L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Il Festival del Maggio, quest’anno intitolato “Potere e Virtù”, ha preso una definizione sempre più netta nella sua programmazione e nella sua proposta culturale. L’obiettivo di riappropriarsi dell’importanza e la rilevanza internazionale che lo ha caratterizzato nel suo passato è sempre più vicino e concreto. Uno degli aspetti che lo tratteggiano e che mi piace sottolineare, è da individuarsi anche nella ricchezza delle collaborazioni: con il sovrintendente Chiarot - il Festival - ha lasciato alle spalle quella autoreferenzialità che lo contraddistingueva ma che lo lasciava anche solo. Ora la prospettiva si è ribaltata e il valore del Festival sta anche in questi rapporti che non fanno importante solo il Maggio ma anche la Città e la Regione e le istituzioni che qui sono presenti. Sono collaborazioni toscane, con protagonisti di altissimo profilo, come il regista Cauteruccio, oppure il coreografo Sieni, due artisti toscani tra i più significativi oppure tra le Istituzioni - biglietti da visita del territorio - l’Ort, gli Amici della Musica, la Fondazione Fabbrica Europa, la Fondazione Zeffirelli e l’Università per citarne solo alcune. Sono rapporti nazionali e internazionali: nel programma del Festival si legge con gioia il nome del maestro Zubin Mehta che torna con tre concerti e poi il maestro Riccardo Muti che conferma il suo legame con Firenze e ovviamente il nostro Fabio Luisi il direttore musicale a cui è affidato lo sguardo verso il futuro. Al loro fianco altri direttori importantissimi e artisti di grandissimo rilievo chiamati sul palcoscenico o a firmare le regie. Ci saranno anche dei debutti, segno che il Maggio prosegue anche nella sua attività di scoperta di talenti. In questa LXXXII edizione il Maggio, oltre al suo grande teatro in piazza Gui e al delizioso Teatro Goldoni, le due case elettive della Fondazione, non manca di portare il Festival in moltissimi altri importanti luoghi cittadini ma soprattutto conferma - e ciò mi fa particolarmente piacere – la sua volontà di essere sempre presente sul territorio toscano. Anche quest’anno dunque il teatro Verdi di Pisa, il Goldoni di Livorno e il Giglio di Lucca ospiteranno l’Orchestra del Maggio con tre appuntamenti sinfonici di grande rilievo. La Regione Toscana è orgogliosa di aver rinsaldato la collaborazione tra il Maggio e i Teatri della tradizione gli esempi e i frutti di questa feconda rete si sono già apprezzati non solo durante lo scorsa edizione del Festival ma anche durante la stagione in corso e porterà ad altre tappe nel prossimo futuro e penso nello specifico al già annunciato Trittico pucciniano che rappresenterà, al Maggio, il secondo titolo della prossima stagione subito dopo l’opera inaugurale spontiniana. Non mancano poi i cicli didattici e divulgativi per la promozione del pubblico - sempre più numeroso - che sarà certamente stimolato in un dibattito sulla contemporaneità, caratteristica principale del Festival.

Come dice il sovrintendente presentando questa edizione “Potere e virtù” il Festival vuole cercare di comprendere come la virtù sia integrabile nell’esercizio del potere nelle sue diverse sfaccettature, io sono certa che in un certo qual modo, con virtù intendo, il Festival e il Maggio stiano affermando il “potere” della cultura rispetto alla relativa povertà dei nostri tempi. La Regione Toscana intende dare a questo, anzi continuare a dare, il proprio contributo e sostegno in un dialogo continuo del Maggio con le altre istituzioni, con il Sovrintendente e con il Consiglio d’Indirizzo, nell’interesse principale del pubblico e della cultura.

Monica Barni

Vicepresidente della Regione Toscana

 


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