L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Ettore Bernabei e Lalla Romano

Rai3 e Rai Storia, #maestri dal 3 al 7 maggio

"Passato e Presente" La banda Baader - Meinhof

Nella seconda metà degli anni ’60, nelle università della Germania Ovest, nasce il primo movimento studentesco europeo. Berlino, con la sua Università, è il centro della protesta. La lega degli studenti socialisti tedeschi, l’SDS, si propone come organizzazione extraparlamentare e ha l’obiettivo di cambiare l’assetto della società tedesca. La sua strategia, basata sulla non-violenza, vuole porre le basi per un processo rivoluzionario realizzabile in tempi lunghi. Ma, per alcuni studenti, le manifestazioni non sono sufficienti a cambiare le cose. E’ necessaria la lotta armata. A “Passato e Presente”, in onda venerdì 7 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Ermanno Taviani. Nel maggio 1970 si forma il primo gruppo terroristico che, per quasi un decennio, seminerà terrore e morte in tutta la Germania ovest: la Rote Armee Fraktion, la Raf. Insieme ad Andreas Bader, Gudrun Ensslin, Karl Raspe, aderisce al gruppo terroristico anche Ulrike Meinhof, nota giornalista militante nella sinistra radicale. E’ la banda Baader-Meinhof.

Passato e Presente. Italia '61 a Torino

Inaugurata il 6 maggio 1961 con una cerimonia solenne alla presenza dell’allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, l'Esposizione internazionale del lavoro di Torino è stata il più ambizioso ed esaltante fra i molti eventi organizzati per celebrare i 100 anni dell'Unità d'Italia. A “Passato e Presente”, in onda venerdì 7 maggio alle 14:25 su Rai Storia Paolo Mieli ne parla con il professor Giovanni De Luna. Alla manifestazione partecipano ventuno fra paesi e organizzazioni estere e tredici grandi aziende ed associazioni italiane, tutti chiamati a sviluppare un aspetto specifico legato al tema dell'esposizione: l'uomo al lavoro. Un evento messo a confronto on celebrazioni degli altri due anniversari importanti dell'Unità d’Italia: quello del 1911 e quello del 2011. Un interessante spunto di riflessione per capire come è cambiata, negli anni, la nostra visione degli eventi e dei personaggi che fecero l'Italia.

Storie della TV. Ettore Bernabei

La figura di uno dei dirigenti più importanti della storia del Servizio Pubblico - Ettore Bernabei - e la stagione televisiva a cavallo tra anni '60 e '70. Chiamato al ruolo dal presidente del Consiglio Amintore Fanfani alla fine del 1960 (prendendo servizio il 5 gennaio del ’61), Bernabei guiderà il timone dell’azienda per un’intera era, che si chiude il 13 settembre 1974. Tredici anni in cui cambia il volto dell’Italia, e della sua Televisione, medium che diventa la stella polare di un Paese. Basti pensare che dal 1960 al 1970 si passa da 2 a 10 milioni di famiglie abbonate, e la platea si allarga fino a 30 milioni di spettatori. La tv di Ettore Bernabei è al centro dell’ultimo episodio con la nuova serie di “Storie della TV”, realizzata con la partecipazione e la consulenza di Aldo Grasso, in onda in prima visione venerdì 7 maggio alle ore 21.10 su Rai Storia. E’ la lunga stagione dell’età dell’oro della Rai Tv: dall’invenzione di Tv7 alla genesi dei grandi sceneggiati e dei sontuosi varietà, delle collaborazioni d’eccellenza con Roberto Rossellini, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e del gotha culturale nazionale e internazionale. Bernabei ha cambiato il volto alla Rai dal punto di vista produttivo e televisivo, imprimendo quella fortissima identità culturale ancora presente nelle grandi occasioni quotidiane del servizio pubblico.

"Il segno delle donne". Pamela Villoresi è Lalla Romano

E’ Lalla Romano, interpretata da Pamela Villoresi, l’ultima grande donna a essere intervistata da Rachele Ferrario ne “Il segno delle donne” – la coproduzione originale Rai Storia – Anele, realizzata da Anele e presentata da Rai Cultura in onda venerdì 7 maggio alle 22.10 su Rai Storia. Pittrice, poetessa, traduttrice, insegnante e soprattutto scrittrice, Lalla Romano vince il Premio Strega nel 1969 con il romanzo “Le parole tra noi leggere”, che ha come protagonista suo figlio Piero. Vince con la sua «lingua pura, eletta e selettiva» in cui «non c’è mai un errore di gusto», come diceva Pasolini. Il suo non è un romanzo qualunque perché con quella eleganza, quella «sapienza da orefice», come scriveva di lei Vittorini, rompe un tabù: è la prima scrittrice italiana a parlare delle contraddizioni della maternità, del dramma che può nascondersi nel rapporto con un figlio, a dichiarare che il sentimento d’amore può convivere con quello del rifiuto. Una donna libera e indipendente, un’intellettuale che sfugge a qualsiasi tendenza e non appartiene a nessun gruppo, che attraverso la letteratura inventa la sua stessa vita e che quel giorno del ’69 entra a fare parte dei classici del Novecento. La regia è di Andrea Martelli.


 

 

 
 
 

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