci, montaggio di Daniele Cecilia, scenografia e costumi di Paola Nazzaro, musiche di Arturo Annecchino.

Parigi 1900, la Ville Lumière

Nel 1900, gli occhi di tutto il mondo erano su Parigi. Gioia e ottimismo erano al loro apice nella Ville Lumière. L’Esposizione universale che aprì nel mese di aprile 1900 fu una grandiosa celebrazione del successo francese. Accolse 51 milioni di visitatori, metà dei quali stranieri. Due splendidi padiglioni della mostra, le Petit e le Grand Palais, furono costruiti per l’occasione, insieme a tre stazioni ferroviarie, Gare d’Orsay, Gare de Lyon e Gare des Invalides. Parigi divenne una città vetrina, che esibiva le più recenti invenzioni scientifiche e tecnologiche, nonché gallerie d’arte di avanguardia, vivaci cabaret e l’alta moda più di tendenza. Il mito della Belle Epoque regnava supremo. “Parigi 1900, la Ville Lumière” andrà in onda venerdì 2 settembre alle 22.10 su Rai Storia.

SABATO 03/09/22

Le storie di Passato e Presente. I campi di concentramento nazisti

Il fenomeno dei campi di sterminio nazisti, uno degli eventi centrali del Novecento, è al centro della nuova puntata di “Le Storie di Passato e Presente”, in onda sabato 3 settembre alle 20.30 su Rai Storia. Paolo Mieli affronta con Alessandro Barbero il tema dell’universo dei lager e in particolare il funzionamento della macchina dello sterminio di Auschwitz, tragico simbolo del progetto di annientamento nazista. Poi, con la prof.ssa Ana Foa, la seconda parte della puntata si sofferma sul processo di Norimberga, istituito nel 1945-1946 a carico dei principali gerarchi nazisti. Infine, con la prof.ssa Barbara Berruti, vedremo i percorsi della memoria della deportazione. Un lento percorso di presa di coscienza che porta l’Occidente e il mondo intero a fare i conti con la tragedia accaduta durante la guerra nel cuore dell’Europa.

Cinema Italia La proprietà non è più un furto

Impiegato di banca allergico ai soldi, convinto che la ricchezza sia sempre frutto di un ladrocinio, seppur legale, il giovane ragionier Total decide di punire un facoltoso macellaio, derubandogli progressivamente tutto quello che possiede. Terzo e conclusivo capitolo della cosiddetta “trilogia del potere” composta da Elio Petri con “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” e “La classe operaia va in paradiso”, “La proprietà non è più un furto” è in onda sabato 3 settembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. La pellicola del 1973, la cui colonna sonora è stata creata dal maestro Ennio Morricone, vede protagonisti Ugo Tognazzi, Flavio Bucci, Daria Nicolodi, Silvio Orlando, Mario Scaccia, Gigi Proietti, Salvo Randone.

Documentari d’autore Felice chi è diverso

Docufilm di Gianni Amelio. Viaggio nel mondo dell’omosessualità, raccontata da 20 uomini proveniente da ogni parte d’Italia, e di differente estrazione sociale. Un viaggio, nel mondo di chi ha subito il peso di doversi sentire “diverso”. “Felice chi è diverso” andrà in onda per il ciclo Documentari d’autore sabato 3 settembre alle ore 23.10 su Rai Storia.


Vuoi sostenere L'Ape musicale?

Basta il costo di un caffé!

con un bonifico sul nostro conto

o via PayPal

 



 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.