L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Per il Giorno della Memoria

DOMENICA 22/01/2023

Pietre d’inciampo. Roma. Orlando Orlandi Posti e Ferdinando Agnini )

Le vicende di sei famiglie vittime della Shoah e della persecuzione nazifascista in Italia, a cui sono state dedicate altrettante pietre d’inciampo: le racconta “Pietre D’Inciampo”, la docu-serie storica condotta dalla giornalista Annalena Benini, in onda domenica 22 gennaio alle 19.30 su Rai Storia. In questo episodio, la storia di due giovanissimi amici, Orlando Orlandi Posti e Ferdinando Agnini, di 18 e 20 anni, membri della resistenza studentesca di Montesacro, imprigionati e torturati nel carcere di Via Tasso di Roma e assassinati nell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Le pietre d’inciampo a loro dedicate si trovano rispettivamente in via Monte Nevoso 14, e via Monte Tomatico 1. Intervengono in puntata Simona Orlandi, pronipote di Orlando Orlandi Posti, Giuseppe Agnini, nipote di Ferdinando Agnini, la professoressa Maria Rosati, tra i richiedenti la pietra insieme agli alunni del liceo Aristofane, lo storico Paolo Mieli, Antonio D’Ettorre, storico del Centro Culturale di Montesacro che si è occupato della resistenza di quartiere.

Passato e Presente. Mario Missiroli. Elogio dell'incoerenza

Giornalista, saggista, intellettuale, Mario Missiroli, classe 1886, si avvicina al mondo del giornalismo fin da giovanissimo, tanto da meritarsi negli ambienti bolognesi, la sua città di origine, il soprannome di enfant prodige. È lui il protagonista di “Passato e Presente”, in onda domenica 22 gennaio alle 20.30 su Rai Storia. In studio con Paolo Mieli il professor Francesco Perfetti. A soli 33 anni, nel 1919, Missiroli diventa direttore del Resto del Carlino; è il primo dei quattro quotidiani che dirigerà nel corso della sua lunga carriera. Negli anni Venti, attraverso i suoi articoli, si oppone all’ascesa del movimento fascista arrivando nel 1922 persino a ingaggiare un duello a spada col futuro duce Benito Mussolini. Nel 1925, però, con sorprendente trasformismo cambia rotta e inizia a strizzare l’occhio al regime con il quale collabora fino all’armistizio del 1943. Nel dopoguerra Missiroli diventa prima direttore del Messaggero e poi, a partire dal 1952, assume la direzione del Corriere della Sera, di cui rimane direttore fino al 1961.

Binario cinema. Il labirinto del silenzio

Germania, 1958. Nel pieno del boom economico, con la Seconda Guerra Mondiale ormai alle spalle, Johann Radmann, un giovane Pubblico Ministero, si imbatte per caso in alcune prove e documenti utili per portare a processo diversi militari che prestarono servizio nelle SS ad Auschwitz. Prende il via da qui il film di Giulio Ricciarelli, basato su fatti reali, “Il labirinto del silenzio” in onda domenica 22 gennaio alle 21.10 su Rai Storia per “Binario Cinema”. Tra gli interpreti, Alexander Fehling, André Szymanski, Friederike Becht, Gert Voss.
In un clima di cospirazione, e di volontà di occultare gli orrori del passato da parte di alcune istituzioni tedesche, il giovane procuratore non si darà per vinto, e con coraggio inizierà la sua battaglia nel labirinto del silenzio, per assicurare finalmente i responsabili dei crimini di guerra alla giustizia.

LUNEDI’ 23/01/2023

Passato e Presente. Elisabetta I, l’ultima Tudor

Il rinascimento inglese è incarnato dalla grande figura della regina Elisabetta I ricordata come la sovrana più celebre della storia britannica. Eppure, essendo la minore di due figlie nate da Enrico VIII, non avrebbe mai dovuto essere regina. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 23 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Paolo Mieli e la professoressa Valentina Villa tratteggiano il ritratto di Elisabetta I, l’ultima Tudor.

Il matrimonio dei suoi genitori, annullato prima dell'esecuzione di sua madre Anna Bolena, dichiara Elisabetta illegittima. La nascita del fratellastro Edoardo nel 1537 rende le sue prospettive di ereditare il trono ancora più remote. E invece, nel 1559 la giovane Tudor è incoronata regina di Inghilterra e Irlanda accompagnata da un’ondata di gioia popolare. Considerata dalla maggior parte dell'Europa cattolica come un'usurpatrice eretica e illegittima, fin dall'inizio Elisabetta I è accerchiata da molti avversari. La più agguerrita è la cugina Maria Stuart, nonché regina di Scozia, che rivendica il diritto della corona inglese e che sarà una spina nel fianco di Elisabetta per quasi 30 anni. Austera e ieratica, Elisabetta, la Regina Vergine, ricambia l’amore dei suoi sudditi dedicando la propria esistenza all’Inghilterra: non si sposerà mai e regnerà per 45 anni. Il suo lungo regno è stato testimone di una serie di risultati notevoli: un nuovo insediamento religioso, l'espansione all'estero, grandi vittorie militari come quella contro l'Invincibile Armada di Filippo II di Spagna e una fioritura della vita culturale rappresentata nel teatro di Shakespeare. Non c'è da stupirsi che la sua epoca sia stata descritta come l'"età d'oro".

Storia delle nostre città. Salerno, opulenta bellezza

Esaltata dal suo mare e dalla bellezza delle sue coste, Salerno nasconde anche un cuore antico, ricco di storia e cultura che nella storia gli è valso l’appellativo di “Opulenta”. Una città raccontata da “Storia delle nostre città” in onda lunedì 23 gennaio alle 21.10 su Rai Storia.

Sulle origini di Salerno mancano notizie precise. Le scoperte rinvenute fanno pensare che il territorio fosse abitato da tempi remoti tra il 197 e il 194 a.C.

Ma nei primi decenni del XVI secolo, l'ultimo discendente dei Sanseverino entrò in contrasto con il Governo spagnolo, determinando la rovina dell'intero casato e l'avvio di un lungo periodo di decadenza per la città.

Nel 1799 Salerno aderì alla Repubblica Partenopea. Nel periodo napoleonico Gioacchino Murat emanò il decreto di soppressione della Scuola Medica Salernitana. Nello stesso periodo furono soppressi anche gli Ordini religiosi e confiscate numerose proprietà ecclesiastiche.

La città trovò quindi la sua espansione oltre le mura antiche. Uno sviluppo urbano che continuò anche dopo l'Unità d'Italia e fino alla Seconda guerra mondiale. Nel settembre 1943 Salerno fu teatro dello sbarco degli alleati e dal 12 febbraio al 17 luglio 1944 ospitò il Governo Badoglio.

Italia. Viaggio nella bellezza. Nella terra dei faraoni. L'avventura dell'egittologia italiana

C’è un filo rosso che lega l’Italia alla terra dei Faraoni, l’Egitto. Un filo che “Italia: viaggio nella bellezza” – il programma di Rai Cultura in onda lunedì 23 gennaio alle 22.10 su Rai Storia - ripercorrere dai suoi albori con il documentario di Marta Saviane “Nella terra dei faraoni. L’avventura dell’egittologia italiana”, diretto da Eugenio Farioli Vecchioli con la consulenza scientifica di Luca Peyronel. Lo speciale si apre sulle note dell’Aida di Verdi, che il maestro ambientò in un esotico Egitto, e atmosfere egittizzanti si ritrovano a Roma, dove obelischi millenari - che i greci con ironia chiamarono obeliskòs, spiedini - segnano le piazze più importanti della città eterna. Si arriva poi in Egitto, con la celebre spedizione di Napoleone della fine del ‘700, che darà il via alla nascita dell’egittologia grazie a due eventi: la pubblicazione del libro “Description de L’Egypte” e la scoperta della stele di Rosetta, chiave di volta per interpretare i geroglifici. L’Ottocento è il secolo di svolta: l’Egitto diventa teatro di avventure e i viaggiatori europei in cerca di fortuna influenzano opere teatrali e cinematografiche, primo tra tutti il padovano Giovanni Battista Belzoni, “The great”. È a lui che George Lucas si ispirerà per costruire il personaggio di Indiana Jones.

Si arriva, infine, agli anni ’60 del secolo scorso, con l’incredibile impresa di Abu Simbel che vede interi templi millenari essere smontati e rimontati altrove per sfuggire alle acque della diga di Assuan, per poi scoprire quale sia il legame attuale tra l’Italia e l’Egitto dei faraoni. Un viaggio impreziosito da fotografie, libri e disegni dal valore antico e storico inimmaginabile, e arricchito dalle immagini delle principali collezioni egittologiche presenti nel nostro Paese, da quella del Museo Archeologico di Padova, a quella del Museo Archeologico di Firenze, fino alla collezione del Museo Egizio di Torino, il più antico museo egittologico al mondo, capace di attirare ogni anno milioni di visitatori. Ad arricchire il documentario, gli interventi di Marco Zatterin, giornalista, autore libro “Il gigante del Nilo. Storia e avventure del Grande Belzoni”; Marilina Betrò, egittologa dell’Università degli Studi di Pisa; Giuseppina Capriotti Vittozzi, Centro Archeologico Italiano Ambasciata d’Italia al Cairo; Emanuele Ciampini, egittologo, Università Ca’ Foscari Venezia; Christian Greco, egittologo, Direttore Fondazione Museo Egizio di Torino; Maria Cristina Guidotti, egittologa, Direttore Museo Egizio di Firenze; Patrizia Piacentini, egittologa, Università degli Studi di Milano.

MARTEDI’ 24/01/2023

Italiani: Gianni Agnelli. Il ricordo a 20 anni dalla scomparsa

A vent’anni dalla scomparsa, Rai Storia ripropone lo speciale di Alessandro Chiappetta, in onda martedì 24 gennaio alle 16 per il ciclo “Italiani”, con l’introduzione di Paolo Mieli. A ricordare l'Avvocato sono l’ex Amministratore Delegato della Fiat, Cesare Romiti (scomparso nell’agosto 2020) a lungo suo stretto collaboratore, Aldo Cazzullo, giornalista del Corriere della Sera, e Dino Zoff, per anni portiere della Juventus. Il racconto della vita di Gianni Agnelli coincide per alcune fasi con lo sviluppo della città di Torino, e dell’Italia intera, alla cui storia si sovrappone, addirittura, la parabola dell’Avvocato, così chiamato pur non avendo mai intrapreso la carriera forense. La vicenda di Agnelli attraversa così le fasi storiche dello sviluppo di Torino e del paese, analizzando come l’Avvocato ha vissuto il suo ruolo di “principe ereditario”, cercando sempre una mediazione tra gli interessi del paese e quello delle sue aziende. La crescita all’ombra di Vittorio Valletta, la dolce vita negli anni ’50 prima di diventare Presidente della Fiat nel 1966, le vertenze degli anni 70, la marcia dei quarantamila, la sua visione del mondo alla fine degli anni 80. Il documentario racconta anche i lati più estroversi e brillanti del personaggio Agnelli, le sue passioni sportive, i suoi incontri coi grandi del mondo, il rapporto con i suoi collaboratori, le vicende, alcune luttuose, della sua famiglia. Sullo sfondo, c’è la Torino che cambia, che si specchia nella vita del suo cittadino più celebre.

Passato e Presente. I campi di concentramento fascisti

Nell’immaginario collettivo, la rievocazione dei “campi di concentramento” della Seconda guerra mondiale coincide spesso con le drammatiche immagini dei Koncentrazionslager della Germania nazista, le anticamere dello sterminio sistematizzato del popolo ebraico, e non solo. Ma a partire dal 1940 anche l’Italia fascista organizza strutture di internamento, nelle quali intere generazioni di individui sgraditi al regime perderanno la libertà, e in molti casi anche la vita. A “Passato e Presente” in onda martedì 24 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Annalisa Cegna, insieme a Paolo Mieli, ridisegna la mappa dei campi di concentramento fascisti presenti dentro e fuori i confini della Penisola negli anni della guerra, raccontando le vicende emblematiche di alcune tra le vittime di internamento: uomini, donne, bambini, stranieri, ebrei, zingari. Un lungo elenco di “indesiderabili” che il fascismo si sforzerà di isolare socialmente e reprimere fisicamente per sgombrare il campo da ogni espressione di dissenso contro il regime.

Hitler e l’ossessione della Russia. Operazione Barbarossa

È l 1941 e l’esercito tedesco dà il via all’invasione dell’Unione Sovietica. Si dovrà scontrare non solo con le truppe sovietiche, ma anche con il “Generale Inverno”. Lo speciale “Hitler e l’ossessione della Russia”, in onda martedì 24 gennaio alle 21.10 su Rai Storia, ricostruisce in due puntate l’ossessione di Hitler per l’Unione Sovietica che portò il Fuhrer e i suoi alleati a sferrare l’attacco a Stalin. La resistenza russa darà luogo alle battaglie più drammatiche della Seconda guerra mondiale. A introdurre e chiudere i documentari, gli interventi della storica Maria Teresa Giusti.

La guerra segreta. Mafia connection

Mentre la Gran Bretagna resisteva ai nazisti in Europa, gli Stati Uniti cercavano disperatamente di mantenere aperte le linee di rifornimento al proprio alleato attraverso l'Atlantico. Per fare ciò, aveva bisogno dell'aiuto dell'uomo che, più di gni altro, conosceva l'operatività delle banchine di New York City: il mafioso Charles Luciano. Parte da qui la storia di “Mafia connection”, in onda martedì 24 gennaio alle 22.10 su Rai Storia per la serie “La guerra segreta”.
Dopo Pearl Harbor, l'America capì che c’erano delle falle nel sistema degli informatori, in particolar modo sulle flotte di pescherecci statunitensi nell'Atlantico: a bordo c’erano prevalentemente italo-americani reticenti nel dare informazioni alle autorità americane. I servizi pensarono così di stringere un accordo con Lucky Luciano, uno dei più famosi boss della mafia degli anni '30, all’epoca in prigione con l'accusa di gestire un giro di prostituzione, per fare in modo che gli italo-americani a bordo dei pescherecci nell’Atlantico condividessero informazioni sui movimenti degli U-boat tedeschi. Il rapporto con il boss Lucky Luciano permise, inoltre, ai servizi di entrare in contatto con la mafia siciliana, che era stata schiacciata da Mussolini. Quando gli alleati sbarcarono in Sicilia nel 1943, la mafia aveva intrapreso innumerevoli atti di sabotaggio, spazzando via molte delle unità tedesche rimaste per difendere l'isola.

MERCOLEDI’ 25/01/2023

Passato e Presente. Carlo Tresca, il nemico di tutti

Un free lance della rivoluzione. Così viene definito Carlo Tresca, sindacalista abruzzese che inizia la sua attività politica e giornalistica alla fine del XIX secolo. A “Passato e Presente”, in onda mercoledì 25 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, ne parlano il professor Marcello Flores e Paolo Mieli. Costretto ad emigrare in America, si afferma come leader sindacale anche oltreoceano, a fianco dei lavoratori in lotta, e in difesa dei propri connazionali, sfruttati dai padroni, dalla malavita organizzata e indotti a vivere in condizioni orribili. Anarchico, antifascista, Tresca, dal suo giornale Il Martello, attacca continuamente Benito Mussolini, che aveva conosciuto quando erano entrambi esuli in Svizzera. Ma non risparmia l’altro campo, i comunisti obbedienti a Stalin e i leader delle comunità italo-americane spesso in combutta con la mafia. È il nemico di tutti, insomma, e quando viene ucciso, la sera dell’11 gennaio 1943, risulta difficile capire chi ha ordinato di uccidere il sindacalista di Sulmona, a New York, sulla quinta strada.

MIXER – Vent’anni di televisione. Mercoledì 25 gennaio in prima serata su Rai Storia

Valentino, Laura Biagiotti e Krizia, Eugenio Scalfari e Indro Montanelli, David Bowie, Franca Valeri, Massimo Troisi, Carlo Verdone, Diego Abatantuono: questi i grandi protagonisti della seconda puntata di MIXER – Vent’anni di televisione, in onda mercoledì 25 gennaio in prima serata su Rai Storia: il viaggio retrospettivo di Giovanni Minoli nella storia del suo rotocalco d’attualità che ha segnato un’epoca si sofferma sul 1981.

Un periodo storico in cui scoppiò lo scandalo della P2: per affrontare il tema, vengono riproposti i “faccia a faccia” con Maurizio Costanzo, Angelo Rizzoli ed Eugenio Scalfari; il fondatore de La Repubblica si esprime inoltre sul ruolo del giornalismo, così come Indro Montanelli, che affronta anche il tema del fascismo e dell’attentato subìto nel 1977; segue un serrato botta e risposta fra Minoli e l’anarchico Pietro Valpreda e, infine, con uno dei grandi protagonisti della moda italiana, Valentino, sul fascino, la seduzione e la moda femminile. E la moda firmata però dalle donne è al centro anche di un servizio di costume di Pia Soli con gli incontri con le regine dello stile italiano Laura Biagiotti e Krizia. Arricchisce lo sguardo sulla società un servizio di Marcella Emiliani sull’incubo atomico e il traffico dell’uranio, con lo sfruttamento della Namibia e delle sue ricche miniere. Ricca la sezione dedicata allo spettacolo: in scaletta un’intervista senza filtri a David Bowie e il suo outing firmata da Daniele Doglio, e quelle in studio di Isabella Rossellini a Franca Valeri e ai nuovi comici, Massimo Troisi, Carlo Verdone e Diego Abatantuono.

Chiude la puntata Paolo Villaggio nei panni della sindacalista Gemma Pontini, sempre in prima linea sui diritti delle donne, delle mogli e delle lavoratrici.

Storie della tv. Alighiero Noschese, la voce degli altri

Il re e pioniere degli imitatori, l’uomo da cui è nato un genere: Alighiero Noschese. “Un personaggio sicuramente fuori dal normale”, lo definisce il regista Vito Molinari; “un gran signore, uno di quegli uomini di altri tempi” aggiunge Loretta Goggi. È lui il protagonista di “Alighiero Noschese. La voce degli altri” di Caterina Intelisano, realizzato per la serie “Storie della TV” - con la consulenza e la partecipazione di Aldo Grasso - che Rai Cultura propone martedì 25 novembre alle 22.10 su Rai Storia, a novant’anni dalla sua nascita, il 25 novembre 1932. Satira e ironia hanno caratterizzato le incredibili imitazioni di Noschese, aggiungendo un supplemento di simpatia per personaggi dello spettacolo e della politica. Una satira leggera e controllata, ma che ha lasciato al pubblico e alla critica l’idea che l’imitatore, spesso, è meglio dell’imitato. Il programma ospita le testimonianze di Loretta Goggi, di Mariolina Cannuli (“All’inizio ero un’annunciatrice Rai, poi sono diventata quella di Noschese, poi finalmente Alighiero mi ha sdoganato dicendo Mariolina. A questo punto col “Mariolina Blues”, sono diventata Mariolina, annunciatrice della Rai”), Ida Montanari, storica truccatrice di Noschese; Caterina Nobiloni Laloni, assistente alla regia dell’ultimo varietà televisivo di Noschese; e del regista Vito Molinari, che ha visto esordire Noschese sul piccolo schermo.

GIOVEDI’ 26/01/2023

Passato e presente. Il giardino dei Finzi Contini. La Shoah in un romanzo

“Il giardino dei Finzi Contini”, il romanzo più celebre dello scrittore ferrarese Giorgio Bassani, viene pubblicato nel febbraio del 1962, suscitando un ampio dibattito. A “Passato e Presente”, in onda giovedì 26 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con la professoressa Alessandra Tarquini. Il titolo, vincitore del premio Viareggio, si unisce ad altri usciti in quegli anni, che concentrano la propria narrazione sui temi delle leggi razziali, della deportazione, dello sterminio degli ebrei. Per il panorama letterario italiano è una svolta, dopo anni in cui la Shoah difficilmente è stata oggetto di interesse di romanzieri e di poeti. Una svolta ascrivibile senza dubbio al processo Eichmann che, nel 1961, è trasmesso integralmente dalla radio israeliana e seguito dai media di tutto il mondo, ma che ha a che fare anche con la coscienza di chi, come Bassani, ha subito in prima persona il trauma della persecuzione ma non ne è stato travolto. Bassani sente il dovere morale di recuperare la memoria di chi è stato spazzato via d’un colpo da questa tragedia indicibile, e attraverso la vicenda della famiglia Finzi Contini coi personaggi che le gravitano attorno, intende sottrarre all’oblio le storie di uomini e donne che la grande Storia ha inghiottito con le sue atrocità

a.C.d.C. Maria Teresa, la suocera d’Europa

Una donna sul trono di una delle più antiche dinastie europee, una sovrana - e madre di sedici figli - al centro della storia politica europea: Maria Teresa D’Asburgo. A lei è dedicato “a.C.d.C”, in onda giovedì 26 gennaio alle 21.10 su Rai Storia con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. All’età di 23 anni Maria Teresa d’Asburgo eredita la corona d’Austria. Suo padre Carlo VI, reggente del Sacro Romano Impero, ha introdotto la “Prammatica Sanzione”, che stabilisce – in mancanza di un erede maschio – il diritto di successione anche alla prima figlia femmina dell’imperatore. In quarant’anni di regno Maria Teresa d’Austria si dimostra una figura politica d’eccezione: sovrana illuminata e riformatrice, diplomatica scaltra e preparata. Il doc ripercorre la biografia di una delle creatrici dello Stato Moderno, di una sovrana determinata, ma anche di una donna appassionata e sensibile, alla luce della corrispondenza recentemente scoperta con la sua dama di compagnia Contessa Enzenberg.

Giovanni Keplero. L’uomo che “lesse” il cielo

In un secolo di guerre, carestie, caos e superstizione un “osservatore delle stelle”, determinato e coraggioso, motivato dalla fiducia nel potere della conoscenza, scopre le leggi che regolano il movimento dei pianeti, ancora oggi alla base dell’astronomia e dei viaggi spaziali. Per “a.C.d.C.”, in onda giovedì 26 gennaio alle 22.10 su Rai Storia, il professor Alessandro Barbero propone una documentata biografia del cosmologo e matematico tedesco Giovanni Keplero (1571-1630), dalla tormentata collaborazione con l’astronomo danese Tycho Brahe – che con le sue dettagliatissime osservazioni fornisce a Keplero i dati su cui sviluppare la sua teoria – alla difficile difesa della madre in un processo per stregoneria. Vissuto in un periodo di transizione tra due modi di guardare la realtà, Giovanni Keplero con i suoi studi e le sue scoperte ha rivoluzionato la nostra visione del mondo.

VENERDÌ 27/01/2023

(PROGRAMMAZIONE RAI CULTURA PER IL GIORNO DELLA MEMORIA)

Passato e Presente. Le donne nei lager nazisti

Per la Giornata della Memoria “Passato e presente”, in onda in prima visione venerdì 27 gennaio alle 13.15 su Rai3 e in replica alle 20.30 su Rai Storia, dedica una puntata alla deportazione femminile nei lager nazisti, con la professoressa Anna Foa e Paolo Mieli. Nel 1939, prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, i nazisti costruiscono il campo di concentramento femminile di Ravensbruck, 80 km a nord-est di Berlino, che rimarrà l’unico, per tutta la durata del conflitto, a ospitare esclusivamente donne. Dal 1942 vengono poi aperte sezioni femminili in altri campi, come Auschwitz-Birkenau e Bergen Belsen. La deportazione femminile ha delle caratteristiche proprie, a cominciare dalla vergogna per la nudità, a cui tutti i prigionieri sono sottoposti, fin dall’arrivo nel lager, ma che per le donne è più umiliante e difficile da sopportare. Le situazioni più drammatiche sono quelle delle madri, che già all’arrivo nei lager quasi sempre vengono mandate nelle camere a gas con i figli. Le donne incinte sono costrette ad abortire o, se riescono a partorire, a vedere i loro piccoli morire di fame e di freddo. Inoltre, diverse donne sono sottoposte anche a esperimenti pseudoscientifici che, quando non le uccidono, ne compromettono irrimediabilmente la salute. Su di loro si sperimentano i metodi di sterilizzazione di massa, che i nazisti intendono adottare nei confronti delle popolazioni considerate inferiori.

La levatrice. Un angelo ad Auschwitz

Nel 1943 Stanisława Leszczyńska fu arrestata dalla Gestapo per aver aiutato i prigionieri del ghetto di Łódź e mandata nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau insieme ai suoi tre figli. Lì subì un terribile processo. Stanisława lavorò come levatrice in condizioni disumane, fin quasi all'esaurimento. I bimbi appena nati dovevano essere soppressi per ordine del dottor Mengele, ma Stanisława si rifiutò di farlo, rischiando la vita. Un personaggio protagonista dello Speciale “La levatrice”, in onda in prima visione venerdì 27 gennaio alle 21.15 su Rai Storia.

Diede assistenza a 3000 partorienti senza perdere nemmeno un bambino. Ma millecinquecento furono selvaggiamente uccisi dal personale del campo e mille morirono di fame e di freddo. Alcune centinaia, grazie alle caratteristiche somatiche (ad esempio gli occhi azzurri), finirono in brefotrofio per essere adottati da coppie tedesche senza figli. Solo una trentina di quei neonati sopravvissero tuttavia allo sterminio e alle durissime condizioni del campo. Il suo nome, come una delle quattro eminenti donne polacche del secolo scorso, è stato posto sul Calice della Vita sacrificato dalle donne polacche nel santuario di Jasna Góra.

Diari dell'Olocausto. La Shoah degli adolescenti

Le vicende della persecuzione razziale attuata dai nazisti vengono raccontate attraverso le parole dei diari scritti da dodici giovani adolescenti ebrei di età compresa fra i 13 e i 18 anni (tra i quali Anne Frank), ragazzi polacchi, lituani, ungheresi, cechi, olandesi. Questi diari rappresentano per questi ragazzi un amico a cui confidare le più segrete emozioni, una maniera per registrare gli eventi a cui assistono, una forma di resistenza alla situazione opprimente che li circonda. A casa, nei ghetti, in clandestinità, nei campi profughi o nei campi di transito, nelle più estreme condizioni di vita, stremati dalla fame o piegati dalla disperazione, nonostante il pericolo che questo comporta, questi giovani, confidano ai propri diari le proprie paure e le proprie speranze per un futuro diverso.

“Diari dell'Olocausto - La Shoah degli adolescenti”, in onda in prima visione venerdì 27 gennaio alle 22.15 su Rai Storia, segue cronologicamente le vicende della Seconda guerra mondiale con una chiave inedita, una coralità di voci giovanissime che descrivono in presa diretta la tragedia della guerra. Soggetto, sceneggiatura e regia di Massimo Vincenzi, al suo terzo documentario dopo "Fossoli-Anticamera per l'inferno" e "Drawing the Holocaust. Disegni dall'Olocausto".

SABATO 28/01/22

Passato e presente. Angela Davis, una vita per la libertà

“Angela, non disperare, negli occhi tuoi non può morire il sole. Tutti noi, per la tua vita, alziamo già un canto senza fine per fermare chi si abbandona alla follia, per aprire al mondo libero una via”. Così cantava il Quartetto Cetra nel 1971. La canzone dal titolo” Angela” era stata scritta da Giovanni “Tata” Giacobetti per l’attivista Angela Yvonne Davis. Un personaggio raccontato da “Paolo Mieli e dalla professoressa Fiamma Lussana a “Passato e Presente”, in onda sabato 28 gennaio alle 20.30 su Rai Storia.

Angela, dalla fine del 1970, era rinchiusa nel carcere californiano di San Quintino. Su di lei pendeva l’accusa di cospirazione, rapimento e omicidio: rischiava la pena di morte. Nel 1972, i Rolling Stones nel brano Sweet Black Angel a lei dedicato, spiegarono il reale motivo per cui si trovava in prigione: la sua lotta incessante per tutto ciò che le stava a cuore: il rispetto dei diritti civili degli afroamericani, la fine delle discriminazioni razziali, l’uguaglianza, la liberazione della donna, l’abolizione del sistema carcerario. Battaglie che Angela aveva condotto senza risparmiarsi, sempre in prima linea, affiancando alla militanza attiva una costante riflessione teorica. E se la Cia e l’Fbi la inserirono nella lista dei dieci terroristi più pericolosi degli Stati Uniti, la Storia e l’arte la faranno assurgere a icona dell’orgoglio nero degli anni Settanta.

Cinema Italia. La terrazza

Fine anni Settanta. Due cene mondane su una terrazza romana, organizzate a un anno di distanza l’una dall’altra, sono l’occasione per un gruppo di intellettuali per tracciare un bilancio dei sogni di rinnovamento sociale e politico della loro gioventù, al termine della Seconda guerra mondiale. Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Jean-Louis Trintignant, Carla Gravina, Stefano Satta Flores, Stefania Sandrelli, Serge Reggiani, Ombretta Colli sono i protagonisti de “La terrazza”, il film diretto da Ettore Scola, in onda sabato 28 gennaio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. La pellicola annovera, tra i riconoscimenti, migliore sceneggiatura (per Ettore Scola, Age & Scarpelli) e miglior attrice non protagonista (per Carla Gravina) al Festival di Cannes.

Documentari d’autore. L'ultima spiaggia. Pola fra la strage di Vergarolla e l'esodo

"L'ultima spiaggia. Pola fra la strage di Vergarolla e l'esodo" di Alessandro Quadretti e Domenico Guzzo, in onda per il ciclo “Documentari d’autore” sabato 28 gennaio alle 23.35 su Rai Storia, ripercorre quello che accadde il 18 agosto del 1946 attraverso i ricordi dei pochi sopravvissuti. Quel giorno, sulla spiaggia di Vergarolla, a Pola - unica parte dell’Istria al di fuori del controllo Jugoslavo di Tito, sotto amministrazione anglo americana - c’erano centinaia di persone, compresi molti bambini, pronte ad assistere ad una rinomata gara di nuoto. Una manifestazione che aveva anche l’intento di mantenere un legame con il resto dell’Italia. Alle 14.15 l’esplosione di numerose mine, apparentemente disinnescate – per un totale di circa nove tonnellate di esplosivo - provocò decine di vittime, 65 quelle accertate. I soccorsi furono complessi e caotici, molti corpi furono letteralmente polverizzati. Il fallimento delle indagini e la mancata individuazione dei responsabili, finirà per cristallizzare nella cittadinanza la convinzione che Pola fosse una sorta di pedina di scambio nel gioco delle potenze vincitrici della guerra. Sostanzialmente la popolazione italiana di Pola ritenne di trovarsi di fronte ad un'alternativa secca: o rimanere nella propria città in balia di un potere che non offriva alcuna garanzia sul piano della sicurezza personale e della difesa dell’italianità, o prendere la via dell'esilio. Nell'estate del 1946 l'esodo era già un’opzione molto concreta. Tuttavia, nella memoria collettiva della popolazione la strage di Vergarolla venne ritenuta come un punto di svolta, in cui anche gli incerti si convinsero che la permanenza in città, alla partenza degli Alleati, sarebbe stata impossibile. Tra la tesi della tragica fatalità e quella dell’attentato premeditato volto a radicalizzare la tensione antitaliana in città, nell’immediatezza della strage, col passar del tempo è l’ipotesi dolosa la più accreditata dalle ultime ricostruzioni storiche. E nonostante mai alcun processo sia mai stato celebrato, la strage di Vergarolla è considerata tra i più gravi attentati della storia dell'Italia repubblicana: la morte di oltre ottanta italiani in un'occasione di festa stenta tutt'ora a trovar spazio nei libri di storia e nella memoria nazionale.


 

 

 
 
 

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