L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Racconto di suoni

di Vincenza Caserta

Marco Dalsass e Samuele Amidei, violoncello e pianoforte, si esibiscono in duo fra Beethoven e Mendelssohn per l'apertura della XII rassegna concertistica di Santa Maria di Castello a Biancade, nel trevigiano

BIANCADE (TV) 27 maggio 2022 -  La XII Rassegna Concertistica di Santa Maria di Castello a Biancade, nel cuore del trevigiano, si apre con un suggestivo concerto il 27 maggio. È una serata quasi estiva in cui il crepuscolo avvolge la Chiesetta dall’antico campanile dove si svolge il concerto regalando ancor più attesa a questo momento della ripartenza. È il battesimo del fuoco per il nuovo duo formato dal violoncellista veneto Marco Dalsass e dal pianista toscano Samuele Amidei; in sala un silenzio religioso vuole lasciar parlare finalmente la musica. L’incipit della Sonata n. 3 in La maggiore op. 69 offre al violoncello la frase eloquente che preannuncia la narrazione di un Beethoven che non trascura mai lo spirito lirico ed epico. È un’interpretazione energica e carica di gioia poetica quella che anima il Duo Dalsass/Amidei: nell’Allegro ma non tanto il calibrato dialogare attraverso un evocativo respiro musicale riesce a dare luce nuova al colore di sezioni contrastanti ed è così che l’attesa si trasforma in dinamismo sonoro. Non manca il tipico pathos beethoveniano in squarci quasi orchestrali dove predomina la pienezza sonora, il Duo crea intensità porgendo delicati frammenti capaci di snodarsi tracciando attraverso la narrazione musicale un percorso interiore. Ben si presta il Beethoven della Sonata Op 69 a dialoghi strumentali dalle atmosfere più varie in cui ogni stato emotivo è sorretto da un suono luminoso e dalla chiarezza del fraseggio. Nell’Allegro cantabile l’espressività raggiunge le massime vette mentre l’effetto di contrasto di colore ed intenzione che anima il successivo Allegro vivace sorprende per il bilanciato equilibrio sonoro creato dal duo. Una sorta di orchestra narrante anima il finale nei diversi timbri ricercati con eleganza.

“Orchestra” è la parola-chiave che unisce Beethoven a Mendelssohn. Se le tinte più tenui vengono curate in un lirismo puro, sicuramente la Romanza senza parole op. 109 offre un esempio convincente. Atmosfere sognanti e soffuse sono offerte attraverso un canto pieno in cui Dalsass commuove tra sonorità ricercate che diventano spiegate nel conferire nuovo slancio alla ripresa del tema. La Sonata op. 58 di Mendelssohon è dinamismo e brio nella lettura del duo Dalsass/Amidei, un sinfonismo a tutti gli effetti quello che emerge nel complicato intreccio con cui il compositore articola il discorso musicale. Emerge un controllo della materia sonora che il duo dipinge attraverso colori brillanti ed intensi, regalando vigore ed energia nel canto del violoncello e nella fluidità che caratterizza il pianismo di Amidei. Atmosfere schumanniane nell’Allegretto scherzando in cui la ricercatezza del contrasto dona una magia particolare all’interpretazione ancor più nell’Adagio, sospeso ed affidato alla bellezza di ogni singolo suono. Dalla meditazione più profonda, il duo trasporta gli ascoltatori in un brillante vortice sonoro in cui la varietà degli spunti tematici non trascura mai una narrazione coinvolgente. Il saluto al numeroso pubblico è affidato a un bis con la trascrizione del Tango op. 165 n. 2 tratto da España di Albeniz in cui delicatezza e cantabilità entusiasmano la sala.


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