Si balla con Verdi
di Stefano Ceccarelli
L’Opera di Roma riapre le porte al pubblico con un concerto diretto da Michele Mariotti, che sta collaborando con il Costanzi per la messinscena della verdiana Luisa Miller. Autore delle musiche del concerto odierno è, infatti, Giuseppe Verdi: si tratta dei ballabili dalle opere Don Carlos, Macbeth e Les vêpres siciliennes.
ROMA, 28 aprile 2021 – Appena due giorni dopo il concerto d’apertura al pubblico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (leggi la recensione), anche il Costanzi riapre le sue porte ai romani, che accorrono numerosi (per quanto il distanziamento consenta, naturalmente). Il concerto, del resto, è accattivante: le musiche da ballo che Giuseppe Verdi compose per tre sue opere, Don Carlos, Macbeth e Les vêpres siciliennes. Il direttore, Michele Mariotti, è uno specialista del repertorio operistico, in particolare Rossini, ma anche Verdi rientra fra i suoi autori prediletti; sarà proprio lui a dirigere, fra qualche giorno, la Luisa Miller romana che andrà fruita, purtroppo, ancora sul canale YouTube del Costanzi.Tale serata, dunque, è una sorta di preludio alla messa in scena dell’opera verdiana.
Mariotti è un direttore sensibile alla melodia cantabile, che esalta sottolineando quasi ogni parte della compagine orchestrale. La sua è una direzione attentissima ai particolari, alle sezioni dei singoli gruppi di strumenti; dunque, a tratti potrebbe sembrare larga, sì, ma senza perdere l’elemento frizzante ove richiesto dalla partitura. I ballabili del Don Carlos, una sorta di allegoria dell’importanza della regina di Spagna (immaginata, metaforicamente, come la perla più bella che possiede, la celeberrima Peregrina, gioiello più recentemente appartenuto a Liz Taylor), sono un po’ sottotono all’inizio, con l’orchestra che deve scaldarsi. Bisogna, dunque, aspettare un po’ prima di sentire squillare gli ottoni e l’orchestra sfrenarsi nella seconda sezione del ballabile, ritmicamente più variegata. La sintonia fra direttore e orchestra arriva a piena maturazione nelle musiche da ballo della seconda edizione del Macbeth. Qui Mariotti riesce a cavare dall’orchestra il giusto colore, spettrale, fulmineo, ma anche sospeso, come avviene nell’apparizione di Ecate, cui segue una sorta di sabba musicale. Chiude il più lungo dei ballabili, cioè le Quatre Saisons de Les vêpres siciliennes. Mariotti fa brillare i colori di una partitura particolarmente ispirata, soprattutto perché Verdi poteva usare il linguaggio evocativo delle stagioni, del tutto codificato all’interno della musica occidentale. L’orchestra esalta lo spirito coreutico e brillante del pezzo, che attraversa diversi stili di danza. Il concerto viene calorosamente applaudito.