Concert à la carte
di Luigi Raso
Il Wassily Quartet offre un'originale formula che trasforma il pubblico in direttore artistico per una sera
NAPOLI, 27 marzo 2025 - Al concerto come una cena al ristorante. Come si ordinano le portate di un pasto raffinato, così si scelgono i brani che comporranno il programma musicale. È questa l’idea di fondo del concert à la carte proposto a Napoli dal Quartetto Wassily: il concerto è strutturato in più “portate”, che vanno dagli antipasti ai dolci. Per ciascuna portata è possibile scegliere tra due opzioni offerte dal menu à la carte. E chi sceglie cosa... gustare/ascoltare? Il pubblico! E come sceglie cosa…assaporare? Il Quartetto Wassily fa assaggiare le battute iniziali delle due pietanze proposte per ciascuna portata; il pubblico le ascolta e vota la prescelta applaudendo. Il brano/pietanza che riceve più applausi - certificati in re dubia da un applausometro installato nell’Ipad del violista del quartetto, diventa la pietanza della portata che sarà poi... servita. Il pubblico sovrano, insomma: la sovranità appartiene al pubblico che la esercita... tramite l’applauso.
Nel paese che raggiunge, a seconda delle contingenze, picchi di poco meno di 60 milioni di commissari tecnici della nazionale di calcio, di virologi, immunologi, esperti di politica internazionale, climatologi, economisti, diplomatici, ingegneri strutturisti, ecc, in effetti l’identificazione nel direttore artistico e/o responsabile della programmazione musicale di un’istituzione musicale mancava. Et voilà: per una sera si contribuisce - democraticamente, votando con un applauso – alla scelta di cosa ascoltare/mangiare.
L’antipasto ordinato dal pubblico è il secondo movimento, Assez vif, Très rythmé, dal Quartetto in fa maggiore di Maurice Ravel (composto nel 1903 ed eseguito l’anno successivo). Il piatto/brano scelto ha vinto il ballottaggio sull’Allegro Moderato dal Quartetto op. 77, n. 1 di Franz Joseph Haydn, che però sarà proposto come secondo “digestivo” della serata: il pizzicato è preciso, ma la preparazione non è della giusta temperatura, benché l’inizio faccia ben sperare, per la precisione e la pulizia esecutiva, in una cena soddisfacente.
Fondato a Lione nel 2012, il quartetto d’archi Wassily è composto da quattro giovani e talentuosi musicisti: Vincent Forestier (violino), Marine Faup-Pelot (violino), Clément Hoareau (viola) ed Auguste Rahon (violoncello). La prima portata fa già intravedere il buon amalgama di sapori/colori, l’equilibrio tra i vari componenti dell’ensemble, il loro affiatamento, la pulizia e la precisione tecnica.
Il primo piatto della cena – ordinato dopo aver assaggiato, come per ciascuna portata, tutte le pietanze del menu – è l’inquieto Allegro assai appassionato dal Quartetto op. 44 n. 2 di Felix Mendelssohn (del 1837): i sapori/colori si incupiscono e il grado di cottura del piatto/brano è perfetto. Chissà come sarebbe stato preparato l’altro piatto a scelta tra i primi, il Poco Adagio – Allegro dal Quartetto op. 74 di Ludwig van Beethoven, noto come quartetto “delle arpe” (1809): chissà!
Si passa al secondo piatto con il magnifico e meditabondo Adagio ma non troppo dal Quartetto “delle arpe”: è un’esecuzione molto pulita, che però si addentra poco nell’esplorazione dei meandri del brano. Occorreva un pizzico di condimento in più!
Infine, per dolce il pubblico ha scelto il Finale. Presto dal Quartetto op. 77 n. 1 di Franz Joseph Haydn (del 1797): frizzante, leggero, ilare, eseguito con giusto brio, e… molto ben zuccherato!
La cena ha soddisfatto il pubblico, tanto che lo chef offre due encores/liquori: il primo l’ottimo Lento dal Quartetto n. 12 “Americano” in fa maggiore, op. 96 di Antonin Dvoràk (del 1893) e, fine, l’Allegro moderato dal Quartetto op. 77, n. 1 di Franz Joseph Haydn.
E dopo questa succulenta e gustosa cena, ben preparata e servita dal quartetto Wassily, si guadagna l’uscita della raccolta sala del teatro Sannazaro soddisfatti e divertiti per aver indossato i panni, almeno per una sera, di responsabile della programmazione.
Ed ora... passeggiata serale digestiva!
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