L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

La festa della Repubblica

DOMENICA 28/05/2023

Walter Tobagi: odiato senza ragione

La mattina del 28 maggio 1980, Walter Tobagi, 33 anni, giornalista del Corriere della Sera, veniva ucciso a pochi passi da casa da uomini della Brigata XXVIII marzo, una formazione terroristica di estrema sinistra. “Walter Tobagi, odiato senza ragione” – lo speciale di Alessandro Chiappetta, per la regia di Agostino Pozzi, in onda domenica 28 maggio alle 19 su Rai Storia - ricostruisce la figura di Tobagi e le vicende legate alla sua scomparsa, attraverso il ricordo della figlia Benedetta, degli amici e colleghi Antonio Ferrari, Giancarlo Perego, Marco Sassano e Massimo Fini, dello storico Guido Panvini e dell'ex magistrato Armando Spataro, rappresentante dell'accusa al processo che nel 1983 vide condannati i componenti della Brigata XXVIII marzo, accusati proprio dal loro leader, Marco Barbone, che beneficiò della legge del 1982 sui pentiti scontando una pena contenuta.

Tobagi era il cronista di punta del Corriere della Sera sul fronte del terrorismo, aveva seguito numerosi processi e tante vicende di quel periodo, ma era anche il Presidente dell'Associazione Stampa Lombarda. Uomo del dialogo, socialista e cattolico, giornalista preparato, intuitivo, meticoloso, Tobagi si era distinto nel mondo del giornalismo e della cultura italiani, a dispetto della giovane età. Anche per questo, il suo omicidio destò stupore e commozione in quanti lo avevano apprezzato, ancor più per le dinamiche del delitto, commesso da una banda di terroristi giovani e “di buona famiglia”.

Passato e presente. La Comune di Parigi

Marzo 1871. Parigi è stretta da mesi dall’assedio delle truppe prussiane. La guerra franco-prussiana è finita a Sedan, Napoleone III è prigioniero. La Terza Repubblica è stata proclamata, ma Parigi rifiuta di arrendersi. La città che resiste ai cannoni, al freddo, alla fame, rappresenta una sfida per il Governo di Difesa Nazionale: il capo dell’esecutivo, Adolphe Thiers ordina all’esercito di requisire i cannoni di Montmartre che i parigini hanno acquistato attraverso una sottoscrizione pubblica, lanciata, fra gli altri, da Victor Hugo. La città si ribella e insorge. Una pagina di storia riletta da Paolo Mieli con il professore Luciano Curreri, autore del libro “La Comune di Parigi e l’Europa della Comunità”, a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 28 maggio alle 20.30 su Rai Storia. I soldati fraternizzano con gli insorti, i generali vengono fucilati e la folla occupa caserme, prefetture e la sede del municipio, l’Hotel de Ville. Il 28 marzo viene proclama la Comune. Inizia così un rivoluzionario esperimento di autogoverno che gestirà la città in una sorta di “festa popolare” e che sarà, tre mesi più tardi, represso nel sangue. Le utopie e le ideologie della Comune –federalismo, decentramento dei poteri, democrazia diretta, collettivizzazione – ispireranno altre rivoluzioni del ‘900. 

Binario cinema. Rebel in the rye

Un ritratto dello scrittore americano Jerome David Salinger. Nella pellicola “Rebel in the rye”, di Danny Strong, con Nicholas Hoult e Kevin Spacey, in onda per “Binario cinema” domenica 28 maggio alle 21.10 su Rai Storia, viene ripercorsa la vita dell’autore del celebre “Il giovane Holden”, tra il 1939 e il 1965, ossia tra l’anno della sua iscrizione ad un corso di scrittura alla Columbia University, e l’anno in cui decise di non pubblicare mai più nulla.

LUNEDI’ 29/05/2023

Buonasera con ...Franca Rame

Dallo spettacolo del 1977 ‘Tutta casa letto e chiesa’, Franca Rame recita il monologo di una casalinga che racconta le peripezie del suo quotidiano, diretta da Beppe Recchia nella trasmissione “Buonasera con” registrata nel 1979 e trasmessa nel gennaio 1980. Il monologo viene riproposto lunedì 29 maggio alle 11.15 su Rai Storia in occasione del decimo anniversario della scomparsa dell’attrice.

Viaggio In Memoria di John Fitzgerald Kennedy. Un mito nell’immaginario americano

Tre speciali per raccontare John Fitzgerald Kennedy e i valori di cui fu portatore cominciando dal racconto e dal ricordo del terribile giorno della tragedia di Dallas, il 22 novembre 1963, il momento in cui si interruppe tragicamente il sogno americano. È “Viaggio in memoria di John Fitzgerald Kennedy”, riproposto lunedì 29 maggio alle 18.45 su Rai Storia in occasione dell’anniversario della nascita.

Il viaggio è il racconto della memoria di un mito, lungo la linea che porta da Boston a Dallas, passando per gli stati segregati del sud est degli Stati Uniti. Un viaggio nella memoria storica dell’americano comune, nei ricordi, negli aneddoti, nei sogni immaginati e poi interrotti, nella speranza di un mondo migliore e nella frustrazione dopo la sua morte. E se da una parte la serie ne ripercorre la memoria e la mitologia nell’immaginario americano della provincia - diventando così una preziosa testimonianza di storia - dall’altra parte rappresenta un’interessante escursione negli Stati Uniti di oggi. Non c’è bisogno di citare lo Stephen King del romanzo “22.11.63”, libro in cui lo scrittore prova a immaginare la possibilità di cambiare il corso della storia impedendo la tragedia di Dallas, per immaginare quanto oggi sia ancora attuale e al centro della politica americana, e non solo, il tema dei diritti civili, dell’uguaglianza, della discriminazione e integrazione razziale, i temi più forti su cui si basò il programma della nuova frontiera di JFK.

Passato e Presente. 1953, la conquista dell'Everest (settantesimo anniversario)

Nel 1852, i tecnici impegnati nell’indagine topografica sul subcontinente indiano, avviata all’inizio del secolo dalle autorità coloniali britanniche, scoprono che una cima dell’Himalaya, fino ad allora sconosciuta, è la più alta del mondo. La conquista di quella montagna, cui nel 1865 viene attribuito il nome del geografo gallese George Everest, è un’avventura che appassiona per decenni i britannici, accompagnandoli nella fase di declino dell’Impero e nella ricerca di una nuova collocazione nel contesto mondiale. Un’impresa ripercorsa da Paolo Mieli e dal professor Alessandro Vanoli – nel settantesimo anniversario - a “Passato e Presente”, in onda lunedì 29 maggio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. La prima spedizione sull’Everest viene organizzata dal Regno Unito nel 1921. Devono però trascorrere più di trent’anni perché il neozelandese Edmund Hillary e lo sherpa Tenzing Norgay, membri di una spedizione promossa ancora una volta dai britannici, conquistino l’Everest. È il 29 maggio 1953, e pochi giorni dopo sarà celebrata l’incoronazione della Regina Elisabetta II.

Italia. Viaggio nella bellezza. Quirinale, il primo Colle

Sede della presidenza della Repubblica sul colle più alto di Roma, luogo che ha ospitato fin dall'antichità edifici pubblici e culturali, il Quirinale è un complesso frutto della sovrapposizione di più visioni di grandi architetti, dal Mascarino al Maderno, al Fuga. Per il ciclo “Italia. Viaggio nella bellezza”, il nuovo appuntamento “Quirinale, il primo Colle”, in onda in prima visione lunedì 29 maggio alle 21.10 su Rai Storia, esplora il palazzo più prestigioso della città Eterna.

Ha avuto il suo inizio come sontuosa villa del Papa in epoca rinascimentale, immersa in deliziosi giardini, per poi assurgere prima a residenza regia dei Pontefici, poi reale con i Savoia e infine a diventare, in epoca Repubblicana, “casa degli italiani”. Uno scrigno di storia, di bellezza e di cultura che Italia. Viaggio nella Bellezza racconta con la partecipazione degli storici dell'arte “Francesca Tesoriere” e Marco Lattanzi, e con l'addetta al Palazzo Alessandra Feliciangeli.

Storia delle nostre città. Perugia

Quando ci si avvicina a Perugia ci si sente trasportati indietro nel tempo fin dentro il cuore stesso del medioevo: una città magica e incantevole la cui storia si respira ad ogni angolo di strada. Una storia iniziata quasi tre millenni fa quando gli umbri costruirono il primo insediamento urbano nell’area in cui oggi sorge la città e raccontata dall’appuntamento con “Storia delle nostre città”, in onda lunedì 29 maggio alle 22.10 su Rai Storia. Fu però con l’arrivo degli etruschi che Perugia crebbe di importanza diventando uno dei punti di riferimento di quell’antico centro Italia. La memoria del primitivo insediamento è ancora oggi visibile nella cinta muraria risalente al IV secolo a.C., il cui simbolo è proprio L’Arco Etrusco. L’avvento di Roma segnò la fine del dominio etrusco. La città umbra si oppose nettamente all’avanzata dell’Impero, al quale però dovette piegarsi dopo la sconfitta subita nella battaglia di Sentino, nel 295 a.C. Da quel momento la città divenne un florido Municipio romano con il nome di "Augusta Perusia". Dopo la caduta di Roma, Perugia fu rasa al suolo dai Goti di Totila nel 547 dopo Cristo, poi conquistata dai Bizantini e divenne uno dei capisaldi del loro dominio contro l'espansione del Ducato Longobardo di Spoleto. La città restò bizantina fino all'VIII secolo quando passò sotto il potere ecclesiastico e, quando nell'anno Mille si costituì in libero Comune, restò alleata del Papato. Nel XIV secolo l'amicizia con la Chiesa di Roma si deteriorò irrimediabilmente quando i perugini distrussero Foligno, città alleata del Papa: da quel periodo la storia di Perugia è stata un susseguirsi di lotte intestine, congiure, tradimenti e guerre fino a quando, con Papa Paolo III, nel 1531, il controllo della Chiesa divenne definitivo. Da quel momento Perugia venne di fatto privata di ogni libertà e autonomia e tutti i tentativi di ribellarsi al potere pontificio vennero puniti con nuove stragi e distruzioni, finché nel 1860 fu unita al Regno d'Italia. Di tutta questa storia oggi rimangono meravigliosi palazzi, chiese, conventi, piazze, fontane e tutta lo splendido patrimonio artistico e architettonico che rende la città una delle perle più preziose del centro Italia. 

MARTEDI’ 30/05/2023

Viaggio In Memoria Di John Fitzgerald Kennedy. Kennedy e i diritti civili

I luoghi delle lotte per i Diritti Civili e il ruolo del Presidente John Fitzgerald Kennedy, e poi suo fratello Bob, nella stesura del Civil Rights Act, la legge del 1964 che combatté e dichiarò illegali la discriminazione e la segregazione razziale. Li racconta la seconda puntata de “Viaggio in memoria di John Fitzgerald Kennedy” che Rai Cultura propone martedì 30 maggio alle 18.45 su Rai Storia. Con il Civil Rights Act per la prima volta vengono riconosciuti diritti civili fondamentali, come quello dell’uguaglianza tra bianchi e neri. Il viaggio inizia a Nashville con l’incontro con Bill Carter, uno degli agenti segreti del Presidente, si sposta poi in Alabama e in Mississippi, gli stati segregazionisti del sud degli Stati Uniti. A Birmingham, Alabama, l’incontro con ex attivisti dei movimenti per i diritti civili degli anni 60 e collaboratori di Martin Luther King. Infine, in Mississippi, l’incontro con una leggenda vivente, James Meredith, il primo studente nero che - accompagnato dai militari - entrò ad Ole Miss, l’Università segregata del Mississippi.

Passato e presente. Il mito di Roma nel fascismo

Il fascio littorio, il passo romano, il saluto romano sono solo alcuni dei simboli derivati dall’Antica Roma che il fascismo utilizza, e in gran parte reinventa, a scopo propagandistico e politico. Il mito di Roma nel fascismo viene ripercorso dalla professoressa Paola Salvatori e da Paolo Mieli a “Passato e Presente” in onda lunedì 30 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.
Il richiamo alla romanità non si limita però soltanto all’apparato simbolico, ma si estende all’architettura e all’urbanistica. Architetti e urbanisti del regime sperimentano nella Capitale i più numerosi e discussi interventi: i cosiddetti sventramenti del centro storico. L’“uomo nuovo”, che il fascismo si propone di forgiare, assume i tratti del cittadino romano, mentre il regime di Mussolini si vota a ripetere le gesta della Roma imperiale. Un obbiettivo che il fascismo pensa di aver raggiunto con la conquista dell’Etiopia, quando il mito della Roma imperiale sembra trasformarsi in realtà. 

5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità. Odissea: dalle stelle al mondo sotterraneo

L’Odissea è la trasposizione letteraria delle conoscenze tecnico-scientifiche e della visione del mondo degli antichi greci. Lo racconta il nuovo episodio della serie “Odissea”, in onda martedì 30 maggio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia per “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”. Ospite di Giorgio Zanchini, in studio, Silvia Romani, Professoressa di Mitologia, di Religioni classiche e di antropologia del mondo classico all'Università degli Studi di Milano, L’Odissea è ricordata come una delle più grandi storie mai raccontate, ma è anche una testimonianza senza precedenti del suo tempo, della conoscenza scientifica, tecnologica, della cultura e del mondo metafisico degli antichi greci. La storia d’amore più potente dell’Odissea, quella tra Ulisse e la bellissima ninfa-dea Calipso è un profondo serbatoio di conoscenze omeriche sull'astronomia, la navigazione, la costruzione di navi e la marineria. L'Odissea racchiude la visione che gli antichi greci avevano della loro vita e del loro mondo. È la trasposizione letteraria della loro fame di conoscenza.

Italiani – Tina Lagostena Bassi (Anniversario nascita 2 giugno 1926)

"Le donne mi hanno aiutato a capire una cosa molto importante per un avvocato: che la legge non è sufficiente. Può contribuire a modificare un atteggiamento culturale, ma è necessario che fuori dalle aule dei tribunali, nella società, nella mentalità di uomini e donne si modifichino comportamenti e pensiero.” Parole dell’avvocatessa Tina Lagostena Bassi, protagonista dello speciale di Silvia Cossu, con la regia Nicoletta Nesler, con l’introduzione di Paolo Mieli, in onda martedì 30 maggio alle 22.10 su Rai Storia per “Italiani”. Intervengono la regista Loredana Rotondo, la scrittrice Lidia Ravera, il magistrato Paola Di Nicola, la scrittrice Dacia Maraini. 
Tina Lagostena Bassi ha segnato con la sua attività la storia civile e giudiziaria di questo paese lasciando un’impronta indelebile nella difesa dei diritti delle donne, culminata con l’approvazione della legge sulla violenza sessuale nel 1996.  Divenne famosa per essere stata la prima avvocatessa a pronunciare in un’aula di tribunale la parola ‘stupro’ - durante il processo sul massacro del Circeo dove difese Donatella Colasanti. Poi nel 1979 le riprese effettuate nel corso di un nuovo processo confluirono in un documentario che divenne un caso mediatico: “Processo per stupro”, seguito sulla Rai da oltre 13 milioni di telespettatori (Festival di Berlino, Prix Italia, conservato al MOMA di New York). I suoi racconti, asciutti e dettagliati, di quello che molte ragazze subivano rivoluzionarono non solo la visione della donna e della sua dignità, ma anche il linguaggio usato fino ad allora in tribunale.
Erano gli anni ’70, quelli in cui lo stupro era ancora un reato contro la morale non contro la persona, anni delle prime rivendicazioni di genere, dei cortei e referendum su aborto e divorzio, dei collettivi, l’inizio del percorso di emancipazione. La Lagostena Bassi diventa un’icona delle donne per il suo impegno non solo nelle aule dei tribunali, al Ministero di Giustizia si occupa della riforma del diritto di famiglia; da parlamentare si batte per l’introduzione delle Quote Rosa, e nel 1996 - dopo 20 anni e sei legislature - riesce a far approvare la legge contro la violenza sessuale, grazie a una mobilitazione trasversale delle parlamentari di ogni credo politico. 

MERCOLEDI’ 31/05/2023

Viaggio In Memoria Di John Fitzgerald Kennedy. Gli ultimi giorni

Il viaggio in Texas e gli ultimi due giorni di vita del Presidente Kennedy: li ricostruisce “Viaggio in memoria di John Fitzgerald Kennedy”, in onda mercoledì 31 maggio alle 18.45 su Rai Storia. Il viaggio in Texas del 21 e 22 novembre 1963 è delicato, pericoloso e decisivo per la candidatura alla Presidenza del 1964. Dopo San Antonio e Houston John Fitzgerald Kennedy visita Fort Worth e infine Dallas, dove viene assassinato il 22 novembre 1963. Il viaggio attraverso il Texas raccoglie le parole, le testimonianze e le memorie dello scrittore Joe R. Lansdale, che fa rivivere in un suo romanzo Elvis insieme a JFK. Poi riecheggiano le ultime parole del Presidente Kennedy a Fort Worth e indimenticabili frammenti di memoria visiva, prima di raggiungere Dallas e incontrare tre testimoni, il giornalista Hugh Aynesworth, testimone oculare dell’assassinio di Kennedy; il detective della Squadra Omicidi del Dallas Police Department Elmer L. Boyd, reso celebre per la fotografia che lo ritrae ammanettato con Lee Harvey Oswald nel momento dell’arresto; e il detective Jim Leavelle, l’uomo che, ammanettato con Oswald, non riuscì ad impedire che fosse colpito a morte da Jack Ruby. 

Passato e Presente. La dittatura argentina di Videla

Il 24 marzo 1976, con un colpo di stato militare, il generale Jorge Videla conquista il potere in Argentina e, sospesa la Costituzione, instaura un regime di terrore che colpisce ogni forma di dissenso. A “Passato e Presente”, in onda mercoledì 31 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e la professoressa Benedetta Calandra raccontano la dittatura argentina. Oppositori politici, intellettuali e studenti, o semplici simpatizzanti di sinistra vengono sequestrati e fatti sparire senza pietà. I desaparecidos torturati e uccisi durante il regime di Videla saranno più di 30.000. Le madri degli scomparsi s’incontrano a Plaza de Mayo, nel centro di Buenos Aires, e in breve tempo diventano il principale gruppo di opposizione al regime. Deposto Videla nel 1981 per mano del generale Viola, la dittatura si sfalda definitivamente nel 1983, dopo la sconfitta argentina alle Falkland. Il nuovo presidente, eletto con libere elezioni, Raul Alfonsin, eredita un paese sul lastrico. Anche il percorso della giustizia sarà lungo e tortuoso: i generali condannati per violazione dei diritti umani nei processi degli anni ’80 torneranno in libertà grazie all’indulto voluto dal presidente Menem nel 1989, e bisognerà aspettare il 2003, perché la giustizia riprenda il suo corso.

Mixer h.21.10

Italiani. Nino Manfredi

La vita e la carriera di Saturnino Manfredi, in arte Nino, attraverso le sue interviste televisive e le testimonianze di figli e collaboratori. Lo speciale di “Italiani”, in onda mercoledì 24 marzo alle 21.10 su Rai Storia con l’introduzione di Paolo Mieli, offre uno sguardo inedito sulla formazione di Manfredi come attore. Si parte dall'Accademia d'arte drammatica - nei cruciali anni del 1944-46, sotto la guida del maestro Orazio Costa – per passare alla parte televisiva della sua carriera, che fu il volano verso la popolarità cinematografica, dopo aver inventato il "barista di Ceccano" nella celebre edizione del 1959 di “Canzonissima”. 
E torna a essere un volto televisivo nell'ultimo decennio della sua attività (1993-2003), come protagonista di fiction di grande successo. 

GIOVEDI’ 01/06/2023

Ritratti contemporanei. Giuseppe Ungaretti

“Direi, con modestia, che la poesia è una combinazione di vocali e di consonanti. Una combinazione nella quale è entrata una luce, e dal grado di questa luce che si riconosce la verità della poesia. Quando la poesia è poesia, raggiunge l’irraggiungibile, mette a contatto le parvenze con la sola realtà, che è la realtà eterna”. Si apre così con le parole di Giuseppe Ungaretti, la puntata di “Ritratti contemporanei” a lui dedicata – a 53 anni dalla scomparsa - in onda giovedì 1° giugno alle 11.15, alle 19.45 e alle 23.45 su Rai Storia. Dalla sua casa, fra quadri di Carrà e sculture di Picasso, un excursus sulla vita del poeta e sul suo tortuoso itinerario fra Egitto, Francia e Italia.

Passato e Presente. Ovra, la polizia del regime

Nella storia del fascismo, il 1925 è un anno cruciale, che segna il passaggio da un governo autoritario, ma ancora parlamentare, a un regime a partito unico. È la fine dello Stato liberale. Nell'arco di un biennio si rafforzano i poteri del capo di governo, mentre i partiti antifascisti vengono sciolti. Viene istituito il confino di polizia, reintrodotta la pena di morte e creato un Tribunale speciale per la difesa dello stato. Per le opposizioni non c’è più spazio. Ne parlano il professor Mauro Canali e Paolo Mieli a “Passato e Presente” in onda giovedì 1° giugno alle 13.15 su Rai 3. A garantire il nuovo ordine sarà un efficiente apparato repressivo e la famigerata Ovra, la polizia segreta fascista, sempre in cerca di spie e informatori. 

Nel secolo breve. 1943, l’eccidio di Cefalonia

In diversi set dell’isola di Cefalonia, teatro degli eventi, il racconto dell’eccidio che vide la divisione italiana Acqui sterminata da reparti dell’esercito nazista subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Con Isabella Insolvibile, la storia del più importante episodio della Resistenza dei militari italiani nella Seconda guerra mondiale è al centro del nuovo appuntamento de “Nel secolo breve”, firmato da Elio Mazzacane, in onda in prima visione giovedì 1° giugno alle 21.10 su Rai Storia. In apertura e chiusura gli interventi e commenti di Alessandro Barbero.

VENERDÌ 02/06/2023

Passato e Presente. Elisabetta II Regina d'Inghilterra

Dopo aver superato gli anni vissuti dalla regina Vittoria nel 2015, Elisabetta II nel febbraio 2022, con i 70 anni di regno, raggiunse un altro primato. È stata la regina dei record il personaggio raccontato da Paolo Mieli con la professoressa Valentina Villa in questa puntata di "Passato e Presente" in onda venerdì 2 giugno alle 8.45 e alle 14.20 su Rai Storia in occasione de settantesimo anniversario dell’incoronazione. Elisabetta II diventa sovrana del Regno Unito il 6 febbraio 1952 alla morte del padre, Giorgio VI. Incoronata regina l'anno successivo, il 2 giugno 1953, Elisabetta di Windsor inizia il suo difficile cammino sotto l'ala protettrice di Winston Churchill, il suo primo ministro per quattro anni. Nel suo lungo regno ha vissuto il progressivo smantellamento dell'Impero britannico, attraversato guerre, grandi sconvolgimenti economici e sociali. E molte avversità, pubbliche e private, come la morte di lady Diana Spencer, ex moglie del suo primogenito ed erede al trono Carlo D'Inghilterra, che segna un passaggio cruciale del suo regno e della stessa monarchia inglese.

L'Italia della Repubblica. L’Alba della Repubblica

Lo speciale di Clemente Volpini, introdotto da Paolo Mieli, ripercorre le tappe fondamentali che dalla caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, hanno portato alla nascita della nostra Repubblica, il 2 giugno 1946. Appuntamento con “L’Italia della Repubblica” venerdì 2 giugno alle 9:30 su Rai Storia. Il 2 giugno 1946 infatti venticinque milioni di italiane e italiani vanno al voto per l’Assemblea Costituente e per il referendum istituzionale che dovrà decidere fra Repubblica e Monarchia. La Corte di Cassazione rende noti i risultati definitivi del referendum: Repubblica 12.717.923 voti (54,3%), Monarchia 10.719. 284 voti (45.7%). Viene ufficialmente proclamata la Repubblica. La guerra, il risorgere della politica e l’entusiasmo per la vittoria della repubblica rivivono nei ricordi del Presidente Emerito Giorgio Napolitano, intervistato nel “faccia a faccia” condotto da Michele Astori. La puntata si avvale inoltre del contributo degli storici Davide Grippa e Angelo Ventrone.

L’Italia della Repubblica. Costruire la Repubblica

Nella storia d’Italia il 25 giugno 1946 è una data memorabile, quel giorno d’estate si aprono i lavori della Costituente: un’Assemblea, eletta da milioni d’italiani e italiane, che ha il compito di scrivere una nuova Costituzione per la neonata Repubblica. Il 15 luglio in seno all’Assemblea costituente viene scelta la “commissione dei 75” che avrà il compito redigere il testo della carta costituzionale da sottoporre poi al giudizio dell’Assemblea. La Commissione si dividerà in tre sottocommissioni: Diritti e doveri dei cittadini, Organizzazione costituzionale dello Stato, Rapporti economici e sociali.

La Costituzione fu il frutto di un equilibrato compromesso tra le principali forze politiche che conobbe anche momenti difficili come nel caso dell’art.7 (patti lateranensi e concordato).

Il 22 dicembre 1947, con 453 voti favorevoli e 62 contrari, dopo 170 sedute, l’Assemblea Costituente approva la Costituzione repubblicana, che entrerà in vigore il 1° gennaio 1948.

Ospite in studio Giuliano Amato Giudice della Corte Costituzionale. Il Prof. Amato, intervistato da Michele Astori, ci aiuterà a capire i lavori dell'Assemblea Costituente. La puntata di Clemente Volpini, introdotta da Paolo Mieli, si avvale inoltre del contributo dello storico Paolo Pombeni e di Livia Turco Presidente della Fondazione Nilde Iotti e andrà in onda venerdì 2 giugno alle 10:30 su rai Storia. Ma il racconto darà voce anche ai protagonisti dell’epoca, in interviste di repertorio delle teche Rai.

Volere Votare

1946: le donne votano e vengono votate per la prima volta in Italia. A settantasette anni dal ritorno delle votazioni amministrative e dal referendum Monarchia - Repubblica, ripercorriamo quei mesi, con la storica Patrizia Gabrielli e le toccanti testimonianze di donne che hanno vissuto in prima persona quel momento storico in “Volere votare” in onda venerdì 2 giugno alle 19.45 su Rai Storia. Piera Agliardi, classe 1915; Lula Tonini, classe 1923; Liliana Pellegrino, classe 1926; Vincenza Cupini, classe 1922; Marisa Rodano, classe 1921, Assunta Almirante, classe 1925 e Vittorina Sedda, classe 1913: italiane che, ancora oggi emozionate per aver vissuto il primo voto del 1946, trasmettono un entusiasmo e una gioia per quel diritto-dovere conquistato, che dovrebbe far riflettere le generazioni di oggi.

Passato e Presente. 1946, la nascita della Repubblica

È dal 1944, a guerra ancora in corso, che in Italia si discute della questione istituzionale; se il Paese, cioè, debba continuare ad essere una monarchia o diventare una repubblica. I partiti che formano il Comitato di Liberazione Nazionale chiedono al re Vittorio Emanuele III di abdicare, per la troppa contiguità avuta con il regime fascista durante il ventennio. Una pagina di storia riletta da Paolo Mieli e dalla professoressa Isabella Insolvibile a “Passato e Presente”, in onda venerdì 2 giugno alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

A sorpresa è Palmiro Togliatti, appena tornato in Italia dall'Unione Sovietica, a proporre di rimandare la questione istituzionale a dopo la fine della guerra. È la cosiddetta "svolta di Salerno". Al termine del conflitto si discute se a decidere tra monarchia e repubblica debba essere un referendum a suffragio universale o l'Assemblea costituente, il primo parlamento dell'Italia libera che ha il compito di redigere la nuova Costituzione. Alla fine, prevale l'idea di De Gasperi, che vuole un referendum da tenersi nello stesso giorno in cui si elegge l'Assemblea costituente. La data scelta è il 2 giugno. Quel giorno, l'89 per cento degli italiani aventi diritto si reca alle urne per votare. Lo spoglio delle schede è lungo e tormentato, ma alla fine la repubblica prevale con oltre 12 milioni e 700 mila voti, due milioni più della monarchia. Una contestazione sul meccanismo di conteggio dei voti crea un contrasto tra la monarchia e il governo; e rischia anche di esasperare le forti divisioni presenti nel paese, soprattutto tra nord e sud. Il 13 giugno, per evitare ulteriori lacerazioni, il re Umberto II decide di lasciare il paese per l'esilio, senza però riconoscere formalmente la Repubblica.

Telemaco – 1^TX

Interamente dedicata alla nascita della Repubblica è la prossima puntata di “Telemaco” in onda venerdì 2 giugno alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Sempre in compagnia di Emanuela Lucchetti, Carla Oppo, Pietro Sorace e Charlotte Marincola, questo appuntamento si compone di quattro capitoli. Il primo è incentrato sulla battaglia e sulla conquista del diritto di voto attivo e passivo delle donne; il secondo sui prigionieri di guerra italiani degli inglesi che, per la maggior parte, non poterono partecipare al referendum istituzionale a causa del mancato rimpatrio; nel terzo, invece, si affrontano le contestazioni dei monarchici e, in particolare, i fatti di via Medina a Napoli; infine, il quarto capitolo è la cronaca dei giorni in cui si attendevano i risultati con particolare riferimento al ruolo del ministro Romita e ai simboli che contraddistinguono la Repubblica italiana: l'emblema, la bandiera tricolore e il Canto degli italiani. Il percorso narrativo è impreziosito dalle testimonianze di "custodi della memoria" come la responsabile dell'UDI, Vittoria Tola, e Paolo Farinati, figlio di un prigioniero italiano che torna in tempo per votare.

2 giugno '46: il giorno che divenne festa

Memorie, ricordi, celebrazioni della giornata fondativa della Repubblica Italiana, il 2 giugno 1946. Di Enrico Salvatori, “2 giugno '46: il giorno che divenne festa” andrà in onda venerdì 2 giugno alle 22.10 su Rai Storia. Quel giorno gli italiani, e per la prima volta le italiane, vennero chiamati alle urne per decidere tra Repubblica e Monarchia e per eleggere i rappresentanti dell'Assemblea Costituente che avrebbe scritto la nuova Costituzione. Sancita la Repubblica con il conteggio dei voti l'11 giugno, con uno scarto di circa due milioni di voti sulla Monarchia, partito per l'esilio il "re di maggio" Umberto II, l'Assemblea si riunisce per la prima volta il 25 giugno 1946. A raccontare quelle settimane la Radio della Rai e i cinegiornali.

L’Assemblea costituente

Il 25 Giugno 1946, 556 parlamentari entrano nell'emiciclo dell'aula di Montecitorio, è l'inizio della stesura della Costituzione della Repubblica italiana. Di Enrico Salvatori e Chiara Chianese “L’Assemblea costituente” andrà in onda alle 23 su Rai Storia.

SABATO 03/06/23

Il viaggio di Giovanni XXIII

Il viaggio di Giovanni XXIII a Loreto e ad Assisi, il primo viaggio in treno effettuato da un pontefice: lo ripercorre il documentario di Vittorio Di Giacomo, Giuseppe Lisi, Emilio Ravel in onda sabato 3 giugno alle 10.45 su Rai Storia in occasione del 60° anniversario della morte del Pontefice. Dalla Breccia di Porta Pia, un Papa non esce dai confini della Città Eterna. L’eccezionale evento avviene il 4 ottobre 1962, giorno di San Francesco, a una settimana esatta dall’apertura del Concilio Ecumenico II, in pellegrinaggio ai santuari del patrono d’Italia e della Madonna di Loreto. Un viaggio che il “Papa buono” passa sul finestrino del convoglio, prestato dal Quirinale, a benedire migliaia di fedeli giunti ai margini di binari.

Italiani. Papa Giovanni XXIII

A 60 anni dalla morte di Papa Giovanni XXIII, ripercorrere la sua storia durante il servizio in Bulgaria, Turchia, Grecia, Francia e la sua azione internazionale da Pontefice, mostra cosa significa nel Novecento lavorare da diplomatico e operare per la pace sui piccoli e grandi scenari del mondo. Angelo Roncalli, oggi Santo per la Chiesa cattolica e papa per meno di cinque anni, è stato un uomo dell’incontro e un diplomatico alla ricerca della pace. A lui è dedicato lo speciale di Antonia Pillosio per il ciclo “Italiani”, in onda sabato 3 giugno alle 18.45 su Rai Storia. Questo pontificato breve e di transizione (come lo avevano pensato i cardinali elettori nel conclave del 1958) rappresenta uno spartiacque nella storia della Chiesa: basti pensare alla convocazione del Concilio Vaticano II. Il profilo diplomatico della sua azione (in particolare per quello che riguarda la questione comunista e la guerra fredda) ha un particolare significato per la sua incisività, ma anche perché si fonda su una storia personale di “diplomazia pastorale” e di cultura dell’incontro. Lo speciale è costruito sulla base di spunti biografici inediti suggeriti in momenti diversi da don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII, dal cardinale Loris Capovilla, suo segretario personale, dallo studioso Marco Roncalli, pronipote di Papa Giovanni XXIII e dal cardinale Paul Poupard, testimone di quei momenti. L’ampio materiale documentario è corredato da immagini, fotografie e spezzoni cinematografici provenienti dallo archivio della Fondazione Giovanni XXIII. Dopo brevi cenni ai primi, importanti passi del ministero pastorale di Roncalli a fianco del vescovo di Bergamo monsignor Radini Tedeschi, il filmato passa in rassegna la vita di Giovanni XXIII, concentrandosi su alcuni dei decenni più drammatici e ricchi di avvenimenti nella storia moderna della Chiesa, d’Italia e del mondo. Il tutto è letto anche attraverso contributi video dalle Teche Rai.

Passato e presente. Giovanni XXIII, uomo del dialogo

Doveva essere un papa di transizione, un uomo che a causa dell’età avanzata, conducesse la Chiesa in maniera prudente, quasi immobile, attraverso i turbolenti anni ‘60. E invece, in poco più di quattro anni di pontificato, Giovanni XXIII riuscirà a spiazzare tutti e a rivoluzionare il corso della storia della Chiesa Cattolica. Un personaggio al centro di “Passato e Presente”, in onda sabato 3 giugno alle 20.30 su Rai Storia. In studio, Paolo Mieli e il professor Alberto Melloni. Con il suo stile improntato al dialogo e alla comprensione, Angelo Giuseppe Roncalli seppe farsi apprezzare come diplomatico prima e come pastore poi: con il Concilio Vaticano II ha introdotto la chiesa nella modernità e con l’enciclica “Pacem in Terris”, ha innovato definitivamente la dottrina della Chiesa sulla pace, riuscendo a scongiurare una possibile guerra nucleare.

Cinema Italia. Scemo di guerra

Libia, 1941. Il Sottotenente Marcello Lupi, ufficiale medico, viene assegnato ad una sezione sanitaria installata vicino all'Oasi di Sorman. Il comando è affidato al Maggiore Beluschi che non spera altro che essere trasferito in patria. L’uomo destinato a prendere il suo posto, in quanto più alto in grado, è il Capitano Oscar Pilli, una personalità alquanto controversa che attira l’interesse del sottotenente Lupi che sta specializzandosi in psichiatria. Pilli come previsto prenderà il comando, nonostante la sua evidente instabilità mentale. La sua condizione non farà che peggiorare, portandolo a gesti estremi in un momento delicatissimo della guerra. E’ la storia che Dino Risi racconta nel film “Scemo di guerra” in onda sabato 3 giugno alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast, Beppe Grillo, Coluche, Fabio Testi, Bernard Blier, Claudio Bisio,

Documentari d’autore. 1”: la leggenda della Formula Uno

Storia di una generazione di piloti di Formula 1 che con coraggio si è spinta oltre ogni limite, arrivando a rischiare la propria vita nel periodo più difficile, pericoloso e letale della storia di questo sport. La racconta il documentario “1”, di Paul Crowder, andrà in onda per il ciclo “Documentari d’autore” sabato 3 giugno alle ore 23 su Rai Storia.


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