Claudia Sartirani, Assessore alla Cultura e Spettacolo del Comune di Bergamo
Nel 2009, a settembre, fra i primi impegni istituzionali del mio mandato, ho avuto la bellissima occasione di inaugurare per la prima volta il Bergamo Musica Festival.
Era un’edizione molto particolare: ritornava dopo ottant'anni la lirica al Sociale, con Linda di Chamounix. Si inaugurava anche la Casa Natale restaurata, il cui declino strutturale era cominciato circa un secolo prima.
Ora, ed è sembrato un soffio, mi ritrovo a parlare di cinque anni di Festival. Le emozioni della prima stagione non sono scemate, come ci si sarebbe potuti aspettare, anzi. È stato un crescendo di attività, lavoro, passione, dedizione, polemiche e applausi. Insomma: mi sono trovata a soffrire, sperare, correre, combattere per la lirica, contagiata da una singolare “febbre” artistica. Un contagio che mi arrivava dai collaboratori, senz'altro. Ma è soprattutto un contagio che arrivava da Borgo Canale, dalla Città, dai cittadini, dal DNA di questa particolarissima, difficile ma appassionata cittadinanza.
La “malattia” ci ha portato alla creazione di un museo didattico dell'opera lirica dedicato a Donizetti e a Mayr. Ci ha spinto in Giappone per 12 città e 19 rappresentazioni, in una trionfale tournée, vero orgoglio e bandiera per la nostra municipalità. E poi la pubblicazione di 5 nuovi dvd di nostre produzioni commercializzati in tutto il mondo. È lo stesso morbo che ci ha permesso -con enormi fatiche- di allestire sui palcoscenici dei nostri teatri ben 12 titoli donizettiani. Molti dei quali rarissimi, svolgendo in questo modo una funzione insostituibile per la valorizzazione e il recupero del patrimonio culturale italiano. Missione che nessun'altra istituzione può affrontare. Il Festival fa di questa città un unicum al mondo.
Oltre 100 recite d'opera e di balletto; 250 date di concerti ed eventi; quasi 100.000 spettatori; un milione e settecentomila euro in incassi; questo, in estrema sintesi, è il "bottino" con cui ci accingiamo a consegnare un Bergamo Musica Festival vivo e rafforzato a chi amministrerà Bergamo nei prossimi cinque anni.
Ma non solo.
Siamo ora ai blocchi di partenza con un nuovo Festival, il nono. È un cartellone che non ripiega su se stesso, ma guarda al futuro. In programma ben tre titoli donizettiani, di cui due (Betly e Torquato Tasso) che nessun altro teatro al mondo ha in programma per il biennio 2014-2015.
Proporremo un nuovo modello di distribuzione studiato per incrementare il pubblico straniero, che ci segue con sempre maggiore assiduità e che concentra la propria presenza in Città nei fine settimana: e quest'anno i nostri fine settimana donizettiani prevedono l'allestimento di due titoli del maestro di Borgo Canale (Lucia di Lammermooor + Betly e Torquato Tasso + Betly). Per la prima volta incroceremo in giorni contigui opere al Teatro Donizetti e al Teatro Sociale.
Ho dunque l'orgoglio di dire che -forti del seguito della stampa specializzata e internazionale- siamo stati selezionati da Classic Voice, che ha condotto una fondamentale indagine sulle attività dei Teatri di Tradizione e dei Festival monografici, come modello virtuoso: il migliore in Italia per numero e qualità delle produzioni a fronte di bilanci in perfetto stato di salute.
Con queste credenziali, il nostro Festival si avvicina al traguardo dei 10 anni, che compirà nell'anno dell'Esposizione Universale di Milano: in fondo una nuova sfida. Noi ci sentiamo (e sentiremo) sempre affetti dal contagio: come non intraprendere anche questa nuova avventura?
