L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Falcone e l'antimafia

"Viaggio in Italia".

Alle 12:00 su Rai Storia: Marche da scoprire. La costa da Porto d'Ascoli a Gabicce

"Passato e Presente" la Legge 194

Dopo anni di battaglie delle donne del movimento femminista e del partito radicale, e dopo un iter parlamentare lungo 5 anni che ha diviso il paese, nel 1978 una norma sancisce la possibilità per le donne italiane di interrompere una gravidanza indesiderata gratuitamente, presso le strutture pubbliche, entro i 90 giorni dal concepimento. Paolo Mieli discute di questa conquista e delle sue conseguenze con il professor Emmanuel Betta a “Passato e Presente”, in onda sabato 22 maggio alle 20.30 su Rai Storia. Sostenuta dal servizio di informazione su contraccezione e maternità svolto dai consultori, l’applicazione della 194 ha permesso di ottenere significativi risultati, con la quasi totale scomparsa degli aborti clandestini. Ma il tema dell’aborto non ha mai smesso di essere controverso e gli attacchi alla legge non sono mancati. Dopo il fallito tentativo di abrogazione con il referendum del 1981, nell’ultimo decennio è stata altissima la percentuale di ginecologi che hanno scelto l’obiezione di coscienza, facendo riapparire la piaga degli aborti clandestini e i viaggi per abortire all’estero tra le donne più abbienti.

L'Ora. Storia di un giornale antimafia

La storia del giornale L'Ora è intrecciata con quella della città di Palermo e con la carriera di tantissimi giornalisti diventati famosi. Nato all'epoca dei Florio, nel 1900, il giornale vive il suo periodo d'oro negli anni della direzione di Vittorio Nisticò, dal 1954 al 1975. E' in quest'epoca che nasce il giornalismo antimafia, con tre generazioni di cronisti, destinati grandi carriere, che si formano nella redazione di Piazzetta Napoli. Lo racconta il documentario “L’Ora. Storia di un giornale antimafia”, in onda sabato 21 maggio alle 15.00 su Rai Storia. Il racconto delle battaglie del giornale si intreccia con i casi di cronaca più significativi e con i drammi che hanno portato alla morte di tre cronisti de L'Ora, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro e Giovanni Spampinato. Un percorso che attraversa la storia della Sicilia, dalla prima inchiesta antimafia nel 1958 fino al terremoto del Belice, dal governo regionale di Silvio Milazzo alla guerra di mafia degli anni 80, impreziosito dalla collaborazione di intellettuali come Leonardo Sciascia. Fino alla chiusura del giornale, nel 1992, a pochi giorni dalla strage di Capaci. Tra i testimoni, Andrea Camilleri che ricordava i suoi primi passi da scrittore, parlando per la prima volta in televisione dei racconti inviati nel 1949 al giornale e che L’Ora pubblicò.

Il generale

sabato 22 maggio, ore 21:10  Il generale, regia di Luigi Magni. Con Franco Nero, Kim Rossi Stuart, Flavio Bucci, Mariano Rigillo, Philippe Leroy, Laura Morante - Film storico biografico (1987) - La vita e le imprese di Giuseppe Garibaldi tra il 1860 e il 1861, dalla conquista di Napoli all'ingresso in Parlamento

"Documentari d'autore" Registro di classe. Libro secondo: 1968-2000

I registri di classe servono a segnare le assenze ed i voti degli alunni. Ma non tutti gli alunni sono uguali, non a tutti sono date le stesse possibilità. Il libro secondo del doc “Registro di classe. Libro secondo 1968-2000”, di Gianni Amelio e Cecilia Pagliarani - in onda sabato 22 maggio alle 23 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore” - parte dal Sessantotto, non come data di comodo ma come spartiacque tra sistemi diversi di pensare e agire. La scuola si ribella, la scuola si riforma; si tenta di aprire nuove strade che in realtà sono già state percorse. La scuola dell’obbligo non diventa scuola di diritto e i problemi hanno solo altri protagonisti. Ancora una volta le aule delle elementari e delle medie sono lo specchio di un Paese difficile, spesso ingiusto, di cui la scuola è la cartina di tornasole. 

"Domenica con" Maria Falcone

“Quando è morto Giovanni, io l’ho pianto non soltanto come fratello, ma l’ho pianto come cittadina italiana. Cittadina italiana che aveva vissuto accanto a lui i momenti fondamentali della sua lotta”. Parole di Maria Falcone nel lungo e inedito dialogo con la Ministra della Giustizia Marta Cartabia che – domenica 23 maggio alle 20.45 su Rai Storia – è il “cuore” del palinsesto scelto dalla stessa sorella del magistrato ucciso dalla mafia per “Domenica Con”, in onda dalle 14 alle 24 per la Giornata della Legalità, nel 29° anniversario della strage di Capaci. Un dialogo sulla lotta alla mafia e su quel "metodo Falcone" che la rivoluzionò profondamente e che è ancora attualissimo, dice la Ministra Cartabia: "La grande attualità della visione di Falcone e del suo metodo sta nella capacità di adattarsi ad epoche e contesti sempre diversi, puntando su coordinamento, anche internazionale, e granitica ricerca delle prove. Ora questo metodo deve essere anche il punto di riferimento, per evitare che le preziose risorse del Recovery siano intercettate dalla criminalità organizzata". Al “metodo Falcone” e alle sue innovazioni investigative è dedicato anche, in prima tv alle 21.20 sempre su Rai Storia, lo Speciale di Alessandro Chiappetta, con le testimonianze dal Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho; del vicepresidente di EuroJust, Filippo Spiezia; degli ex magistrati del pool di Palermo, Gioacchino Natoli e Ignazio De Francisci; dell’ex dirigente della Sezione investigativa della Squadra Mobile di Palermo, Guglielmo Incalza; del giornalista Salvatore Cusimano; e dello storico Salvatore Lupo. Nel resto del palinsesto - tra documentari e reportage - Maria Falcone unisce nel ricordo il fratello Giovani e quanti come lui hanno condiviso passione civile e impegno antimafia, pagando con la vita: il collega e amico Paolo Borsellino; Pietro Scaglione, il primo magistrato vittima della mafia; Pio La Torre; Piersanti Mattarella; Don Giuseppe Puglisi. Ma non manca un film sul tema, alle 17.10, con “In nome della legge” di Pietro Germi. La giornata di Maria Falcone su Rai Storia si chiude ricordando l’esperienza delle Navi della Legalità – che negli anni hanno visto la partecipazione di migliaia di studenti – e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, firmata a Palermo nel 200, nel segno di Giovanni Falcone e del suo lavoro. “Giovanni – conclude Maria Falcone - diceva che la mafia sarebbe stata vinta solo se la società riusciva a cambiare. Quindi era necessario creare una società diversa attraverso un salto generazionale che permettesse ai giovani di creare una società nuova. Allora ho pensato di portare avanti questa sua idea, educare i giovani alla legalità. E questo l’abbiamo fatto in tutti i modi in questi anni, tanto da trasformare il 23 maggio da una data di dolore - quello lo è e per noi familiari lo sarà sempre - in una data di rinascita della società civile. I ragazzi che in questi anni hanno cantato e ballato per le strade di Palermo il 23 maggio, non hanno fatto altro che dire: ‘Siamo noi i padroni del territorio’. Questo è stato il lavoro che abbiamo fatto con la Fondazione Falcone”.


 

 

 
 
 

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