L’Ape musicale

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Berlioz e una prima nazionale di Arvo Pärt

Sul podio il direttore musicale del Teatro Massimo, Gabriele Ferro

Indisposto il direttore Metzmacher, tornerà per un concerto nel 2018

Pärt: “L’accoglienza dei palermitani per la mia musica mi ha sempre toccato”

PALERMO. “La mia vita è un romanzo che m’interessa assai”. Questa frase di Berlioz è fondamentale per comprendere la Symphonie fantastique, in programma martedì 7 marzo alle 20.30 per la stagione sinfonica del Teatro Massimo di Palermo, con la direzione di Gabriele Ferro, direttore musicale del Teatro, l’Orchestra e il coro del Teatro. Sul podio avrebbe dovuto esserci il direttore tedesco Ingo Metzmacher, che è però indisposto. Così Gabriele Ferro, dopo la direzione della trionfale Norma che si appena chiusa, torna a impugnare la bacchetta “in casa”. Metzmacher tornerà al Teatro Massimo molto presto, si stanno definendo le date per la stagione 2018. La Fondazione ringrazia il suo direttore musicale Gabriele Ferro per la disponibilità dimostrata.

Accanto all’opera di Berlioz, in programma una chicca di Arvo Pärt, Greater Antiphons, che viene presentata in prima esecuzione italiana. Una composizione per orchestra d’archi commissionata nel 2015 a Pärt - tra i maggiori compositori in Europa e nel mondo - dalla Los Angeles Philharmonic Association e dal suo direttore musicale Gustavo Dudamel, ed eseguita per la prima volta il 28 maggio 2016, con la Los Angeles Philharmonic Orchestra. Di Pärt si eseguirà anche Da Pacem Domine, scritto su commissione di Jordi Savall per commemorare le vittime degli attentati terroristici del 2004 in Spagna.

“Ho scritto Greater Antiphons nel 2016 per Los Angeles – dice Pärt - e il brano è stato fatto poco tempo dopo per la prima volta sul suolo europeo a Malta. Sono molto felice che la prima italiana si terrà a Palermo. Alcuni anni fa, diversi concerti mi hanno portato in Sicilia e la calda accoglienza del pubblico palermitano per la mia musica mi ha profondamente toccato. Purtroppo, questa volta non mi è possibile esserci, ma so che l'opera è in buone mani con l'Orchestra del Teatro Massimo. Anche se Greater Antiphons è un brano puramente strumentale, tuttavia è un'opera che ‘canta’, infatti si tratta di una versione per orchestra d'archi di una delle mie opere corali, Sieben Magnificat-Antiphonen. Confido che l'Orchestra del Teatro Massimo, sotto la guida competente e sapiente di Gabriele Ferro sapranno farla cantare".

L’opera di Berlioz, eseguita per la prima volta nel 1830, associa a ciascun movimento un titolo e un momento, reale o immaginario, della vicenda amorosa tra un giovane musicista e un'affascinante donna. È articolata in cinque movimenti collegati da un'idea fissa (idée fixe), un pensiero musicale che nella mente del protagonista si associa sempre alla donna amata. Dalla sognante malinconia di Fantasticherie – passioni, il primo movimento ispirato all’incontro con l’oggetto d’amore, si arriverà al Sogno di una notte di sabba, dove il protagonista sarà trasportato nel bel mezzo di un sabba di streghe, in un corteo lugubre e solenne. Nella Sinfonia Fantastica Berlioz traspone il suo amore romantico e inizialmente non ricambiato per l’attrice irlandese Harriet Smithson, che era arrivata a Parigi nel 1827 e aveva ottenuto grande successo interpretando Ofelia e Giulietta nei drammi di Shakespeare. Berlioz aveva avuto un colpo di fulmine per il drammaturgo inglese e per la Smithson. Nel 1830, quando la Symphonie fantastique viene eseguita per la prima volta, Berlioz è stato “consolato” del suo amore infelice dalla pianista Camille Moke, che presto lo lascerà per sposare un altro uomo. L’amore per la Smithson sarà finalmente coronato nel 1833 dal matrimonio, ma l’unione si rivelerà una tragica parodia del sabba di streghe che conclude la Sinfonia.


 

 

 
 
 

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