L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Il debutto dell'opera di Dvořák alla Scala

Ha segnato il ritorno sulle scene della Scala della regista Emma Dante, oltre che la prima esecuzione nel teatro milanese del capolavoro di Antonín Dvořák, la “Rusalka” che Rai Cultura propone in prima Tv giovedì 19 ottobre alle 21.15 su Rai 5. Il nuovo allestimento dell'opera, andato in scena nel giugno scorso, è diretto da Tomáš Hanus. Le scene sono di Carmine Maringola e i costumi di Vanessa Sannino. 
“Rusalka” è uno dei capolavori del teatro musicale europeo: dopo alcuni decenni di oblio, a partire dagli anni ‘80 la felicità delle melodie, gli echi popolari, l’atmosfera fiabesca e la complessità dei riferimenti ne hanno fatto di nuovo un titolo popolarissimo e frequentemente eseguito in Europa, negli Stati Uniti, in Oriente. 
Per la sua prima produzione dell'opera, la Scala ha voluto Olga Bezsmertna nel ruolo del titolo e Dmitry Korchak nei panni del Principe, mentre Elena Guseva è la Principessa dell’Acqua, Okka von der Damerau è Ježibaba la strega e Jongmin Park è Vodník, lo spirito delle acque; li affiancano Jiří Rajniš, Svetlina Stoyanova, Hila Fahima, Juliana Grigoryan, Valentina Pluzhnikova e Ilya Silchukou.
Nel folklore slavo le rusalka sono ninfe delle acque capaci di attrarre nei gorghi gli sventurati che osano avvicinarsi. La leggenda – in cui una creatura delle acque si rivolge a una strega per trasformarsi in fanciulla a costo del dono della parola e aspira all’amore di un principe che la tradirà e che lei a seconda delle versioni ucciderà o rifiuterà di uccidere sacrificando in cambio la sua stessa vita – è diffusa in numerosi racconti e fiabe della tradizione nordica, slava e germanica. Nel 1811 viene codificata nel racconto Undine di Friederich de La Motte Fouqué, oggetto di innumeri adattamenti negli anni a venire. 
Il direttore del Teatro Nazionale di Praga František Šubert propose a Dvořák il testo del giovane letterato Jaroslav Kvapil che arricchiva la leggenda nordica della ninfa delle acque con elementi del folklore boemo. Dvořák creò una partitura che assimila il linguaggio wagneriano restando però nei territori della fiaba piuttosto che in quelli del mito, e preferisce le forme più tipiche del Romanticismo musicale, a partire dalla ballata, rielaborando con leggerezza e fluidità melodica spunti della musica popolare boema secondo i principi del nazionalismo musicale che aveva già sostenuto nel corso del suo soggiorno negli Stati Uniti. Non a caso alcuni critici hanno parlato di “impressionismo céco”. Il risultato è un paesaggio sonoro incantato, animato da un sentimento panico della natura e stilizzato in eleganti volute liberty. 


Vuoi sostenere L'Ape musicale?

Basta il costo di un caffé!

con un bonifico sul nostro conto

o via PayPal

 



 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.