L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

“E vo gridando: pace!”

di Giuseppe Guggino

Il Simon Boccanegra con protagonista Placido Domingo va in scena al Teatro Massimo di Palermo nello storico allestimento di Sylvano Bussotti. Fra alti, bassi e un black out elettrico a scena aperta, la serata scivola piuttosto sottotono.

Palermo, 27 febbraio 2022 - Così come il Simone segue cronologicamente Les Vêpres Siciliennes nel catalogo verdiano, anche il cartellone operistico del Massimo di Palermo pone in sequenza i due titoli, preferendo però alla prima versione veneziana degli anni ’50 il più consueto rifacimento del 1881.

Elemento di interesse della serie di recite siciliane è la presenza di Placido Domingo che, dopo aver vestito i panni del doge di Genova in giro per il mondo nell’ultima appendice “baritonale” della sua non breve carriera, giunge al debuttare financo nel Massimo palermitano. In realtà, dopo la prima, il celebre cantante spagnolo ha fatto la sua rentrée in produzione all’ultima recita, di cui si riferisce, a causa di un’indisposizione. Al sortire in scena – che vede Simone non ancora eletto doge interloquire con Paolo Albiani – la linea di canto appare ben salda, non priva di smalto, così come la parola verdiana è ben scolpita; poi, del duetto con Fiesco, giunge “Del mar sul lido”, il primo dei tanti cantabili della parte, e alla lotta che attanaglia Simone fra ragion di Stato e vissuto privato, si sovrappone la lotta fra l’artista di prim’ordine, animato delle migliori intensioni interpretative, e l’uomo alle prese coi limiti fisiologici di uno strumento al volgere al termine di una parabola artistica d’amplissima gittata, incaponito a sfidare tanto il fiato quanto la memoria. E quella stessa pace che Fiesco invoca su Simone non può non augurarsi a quella sana irrequietezza artistica capace ancora di dire qualcosa, ma impietosamente inchiodata dal confronto col glorioso passato individuale.

Discorso perfettamente analogo potrebbe farsi per l’elegante spettacolo di Sylvano Bussotti (e ripreso da Paolo Vettori), articolato in quadri di grande suggestione, fra sottilissimi tulle dipinti, il mare a serie di burloni rotanti nel fondo, la luce blu; spettacolo in cui però latitano azione e recitazione: una concezione teatrale datata, ormai appartenente più alla categoria museale che non al teatro moderno.

A ciò che potrebbe a tutti gli effetti consegnarsi alla storia del teatro d’opera italiana della fine del secolo scorso si coniuga però una nuova generazione di artisti ad esiti altalenanti. Con tutte le attenuanti per Azer Zada, deconcentrato dal black out elettrico occorso nel bel mezzo dell’aria di Gabriele Adorno del secondo atto – pur portata a termine con le luci d’emergenza – va detto che la vocalità, priva di squillo e di mordente, è del tutto sottodimensionata per il giovane pretendente di Amelia, vieppiù se impersonata da un pugnace Anastasia Bartoli, forte di uno strumento esteso, duttile, sonoro, sebbene non ampio e timbricamente non particolarmente ammaliante. Notevoli sia il Fiesco di Marko Mimica, dall’emissione ben timbrata e consistente, specie nel grave, sia pure il Paolo Albiani disegnato da Marco Caria, con voce ben salda e vasta gamma di colori, com’è necessario per un personaggio tanto ambiguo. A completare la distribuzione l’ottimo comparto comprimariale costituito da Mariella Maisano (Ancella), Luciano Roberti (Pietro) e Domenico Gheggi (Capitano).

In buca fatica non poco Francesco Ivan Ciampa a tenere insieme il tutto, se l’Orchestra è ben lontana dal livello udito nei recenti Vêpres e la prova del Coro di Ciro Visco risulta complessivamente sottotono; il giovane direttore campano, pur conducendo la serata in porto, pecca in questa circostanza di scarso pragmatismo nel disegnare agogiche tanto meditative quanto affascinanti, salvo poi ritrovarsi costretto a riacciuffare qualche arcata baritonale in debito di fiato, siglando una recita un po’ sfilacciata all’insegna del costante compromesso, pienamente convincente solamente all’ultimo atto. E vo gridando: pace, pace, pace!


 

 

 
 
 

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