L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Manoscritti illuminati

 di Giuliana Dal Piaz

David Fallis riscopre, con il suo Toronto Consort, il repertorio europeo ed extraeuropeo racchiuso in manoscritti del XII, XIII e XIV secolo.

Toronto, 2 marzo 2018 - The Toronto Consort, il piccolo ensemble di musica antica diretto da David Fallis, prosegue la sua Stagione 2017-18 con un evento dedicato a una serie di manoscritti tra i circa settemila, giunti fino a noi grazie all’opera di conservazione di monasteri e università di vari paesi, dal XII, XIII e XIV secolo. Nell’ambito di una presentazione pre-concerto, il Dott. Nicholas Herman, curatore dei manoscritti dello Schoenberg Institute for Manuscript Studies presso le University of Pennsylvania Libraries, ha illustrato al pubblico – numerosissimo per un tipo di evento di solito frequentato da poche decine di persone – com’è nato il “libro” nell’epoca anteriore all’invenzione della stampa; ha mostrato l’evoluzione dal rotolo in papiro a quello in pergamena e poi al manoscritto su cartapecora, prima con un solo tipo di inchiostro e poi con l’uso di illustrazioni e colori. Lungo tutto l’evento, si sono susseguite sullo schermo le splendide immagini, volentorosamente prestate da venticinque diverse istituzioni europee e da alcuni musei, in primis dall’Aga Khan Museum di Toronto, recentemente divenuto un importante partner di iniziative culturali in Canada, così come da musei di New York, Los Angeles e Gerusalemme.

Tra le varie tradizioni di musica antica di paesi non europei, la scelta è caduta sulla tradizione persiana – molto presente anche nelle immagini miniate – e pertanto sulla presenza di tre artisti invitati, tra i quali il compositore e sitarista Pejman Zahedian.

Per quanto riguarda l’aspetto musicale, il programma ha quindi incluso, nella prima parte, alcuni brani anonimi a commento delle immagini di breviarî o “Books of Hours”, una definizione, questa di Libro delle Ore, che distingue il semplice breviario a uso ecclesiastico da quelli creati per i laici, in genere nobili o membri di case reali, giacché la lunga elaborazione e l’uso di materiali pregiati rendevano molto alto il costo di un libro miniato; un commento musicale ai versi del leggendario Nezami Ganjavi, nel poema Haft Paykar (Le Sette Bellezze) che narra la nascita dell’eroe Bahram Gur; e infine Las Cantigas de Santa Maria dal “Códice Rico” conservato presso il palazzo dell’Escorial a Madrid.

La seconda parte del concerto prevedeva El Cant de la Sibilla e il Dies irae, dies illa, ispirati alle immagini mozarabe di manoscritti con i Commentari dell’Apocalisse del monaco spagnolo Beatus di Liébana; brani dalla collezione persiana Radif, organizzata in dodici diversi toni spaziali chiamati dastgah (letteralmente, posizioni della mano), ognuno destinato a un determinato momento del giorno ed espressione di un differente stato d’animo; e infine due brani riuniti in una sezione chiamata Journeys Back and Forth (Viaggi avanti e indietro), Chominciamento di gioia da un manoscritto italiano del XIV secolo, ritmi di danza influenzati da musiche medio-orientali, e Chahar pareh (I quattro giardini), canzone tradizionale persiana.

Mentre si ammira l'incredibile ricerca filologica sulla musica antica costantemente realizzata da Fallis e i suoi collaboratori, il concerto è parso lungo e a tratti poco stimolante: il ritmo monocorde dell’hurdy-gurdy – solo accompagnamento di alcuni passi vocali – e l’orchestrazione delle antiche musiche persiane, basate su accordi di poche note che sembrano ripetersi all’infinito, alla lunga finiscono per risultare monotoni. Straordinari, come sempre, gli strumentisti, meno le voci, che sono sembrate più deboli.

 

ILLUMINATIONS – Musiche di anonimi del XII, XIII e XIV secolo. Stagione 2017-18 di The Toronto Consort (2 e 3 marzo 2018). Trinity-St.Paul’s Centre. Direttore: David Fallis, tenore. Ensemble: The Toronto Consort. Strumentisti: Ben Grossman – hurdy-gurdy e percussioni. Katherine Hill, soprano – nychelharpa. Paul Jenkins, tenore – arpa medievale. Alison Melville – flauto e flauto dolce.

Cantanti: Michelle DeBoer, soprano. John Pepper, basso. Rebecca Claborn, mezzosoprano.

Artisti invitati: Nagmeh Farahmand, percussioni persiane. Demetrios Pesalakis, oud (liuto arabo). Pejman Zahedian, sitar, voce, compositore.

 


 

 

 
 
 

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