L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Natura e incanto

di Roberta Pedrotti

Il ciclo dedicato a San Francesco dalla Filarmonica Marchigiana tocca i teatri della regione con un nuovo programma che a Mogliano va a braccetto con le festività natalizie.

MOGLIANO (MC) 12 dicembre 2023 - Mogliano è un borgo a due passi da Macerata, su uno dei tanti cucuzzoli dell'entroterra marchigiano. Le vie, la piazza, le luminarie natalizie, un presepe (e sono ottocento anni dal primo, quello francescano di Greccio) da cui si diffondono canzoncine festose. Nessuno o quasi in giro, i negozi stanno chiudendo. E poi, c'è il teatro: il Teatro Apollo, con i ritratti di Rossini, Donizetti, Bellini e Verdi sul soffitto, un ingresso artisti sulla piazza principale e quello per il pubblico nel vicolo che delimita l'edificio. Il pubblico pian piano si assiepa per entrare e – sorpresa! – son soprattutto bambini e ragazzini, che in qualche caso si trascinano dietro genitori o insegnanti. Hanno partecipato a concerti per le scuole al mattino, hanno ricevuto i biglietti per questa sera e non hanno rinunciato a partecipare, anzi: nelle prime file riconosciamo espressioni attentissime e rapite, piccoli gesti che accompagnano la musica. Certo, ci sono anche alcuni momenti di distrazione, ma sono tanto più interessanti per capire la nascita del rapporto fra il nuovo pubblico e il rito del concerto. Ci sono i tempi, con un iniziale ambientamento, il picco di concentrazione, un briciolo di stanchezza. Ci sono le luci, e se centocinquant'anni fa Wagner predicava il buio per evitare distrazioni, ora pare che sia il contrario, tanto più che la maggiore illuminazione è funzionale all'intervento di una voce recitante che, dando più immediata sostanza a un filo narrativo, facilita il coinvolgimento. E, quindi, c'è naturalmente il programma, che in questo caso fa parte del progetto francescano lanciato dalla Filarmonica Marchigiana per la serie di centenari legati alla vita del santo di Assisi - come il citato presepe - e all'ordine da lui fondato [la recensione del primo concerto: Fabriano, concerto Kocsár/FORM, 29/10/2023]. Il filo conduttore è quello del rapporto con la natura e con gli animali, sicché ad aprire la serata troviamo la suite Gli uccelli di Respighi, classico esercizio di maniera nella moda neoclassica e neobarocca volta a riallacciare le fila con la civiltà strumentale passata, non solo italiana (qui oltre a Pasquini, si citano Rameau, Gallot ed Eyck). La testimonianza di una temperie culturale che comunque trova opportuna collocazione in un impaginato che le abbina una nuova composizione di Marco Taralli, Francesco, il lupo e altri animali; più che un melologo, una racconto ispirato a Pierino e il lupo di Prokof'ev, in cui gli animali citati (il Lupo di Gubbio, uccelli, pecorelle, cicale...) hanno un tema corrispondente, una sorta di etichetta sonora che li identifica e riemerge come archetipo, quasi evocando pitture bizantine, più che come elemento mobile in una drammaturgia. Questa può contare sull'attore Lorenzo Venturini, che mantiene viva l'attenzione del piccolo pubblico, il più difficile.

Si ritorna ad abbassare le luci e a lasciar spazio solo alla musica, una postilla tutta natalizia, sì, ma che in qualche modo si ricollega al tema del rapporto con la natura, per quanto in una dimensione del tutto fiabesca: il Walzer dei fiori dallo Schiaccianoci di Čajkovskij. Qui il direttore Lorenzo Bizzarri – dall'aria piuttosto giovane – dimostra di dover ancora maturare appieno la gestione di questo moto perpetuo sfuggente ed enigmatico, rapinoso e affascinante.

Il giovanissimo pubblico risponde con calore; bambini in ghingheri o sportivi, che si affondano nella poltrona o si tendono verso il palco facendo vibrare le dita a tempo di musica: lo spettacolo più bello. Resta solo da chiedere, in questa vigilia di Santa Lucia, un regalo per tutto l'anno e per quelli a venire: che non resti, per loro, solo un episodio, ma che li accompagni sempre la curiosità di scoprire cose nuove e di passare una sera a teatro, non un luogo misterioso riservato a una cerchia di appassionati, ma un luogo accogliente per tutti.


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