L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

L'eleganza del Cigno

di Roberta Pedrotti

Gautier Capuçon e Jérôme Ducros aprono il 2025 di Musica Insieme a Bologna con un saggio di musica da camera come dialogo che esalta e amplifica in un unico movimento dialettico comune l'eccellenza dei singoli.

BOLOGNA, 13 gennaio 2025 - Il Cigno di Saint-Saëns per un violoncellista è un po' come la Meditation di Thaïs per un violinista o certe pagine di Chopin per un pianista: un jolly che accompagna in tutta la carriera, si intona con ogni cerimonia, matrimoni o funerali, funziona sempre benissimo come bis, per completare un programma, per un'esibizione estemporanea. Tutti, più o meno consapevolmente, lo abbiamo in testa, lo ritroviamo familiare, gli sorridiamo come a un vecchio amico. Gautier Capuçon lo annuncia comunque, al pari degli altri due fuori programma (lo Scherzo dalla Sonata di Šostakóvič e la trascrizione dell'Hymne à l'amour di Édith Piaf), con il gesto di garbo di chi si rivolge cordiale e rispettoso al pubblico senza dar nulla per scontato. Né scontato è certo questo Cigno, a riprova che nessuna scelta è facile nelle mani di un grande artista: mille e mille volte possiamo aver ascoltato il flessuoso ancheggiare del bianco volatile sulle acque, ora nell'originaria facezia del Carnival des animaux, ora nel pathos languido della versione coregrafica di Fokine per Anna Pavlova, La morte del cigno. Eppure, Capuçon ci tiene con il fiato sospeso, costretti a seguire come in una continua scoperta il flusso di un legato in continuo ed elegantissimo sfumare dinamico. Et voilà, il jolly per tutte le stagioni diventa l'asso senza pari. Il virtuosismo sarcastico e proteiforme espresso in Šostakóvič è il perfetto complementare, anche nel rapporto con il pianoforte di Jérôme Ducros, prima liquido e discreto e ora brillantissimo deuteragonista, né l'alto gusto del porgere vien meno quand'è declinato nel mondo della chanson francese.

I tre bis, giustamente acclamati, coronano una magnifica apertura del 2025 per Musica Insieme. Capuçon e Ducros hanno gettato un ponte fra grandi classici dell'Ottocento romantico tedesco (i Fantasiestücke op. 73 di Schumann e la Sonata n. 3 in la maggiore op. 69 di Beethoven) e la scuola nordica (la Sonata in la minore op.36 di Grieg) in un saggio esemplare del far musica da camera. Impressiona, certo, il dominio tecnico del violoncellista, il suono serico, la perfetta intonazione, la gamma di sfumature dosate con impagabile nonchalance. Parimenti colpisce l'incisività del tocco del pianista, così nitido e brillante, così pronto e naturale nell'articolazione. Presi singolarmente, due grandi musicisti; in duo un respiro comune che ne eleva esponenzialmente le qualità.

Nessuno dei brani in programma è concepito con un protagonista e un accompagnamento, bensì come un dialogo che Capuçon e Ducros rendono immediato. Non si percepisce mai la sensazione di uno studio a tavolino, quando di un rapporto talmente metabolizzato da rendere ogni elemento del testo come ogni scelta interpretativa ovvia e necessaria conseguenza di ciò che precedeva, dell'incontro fra due voci, fra due artisti in continua, reciproca sollecitazione. Tutto si gioca senza gesti eclatanti, enfasi ed effetti, bensì nella misura cameristica, là dove il dettaglio più minuto abbraccia naturalmente il più ampio ventaglio espressivo senza trasformarsi in esercizio di stile. Ecco il suono che si arrotonda, si scurisce, si fa lieve o traslucido, scintillante o pastoso, sempre nobile e affabile, sia nei mutevoli contrasti di Eusebio e Florestano per Schumann, sia nello scambio idealizzato e luminoso innalzato da Beethoven “inter lacrimae et luctum” (così l'eloquente epigrafe d'autore, quasi un ossimoro rispetto al carattere della Sonata), sia nel concitato caleidoscopio di Grieg. Sempre a due voci, senza gerarchie, semmai in vicendevole alternarsi di ruoli in un continuo divenire dialettico.

Potremmo spendere mille parole scontornando questo o quel suono, questo o quel passaggio, ma più di tutto, per fortuna, conta un'idea di musica in cui ciascuno è necessario all'altro e per questo nobile, intelligente, sensibile, per questo attento alle sfumature e agli equilibri, per questo eccellente.

Leggi anche

Bologna, concerto Soltani / Gianfaldoni /Violoncelli di Santa Cecilia, 16/01/2023

Bologna, concerto Soltani/McAdams, 08/11/2021

Bologna, concerto Pagano/Passerini, 06/05/2023

Torino, concerto Chang/Maisky/OSNRai, 14/03/2024

Bologna, concerto Kobekina/Abdelmoula, 22/04/2024


Vuoi sostenere L'Ape musicale?

Basta il costo di un caffé!

con un bonifico sul nostro conto

o via PayPal

 



 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.