L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Wagner in stivali di gomma

 di Suzanne Daumann

Un allestimento originale, e non privo di humor, incornicia, nel vero senso della parola, una bella esecuzione dell'opera di Wagner.

RENNES, 9 maggio 2019 - Per la chiusura di stagione, l’Opéra de Rennes ha ripreso una produzione del teatro di Hagen, in Germania, di Der fliegende Holländer di Richard Wagner. Allestimento firmato da una coppia di sorelle, Beverly e Rebecca Blankenship, questa produzione è assai originale e divertente. La vicenda ruota intorno a un marinaio maledetto, un Olandese condannato a errare sui sette mari finché una donna non gli resterà fedele fino alla morte. Durante una tempesta incontra Daland, capitano di vascello che gli promette sua figlia in cambio delle ricchezze accumulate nel tempo. Senta, la figlia del capitano, per quanto fidanzata con Erik è presa da un innamoramento vago e sognante per uno straniero il cui ritratto si trova nella dimora di suo padre. Costui giunge annunciandole di averle trovato un fidanzato e - stupore! - altri non è che l'uomo del ritratto. Segue una scena d'amore e il lieto fine sembra prossimo. Tuttavia, Erik non vuole lasciare Senta così facilmente e cerca di persuaderla a sposarlo. L'Olandese, da parte sua, ama veramente Senta e vuole rinunciare a lei per proteggerla. Eppure Senta finisce  per seguirlo nella morte nella liberazione.

Soggetto romantico, dunque: messa in musica romanticamente da un Wagner ancora giovane, quest'opera supporta una messa in scena un po' originale: la scena è incorniciata come un quadro, la cornice tiene il conto delle sventurate morte per amore dell'Olandese - onta su chi qui pensa a Leporello e al suo catalogo. Abbiamo, dunque, un quadro, ma che è anche una piscina. Infatti, i cantanti si muovono nell'acqua durante tutta l'opera. Ciò offre una nuova dimensione e un mezzo d'espressione drammatica ulteriore: quando qualcuno se ne va, irritato, l'irritazione è ben visibile nell'acqua sotto i suoi piedi… Oltre all'acqua, non serve molto altro per render visibili vascelli, tempeste, terra ferma: cavi per navi e marinai, un argano fatto girare dalle compagne di Senta, invece di filare, fumo illuminato di rosso e blu per onde e tempeste - tanto basta a illustrare la vicenda. Gli eccellenti cantanti e il loro gioco scenico fanno il resto. Il basso-baritono Almas Svilpa, bella voce e presenza scenica impressionante, realizza un vivido Olandese, fra sconforto e tenerezza. Martina Welschenbach è Senta. La sua vocalità sopranile è chiara, ampia, generosa, l'intonazione perfetta: incarna questa donna così forte nella sua convinzione con un abbandono e un'esattezza notevoli. Il Daland di questa produzione ha un piccolo risvolto comico e la voce di basso di Patrick Simper sembra quasi troppo grande per lui. Samuel Sakker è un credibile Erik, Yu Shao intona la canzone del Timoniere proprio con la nostalgia che occorre; e spiace di non ascoltare di più Doris Lamprecht, giacché la parte di Mary è assai piccola.

Rudolf Piehlmayer dirige l’Orchestre Symphonique de Bretagne con spirito ed energia, e i cori, l’Ensemble Vocal Mélisme(s) di Gildas Pungier e il coro d’Angers Nantes Opéra guidato Xavier Ribes, sono sublimi, come sempre.

Una serata romantica, divertente e colorata, dalla quale si esce riflettendo sulla questione dei simbolismi nascosti, di donne che salvano gli uomini, di uomini che salvano le donne, e da cosa esattamente - sempre sentendo risuonare in testa il canto dei marinai. Grazie per questa serata e appuntamento al 13 giugno per la proiezione su grande schermo in Place de la Mairie a Rennes, e su schermi un po' dappertutto in Bretagna!


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