L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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NOTE DI REGIA

IL FLAUTO DA FAVOLA

di Julien Lubek et Cécile Roussat

La corrispondenza di Mozart, inviata alla moglie durante la genesi e le prime rappresentazioni dell’opera, illumina e ci conduce per mano dentro quel grande capolavoro che è Die Zauberflöte(Ilflauto magico). Tenerezza, dolore, paura, solitudine, gioia, bellezza, nostalgia, luce, conforto, tuttoquesto e molto altro emerge dalle lettere, scritte durante quel periodo, e riferite al Flauto.

Vienna, 7 luglio 1791

Adesso non vorrei altro che i miei affari fossero già a posto, solo per essere di nuovo con te; non puoi immaginare quanto tutto questo tempo mi sia sembrato lungo lontano da te. Non sono in grado di spiegarti la mia sensazione, è un certo vuoto – che mi fa davvero male – una certa nostalgia, che non viene mai soddisfatta e che perciò non cessa mai, che continua sempre, anzi cresce di giorno in giorno. Quando penso quanto eravamo allegri e puerili insieme a Baden, e che ore tristi e noiose trascorro qui, neppure il mio lavoro mi dà gioia, poiché ero abituato a interrompermi di tanto in tanto e scambiare un paio di parole con te, e purtroppo questo piacere è ora impossibile. Se mi metto al pianoforte e canto qualcosa dell’opera, devo interrompermi subito. Mi emoziono troppo. Basta! […]

Vienna, 14 ottobre 1791

Hanno detto che è un’opera degna di essere rappresentata nelle più grandi festività davanti ai più grandi monarchi, e che l’avrebbero certamente rivista spesso, perché non hanno ancora mai visto uno spettacolo più bello e piacevole. [Salieri] ha ascoltato e guardato con molta attenzione, e dalla sinfonia fino all’ultimo coro non c’è stato un brano che non gli abbia strappato un bravo o un bello e non riusciva più a smettere di ringraziarmi per questa cortesia […] 

Marco Murara (a cura di), Tutte le lettere di Mozart: l'epistolario completo della famiglia Mozart: 1755-1791. Vol. III, pp: 1832, 1841, Varese, Zecchini, 2011.

Die Zauberflöte è un messaggio universale dalla doppia lettura: la favola di un principe che salva l’amatae, allo stesso tempo, un percorso verso la saggezza. L’opera di Mozart è firmata dei registi Julien Lubek e Cécile Roussat, che proprio con questo titolo, nel 2010, a Liegi, hanno avviato il loro percorso nella musica operistica.

“L’idea di partenza – ha spiegato Lubek – è che Tamino viva l’avventura del Flauto magico come un sogno, in cui realizza quale dovrà essere il suo percorso di crescita. Le vicende, i personaggi, gli amici e i nemici del giovane principe nascono nel suo mondo, dalla camera da letto alla libreria, dai quadri alla sveglia sul suo comodino”.

Il risultato è un racconto fiabesco, ricco di colori, di poesia, a tratti divertente ma anche sacrale, come d’altronde il percorso musicale dell’opera creata da Mozart. Sul palco si alternano ai cantanti mimi e acrobati, che non danno semplice sfoggio delle loro abilità ma sottolineano con le loro evoluzioni la difficoltà del percorso del giovane protagonista. Una messa in scena che punta maggiormente sull’aspetto favolistico della storia, senza tralasciare le implicazioni e i molti richiami alla massoneria che il genio di Salisburgo inserì nella partitura.

“Più che un’opera massonica, Zauberflöteè, per noi – dicono Julien Lubek e Cécile Roussat - una parabola del cammino che porta dall’infanzia all’età adulta. È questa, a nostro avviso, la spiegazione del successo immediato, universale e duraturo di questo capolavoro. Certo, Mozart e Schikaneder hanno costruito musica e libretto attorno simboli massoni: la trinità, la contrapposizione dell’ombra e della luce, le prove iniziatiche o ancora l’onnipresenza dei quattro elementi. Ma, sullo sfondo, c’è di più; emerge indiscutibilmente la filosofia degli illuministi adottata dagli affiliati alla massoneria verso la fine del XVIII secolo, periodo così profondo e rivoluzionario. Sarastro e i suoi sacerdoti, modelli e tutori del futuro sovrano Tamino, hanno molti tratti in comune con i despoti illuminati e le loro corti nell’Europa del Settecento. Il ruolo affidato alle donne oltretutto, nella società ideale tratteggiata nell’opera attraverso il libretto, è del pari innovativo: nonostante qualche battuta di Sarastro possa apparire misogina al giorno d’oggi, il percorso iniziatico di Pamina, al fianco di Tamino, testimonia una certa audacia politica e filosofica da parte dei suoi autori. Dunque è attraverso il mondo della fiaba che ci avviciniamo al Zauberflöte- di fatto fu proprio un racconto fantastico di Wieland ad ispirare Schikaneder ed è questo approccio, secondo noi, che aiuta a comprendere il messaggio universale dell’opera. Così come i racconti popolari si rivolgono ai fanciulli con una falsa ingenuità, così quest’opera ricorre a immagini incantate, effetti magici e personaggi fatati per parlare della conoscenza e della scoperta di se stessi. Per Tamino, il passaggio dal mondo dell’apparenza e quello della Ragione e della Saggezza corrisponde all’abbandono delle illusioni dell’infanzia; stesso percorso per Papageno che apprende (più o meno!) a controllare il suo bisogno di saziarsi sempre e ovunque; per quanto riguarda Pamina, infine, il suo percorso la porterà ad affrancarsi dal suo legame con l’onnipotente figura materna. Questi percorsi iniziatici porteranno ciascuno a sviluppare e trovare, senza allontanarsi dalla loro natura, quella libertà “naturale”, propria di ogni uomo e donna, rispettando vincoli e responsabilità. Più di un secolo prima della scoperta della psicoanalisi, l’iniziazione dei tre giovani è caricata di simboli che evocano fortemente una serie di conflitti inconsci. Il genio di Mozart, e quello del suo librettista, trasfigurano questa ricerca dell'età adulta distillandola attraverso l’immaginario soprannaturale e meraviglioso delle vicende, dei personaggi e delle loro melodie. In conclusione, non dimentichiamo l’essenziale: Mozart e Schikaneder non hanno scritto né un trattato di filosofia politica, né un manuale di psicologia spiccia. Die Zauberflöte è un’opera teatrale, sensibile e toccante, che ci porta dal riso alle lacrime, da un latoglorifica ed eleva l’anima nel suo aspetto mistico e divino, e dall’altro rivela, senza addolcirli, i più tremendi difetti del carattere umano. È una partitura che intesse in maniera esemplare musica “popolare”, semplice e orecchiabile, con in più folli vocalizzi, una linea che definisce il cammino di Tamino e Papageno nella ricerca di un equilibrio tra bellezza e umorismo, saggezza e sincerità, sotto il segno di un incantesimo.

Bon spectacle!


 

 

 
 
 

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