Una contagiosa freschezza
È tornato con ottimo esito al Teatro Strehler il balletto con le musiche di Prokof’ev e la coreografia di Frédéric Olivieri. In scena un centinaio di giovani danzatrici e danzatori dell’Accademia scaligera per mettere alla prova il loro virtuosismo e apprendimento coreutico.
MILANO, 14 dicembre 2024 – Per lo spettacolo istituzionale di dicembre è andata nuovamente in scena la sontuosa Cenerentola a cura di una tra le migliori Accademie coreutiche dell’attuale panorama, a firma del Maestro Frédéric Olivieri che ne ha perpetuato la tradizione nel segno del costante rinnovamento. Il balletto ispirato alla fiaba amatissima in Russia, ebbe il debutto ufficiale è avvenuto al Bolshoi di Mosca nel novembre 1945. Sergei Prokof’ev disse: “Non è solo un personaggio da favola, ma un essere vivente: soffre, vive e il suo destino ci commuove sempre”. Infatti ciò che interessava al compositore era che il pubblico non rimanesse indifferente alla sventura e alla gioia.
L’allestimento di Olivieri conferma una grandiosità a che rimanda ad antichi fasti (scenografie di Angelo Sala, costumi di raffinata fattura firmati da Maria Chiara Donato) con affascinanti invenzioni sceniche (in primis la grande zucca che si trasforma in carrozza e il portacandele che magicamente si erge ad orologio), avvolgenti luci di Andrea Giretti e sculture realizzate da Fausta Cerizza. Un sottile gioco tra sogno e realtà marca l’estrema cura nella danza delle fate delle quattro stagioni, nel ballo a corte, nella danza delle tre arance, nelle danze spagnola e araba, nelle variazioni e nei passi a due dei protagonisti. La capacità dei danzatori-allievi, anche dei più giovani, è da evidenziare per la naturalezza del movimento, persino di quello più complesso, pur nei possibili limiti individuali dettati da un percorso formativo non ancora terminato.
Protagonista della serata è la Cenerentola di Maria Vittoria Bandini, al suo debutto (7° corso), che equilibra perfettamente la sensazione di essere appesantita dal dolore e dalla miseria, ma allo stesso tempo porge la sensazione di leggerezza dei suoi arabeschi e fouetté. Al suo fianco è il Principe con Francesco Della Valle (8° corso), espansivo e meticoloso. La Matrigna è Constance Colin dell’8° corso, le sorellastre Sara Petrosino del 7° corso e Chiara Cecconi del 8° corso (tutte e tre ideali nella caratterizzazione) e l’amico del principe è Oichiro Hontani del 8° corso (talento dal forte carisma da tenere d’occhio in futuro). E via via tutti gli altri esprimono personalità e coinvolgente freschezza. Per gli allievi esibirsi su un palcoscenico importante, davanti a così tanto pubblico, ai maestri, agli addetti ai lavori e agli ospiti richiede attenzione e massima concentrazione, è come fare un viaggio nell’anima, ma alla fine questo tipo di esperienze dà loro la giusta misura nella crescita artistica. Sono ben ottantasette gli allievi impegnati in questa produzione, mentre altri ottantadue sono coinvolti alla Scala nello Schiaccianoci che inaugura la stagione di balletto.
La scena finale raggiunge il massimo della spettacolarità, riscuotendo applausi a scena aperta con i due innamorati intenti nel poetico “pas de deux” a consolidare l’incanto. Questa versione trasognante dolcezza di Frédéric Olivieri, la cui guida tanti talenti ha coltivato, ha nuovamente conquistato per funzionalità, dinamismo, nitore tecnico delle linee, padronanza del corpo ed esecuzione bilanciata. L’adattamento coreografico è coerente all’originale, con modifiche e snellimenti che non mutano l’andamento del balletto ma anzi illuminano al meglio le attitudini degli interpreti. Speciale cura è dedicata alla interpretazione dei personaggi, a cominciare da quelli di contorno: le apparizioni della Fata Madrina (la radiosa Daisy Libero dell’8° corso che ha infuso gioiosa serenità al ruolo) sono circondate da un’atmosfera di magia che si riverbera negli incantesimi da lei prodotti, mentre le sorellastre e la matrigna mostrano egoismo e goffaggine. La partitura comprende un assortimento pressoché completo di danze classiche e popolari ma anche di languidi adagi per le scene d’amore e ciascun ruolo ha le più ampie opportunità di mostrare la propria arte. Come sempre Olivieri - con i suoi assistenti alla coreografia Leonid Nikonov, Tatiana Nikonova, Paola Vismara - non si è limitato al semplice saggio ma ha montato un vero e proprio spettacolo degno dei grandi palcoscenici e del nome della Scuola da lui diretta (tant’è che dal suo debutto nel 2015 questa Cenerentola commissionata dalla Fondazione Bracco è stata rappresentata in varie tournée nazionali). Se mai ce ne fosse ancora bisogno, la rappresentazione si è rivelata una occasione per sottolineare l’eccellenza tra tradizione, modernizzazione e creatività dell’antichissima istituzione legata ad uno dei teatri lirici più famosi del mondo. Come sempre sala gremita, aria festante e applausi convinti.
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