L’Ape musicale

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Il futuro in onda

Lunedì 28 marzo alle 20.30 in diretta dalla Sala A di via Asiago a Roma: un nuovo concerto con i maestri di oggi che incontrano i maestri di domani, Alessandro Carbonare e l’Avos Project

Lunedì 28 marzo alle ore 20.30 in diretta dalla sala A di via Asiago, un nuovo appuntamento con la serie di concerti dal vivo dal titolo “Il futuro in onda - I maestri di oggi incontrano i maestri di domani”. In questa occasione il celebre clarinettista Alessandro Carbonare, primo clarinetto dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dialoga musicalmente con i giovani solisti della Scuola internazionale di musica Avos Project, guidato dal pianista Mario Montore, docente del Corso di Musica da camera. Matteo Introna alla viola e Leonardo Ascione al violoncello, infatti, hanno la possibilità di collaborare con i due maestri in un programma che ruota attorno al fascino sensuale e malinconico del clarinetto, strumento ideale per esprimere il lato introspettivo del mondo romantico e le intermittenze del cuore sia di Robert Schumann, sia di Johannes Brahms. L'asse del programma è formato dalle Märchenerzählungen (Racconti fiabeschi) op. 132, uno degli ultimi lavori di Schumann, scritto di getto nell'ottobre del 1853 poco prima del crollo definitivo che lo portò al ricovero nella casa di cura per malattie mentali di Endenich, e dall'elegiaco Trio in la minore op. 114 di Brahms, il primo frutto del tardivo incontro col magnifico clarinettista della Cappella di Corte di Meiningen Richard Mühlfeld, che ha ispirato a Brahms gli ultimi gioielli della sua produzione cameristica, oltre al Trio il Quintetto op. 115 e le due Sonate op. 120. Accanto a questi due pianeti maggiori, Introna e Ascione, assieme al maestro Montore, fanno ruotare due satelliti significativi. Il primo, dipinge con la viola un altro sogno fiabesco di Schumann con l'ultimo dei quattro Märchenbilder op. 113; il secondo, evoca con una delicata trascrizione per violoncello e pianoforte lo stato d'animo dell'ultimo Brahms, che vive gli ultimi anni viennesi con il riservato distacco di chi si sente già in congedo dalla vita, come suggeriscono i versi della poesia musicata in origine nell'op. 105, "Sempre più lieve si fa il mio sonno".


 

 

 
 
 

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