L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

alessandra ferri

Alessandra Ferri, Giulietta eterna

 di Pietro Gandetto

Attesissimo ritorno di Alessandra Ferri al Teatro alla Scala nel Romeo e Giulietta di MacMillan. Ovazioni per l’étoile accompagnata dal Principal dell’American Ballet Theatre, Herman Cornejo.

Milano, 31 dicembre 2016 - Per San Silvestro una Milano piena di botti, anche se il vero botto l’ha fatto la Scala, chiudendo questo ricco 2016 con l’Étoile Alessandra Ferri nel Romeo e Giulietta di MacMillan. Una sola data, un evento unico, una serata indimenticabile.

A cinquantatré anni, la stella della danza è tornata al Piermarini dopo quasi dieci anni di assenza, ma soprattutto dopo quell’addio alle scene, nel 2007, che in realtà era solo un “arrivederci”, anche se nemmeno lei, forse, lo sapeva.

Una carriera temporaneamente interrotta per dedicarsi alle figlie e dar vita a una nuova dimensione, che forse a certi artisti manca, ma che nel caso della Ferri ha provocato una mancanza ancor più grande, quella per la danza. “Soffrivo in quel vuoto, mi mancava l’energia”, “ho sentito la mia vita rimpicciolita”, dice l’artista. E allora il ritorno, nel 2013 a Spoleto, con l'evento The piano upstairs, da lei stessa coreografato.

Ieri, nella sua Milano, è tornata con Giulietta, quel ruolo che si è portata dentro tutta la vita, fregiandola nel 1992, del titolo di prima ballerina assoluta e di una sfilza di altri premi che non ha senso elencare. Quel che conta è che, per Alessandra Ferri, Giulietta è il ruolo “eterno” attraverso il quale, come ella afferma: “riesco a capire come sono in ogni fase della mia vita. L’età non c’entra. In scena non ho età”.

Vedendola danzare si capisce davvero che cosa significhi non avere età. Un corpo minuscolo ed esile, che a guardarlo ha ancora il candore di una bimba, ma anche la forza e l’esperienza di una donna che ha dedicato la vita per la danza. Ogni espressione del volto è un fiume in piena, ogni movimento del corpo il frammento di una poesia che la Ferri continua a scrivere ogni giorno. Il resto è sotto gli occhi di tutti. La capacità di esprimere in modo realistico e lirico ogni intenzione e sentimento, non solo con le sue inconfondibili linee così morbide e sinuose, ma anche con un uso assolutamente attoriale del viso, che rivela tutti i chiaroscuri dell’animo della protagonista.

Come sempre, non si vince da soli. Ad accompagnare l’artista, il trentacinquenne Herman Cornejo, principal dell'American Ballet Theatre, partner professionale e compagno di vita di Alessandra Ferri. Com’è noto, l’amore nella vita esalta quello sul palco e, con due star così, il risultato è il meglio al quadrato.

Un magnifico spettacolo di grande suggestione e fascino. Ovviamente, tutto sold out. Ovazioni per l’étoile e dodici minuti di applausi anche per gli altri solisti, bravi senza eccezioni.  A partire da Walter Madau, che dà vita a un esplosivo Mercuzio, per ricordare poi Mick Zeni che forgia un Tebaldo autorevole. Corpo di ballo della Scala in splendida forma nonostante i cambi di poltrona ai vertici della direzione, in attesa di una guida definitiva. Patrick Fournillier dirige un Prokof'ev denso e incalzante.

In attesa del ritorno di Misty Copeland e Roberto Bolle nelle recite di gennaio, un capodanno indimenticabile.

foto ©Universal Ballet photo by Kyoungjin Kim


 

 

 
 
 

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