Dall'ombra alla festa
di Luigi Raso
Antonio Pappano torna nella terra d'origine della sua famiglia per dirigere l'entusiasta Orchestra Filarmonica di Benevento in un programma che all'impegno della prima sinfonia di Brahms affianca - con non minore attenzione e qualità - le atmosfere festive di Čajkovskij, Vaughan Williams e Anderson.
BENEVENTO 22 dicembre 2024 - Sir Antonio Pappano torna quasi alle origini: al Teatro Comunale Vittorio Emanuele II di Benevento dirige il concerto inaugurale dell’undicesima stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica della città campana. L'attuale direttore principale della London Symphony Orchestra è molto legato al paesino di Castelfranco in Miscano (BN), terra d’origine dei suoi genitori, dove ogni estate dirige un concerto in memoria del padre Pasquale. Il legame e l’affetto che il grande musicista nutre per le sue origini sannite e per il paesino dal quale i genitori emigrarono verso Londra sono testimoniate dalle sincere e struggenti parole della sua recente autobiografia, La mia vita in musica, Marsilio, 2024: qui Pappano ricorda le estati dell’infanzia trascorse con i nonni a Castelfranco in Miscano, il desiderio dei genitori di tornare a vivere, per almeno sei mesi l’anno, nel luogo di origine; ricorda con concisione e partecipazione la morte, nel tragitto tra Castelfranco e Benevento, del padre.
Quando Antonio Pappano introduce il concerto con l’ormai iconico incipit di “Caro pubblico..”, una tradizione inaugurata a Roma negli anni in cui è stato direttore musicale dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, si percepisce che il grande direttore, complici anche le dimensioni raccolte del teatro Comunale di Benevento, si senta quasi a casa.
Con le consuete affabilità e chiarezza illustra il primo brano in programma la Sinfonia n. 1 in do minore per orchestra, op. 68 di Johannes Brahms: i tempi bui che stiamo vivendo sono per Pappano il presupposto per descrivere il passaggio dalla tonalità iniziale di do minore a quella finale di do maggiore. E l’interpretazione della Sinfonia, ben eseguita dall’Orchestra Filarmonica di Benevento (OFB, in acronimo), compagine giovane, ricca di energia, è modellata proprio sul lento e faticoso passaggio dalla tonalità cupa di do minore del primo movimento, Un poco sostenuto, a quella luminosa della sezione finale, Più Andante. Allegro non troppo, ma con brio, del quarto e ultimo movimento.
E così, se nel primo movimento Antonio Pappano cava dall’orchestra un suono grumoso, turgido e scuro, nel corso della Sinfonia lo alleggerisce lentamente, fino a raggiungere quello terso, ma non meno vibrante e inteso, del finale. Sotto la direzione di Antonio Pappano l’OFB suona con coesione e compattezza apprezzabili, ma a stupire sono, in particolare, l’energia e l’entusiasmo che la compagine promana.
L’Andante sostenuto del secondo movimento, invece, è un bel saggio di cantabilità: Pappano riesce a dare vigore ed espressività cantabile all’interno movimento, esaltandone l’articolazione melodica, facendolo risuonare quasi come un interludio operistico. In ciò l’OFB risponde con precisione, immergendosi in questa intensa spirare melodica, al cui interno si segnala l’intenso e ben calibrato intervento del primo violino di spalla di Alice Notarangelo. Il quarto movimento ribolle di quell’energia che Antonio Pappano stesso emana e che l’OFB recepisce e trasmette al pubblico.
Dopo l’impegnativa Prima sinfonia di Brahms il programma vira verso brani legati al periodo natalizio: nella Fantasia su Greensleeves di Ralph Vaughan Williams si ammirano la raffinata coesione tra i timbri delle diverse sezioni orchestrali dell’OFB, la morbidezza e l’eleganza dell’eloquio musicale, che trae giovamento, tra gli altri, dai raffinati e luminosi interventi del primo flauto di Vittorio Coviello.
Con tre brani dalla Suite dallo Schiaccianoci di Pëtr Čajkovskij ci addentriamo in pieno clima e calore natalizio: la Marcia è scintillante, il Valzer dei fiori coinvolgente, con percepibile accentazione sul battere della battuta in ¾; vivacissima e scintillate, infine, la Danza russa – Trepak conclusiva.
Ancora una volta a sorprendere sono la compattezza e l’entusiasmo dimostrato dall’Orchestra Filarmonica di Benevento, quasi galvanizzata dalla direzione: una prova di grande maturità professionalità per un’orchestra composta da promettenti e giovanissimi musicisti, una tra le realtà musicali più interessanti e apprezzabili che la Campania - territorio benedetto e dannato allo stesso tempo, come pochi in Europa - offre.
In chiusura del concerto, Sleigh Ride del compositore statunitense Leroy Anderson (1908 - 1975), tra le composizioni natalizie più celebri e amate, dal carattere allegro ed evocativo dell’inverno. Antonio Pappano e l’OFB si immergono nell’atmosfera vivace e festiva del breve brano, consegnando un’esecuzione imperniata sulla supremazia dell’elemento ritmico e sull’incisività degli ottoni e delle percussioni.
In questo clima caloroso il concerto si chiude con applausi scroscianti tributati al direttore, all’Orchestra Filarmonica di Benevento e alle sue prime parti.
Antonio Pappano - prima prepararsi per il secondo concerto della serata: ne sono previsti due, con il medesimo programma, alle ore 17 e alle 19.30 - si concede generosamente alle richieste di autografi, selfie e foto.
Buone Feste!
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