L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Spirito russo

di Sergio Albertini

Donato Renzetti affronta con successo un programma interamente russo al Lirico di Cagliari. 

CAGLIARI, 23 febbraio 2023 - Un programma tutto russo, per il quarto appuntamento della stagione concertistica del Lirico di Cagliari, che ha in questo repertorio una sorta di fil rouge: dopo l'esaltante interpretazione del giovane Alexander Malofeev, tecnicamente impressionante, del Concerto n.1 op.1 per pianoforte e orchestra di Rachmaninov, ci sarà ancora in stagione l'opportunità di ascoltare Rimskij-Korsakov, Čajkovskij (la Sesta e la Quarta sinfonia), Khachaturian (il Concerto per violoncello), Musorgskij, ancora Rachmaninov (la Rapsodia su temi di Paganini), Stravinskij (Pulcinella).

Sul podio dell'Orchestra del Lirico, un sorprendente Donato Renzetti. Oggi settantaduenne, il maestro mantiene intatto il suo gesto avvolgente e netto e mostra un entusiasmo ed una fascinazione nei confronti dell'orchestra immutati. Nell'Ouverture Festiva op.96 di Šostakovič, posta ad apertura della serata, restituisce appieno una performance frizzante, com'è nello spirito di questa pagina d'occasione, eseguita per la prima volta a Mosca il 6 novembre 1954 per celebrare il 37° anniversario della Rivoluzione di Ottobre. Renzetti riesce perfettamente a mantenerne l'energia anche quando – e forse volutamente – la scrittura musicale scivolerebbe nel banale. Il ritmo della pagina trova ottimi colori nel clangore della fanfara d'ottoni d'apertura e nella articolata partecipazione delle percussioni (Francesca Ravazzolo ai piatti, Pierpaolo Strinna al triangolo, ma non solo, Filippo Gianfriddo ai timpani), così come nell'esposizione del tema lirico in cui si fondono la morbidezza dei violoncelli e il carezzevole suono dei corni. Dopo questi primi sei minuti elettrizzanti, ben accolti dagli applausi del pubblico, spazio all'ouverture-fantasia Romeo e Giulietta di Čajkovskij: connubio perfetto tra Renzetti e l'Orchestra del Lirico (con cui collabora da anni; tornerà anche in stagione a dirigere l'Andrea Chénier) nel sottolineare l'intenso romanticismo, la viscerale intensità degli slanci lirici, con certi rubati di grande scuola. Meritano una citazione gli archi, d'avvicente profondità sonora nell'esposizione del tema amoroso.

Dopo l'intervallo, la Seconda sinfonia di Rachmaninov: anche in questa pagina – a mio avviso troppo poco amata dai direttori italiani – s'è ascoltata una eccellente interpretazione, subito evidente dalla minacciosa introduzione del primo movimento, scolpita con grande cura nella sua articolata dinamica; anche nell'Allegro moderato Renzetti fa emergere quasi con pudore quel desiderio e quella passione espressi dalla musica. Dopo l'apertura dello Scherzo, gli archi – con un impasto serico – s'adagiano in una di quelle melodie che sono uno dei 'marchi di fabbrica' di Rachmaninov; l'orchestra tutta regge con nettezza e rigore l'episodio fugato (da ricordare l'introduzione del solo di violino, GianMaria Melis, all'apertura dello sviluppo rapsodico). Il terzo movimento, ampio e lento, dopo una esposizione del tema principale accennato dai violini fa seguito una lunga cantilena del clarinetto (qui, Pasquale Iriu); Renzetti dà pieno valore alle melodie, lunghe e nostalgiche, di Rachmaninov, dando attenzione ad ogni singolo dettagli. Spicca, in equilibrio con la melodia principale, il dorato contrappunto del corno (Lorenzo Panebianco) e poi dei fiati tutti. Conclusione con un quarto movimento dall'atmosfera festosa attraversata da diversi squarci lirici che riprendono precedenti materiali e temi.

Pubblico entusiasta. Serata eccellente.


 

 

 
 
 

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