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E lucevan le stelle

di Gustavo Gabriel Otero

Sonya Yoncheva, Piotr Beczala e Ambrogio Maestri sono i protagonisti della ripresa della più longeva produzione del repertorio della Wiener Staatsoper, Tosca firmata da Margarethe Wallmann.

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VIENNA, 9 febbraio 2025 - Dal 1958, la Wiener Staatsoper presenta la produzione teatrale della Tosca di Puccini firmata da Margarethe Wallmann con scenografie e costumi di Nicola Benois, la più antica di questo teatro d'opera che continui a tornare in scena. È difficile elencare e immaginare i cantanti che sono stati dentro quei costumi e quelle scenografie, e fa venire le vertigini pensare che quasi tutti gli artisti coinvolti in questa ripresa, così come buona parte del pubblico e anche chi scrive, non erano nati quando questo allestimento è stato presentato per la prima volta.
La messa in scena è molto riuscita e conserva, di conseguenza, la sua attualità. Solisti e folla sono ben gestiti e non c'è alcun accenno di stantio. La scenografia dipinta da Benois delinea in maniera eccellente i luoghi in cui si svolge l'azione. Particolarmente pregevole è la scenografia del terzo atto, che a più di 65 anni dalla prima continua a stupire. I costumi sono ben fatti, abbaglianti per il protagonista.
Quando la messa in scena è di repertorio, l'importante è il cast vocale, e in questo caso si sono riuniti tre degli artisti più importanti del momento nel loro campo: Yoncheva, Beczala e Maestri.
Sonya Yoncheva è senza dubbio uno dei riferimenti attuali per la parte di Floria Tosca. Il soprano bulgaro possiede mezzi vocali potenti, un bel colore, un lirismo profondo e un'emissione uniforme. Totalmente credibile e magnetica sul palcoscenico, sa dare a ogni momento il giusto tono, sia nella recitazione sia nella perfetta linea di canto, senza ricorrere a trucchi o urla, come è molto comune in questo ruolo.
Piotr Beczala ha incarnato un Cavaradossi tanto romantico quanto eroico. Ha meritato il suo posto di rilievo nell'attuale universo lirico internazionale, la sua simpatia sul palco e il suo fraseggio incantano il pubblico; la sua perfetta linea di canto, l'omogeneità, la potenza, il suo timbro splendidamente tenorile sono il suo marchio di fabbrica. Nel terzo atto ha strappato al pubblico applausi entusiastici, per i quali ha dovuto concedere un bis di “E lucevan le stelle”.
Non c'è molto da aggiungere per definire la mirabile carriera di Ambogio Maestri, un cantante che viene immediatamente associato al personaggio di Falstaff (che ha appena cantato a Milano), ma che si è dedicato anche a figure profondamente sinistre, come questo Scarpia. Presenza, volume, emissione, credibilità e cattiveria appropriata hanno caratterizzato la sua interpretazione del temibile capo della polizia di Roma.
I ruoli di Angelotti (Attila Mokus) e del sagrestano (Dan Paul Dumitrescu) sono stati ben interpretati.
Sia Andrea Giovannini (Spoletta) sia Marcus Pelz (Sciarrone) hanno svolto più che bene il loro compito. Il resto del cast era corretto, così come il coro della casa diretto in questa occasione da Martin Schebesta.
Pier Giorgio Morandi dal podio ha guidato sapientemente l'orchestra, lasciando cantare i solisti, regolando le intensità nel Te Deum e mettendo in evidenza la strumentazione del maestro lucchese all'inizio del terzo atto.


E lucevan le stelle

por Gustavo Gabriel Otero

VIENNA, 9 de febrero de 2025 - Desde 1958 la Ópera de Viena presenta la producción escénica firmada por Margarethe Wallmann con escenografía y vestuario de Nicola Benois de Tosca de Puccini, siendo la producción más antigua de esa casa de ópera que continúa representándose. Se hace difícil enumerar e imaginar los cantantes que han estado dentro de esos trajes y de esa escenografía y da vértigo pensar que la casi totalidad de los artistas involucrados en esa reposición, así como una buena parte del público y hasta quien esto escribe no habían nacido cuando se presentó por primera vez esta producción escénica.

La puesta está muy lograda y por ello su vigencia. Se manejan bien los solistas y las multitudes y no hay atisbo de vetustez. La escenografía pintada por Benois delimita con excelencia los lugares de la acción. Particularmente lograda es la escenografía del tercer acto que a más de 65 años de su estreno continúa impactando. Bien logrado el vestuario con deslumbrantes trajes para la protagonista.

Cuando la puesta en escena se usa recurrentemente lo importante es el elenco vocal y en este caso se conjugaron tres de los más importantes artistas de su cuerda de la actualidad: Yoncheva, Beczala y Maestri.

Sin lugar a duda Sonya Yoncheva es una de las referencias actuales para el rol de Floria Tosca. La soprano búlgara posee medios vocales poderosos, su color vocal es bello, su lirismo es profundo y su registro es parejo en toda la extensión. Totalmente creíble y magnética en escena sabe dar a cada momento el tinte justo tanto en lo actoral como con su perfecta línea de canto sin recurrir a trucos o gritos como es muy habitual en ese rol.

Piotr Beczala compuso un Cavaradossi tan romántico como heroico. Con un lugar bien ganado por su calidad en el universo lírico internacional actual, su simpatía en el escenario y su fraseo encantan al público. Su perfecta línea de canto, la homogeneidad en el registro y su potente timbre bellamente tenoril son su marca registrada. En el tercer acto suscitó entusiastas muestras de aprobación del público por lo que debió conceder la repetición o bis de ‘E lucevan le stelle’.

No hay mucho que agregar para definir la admirable carrera de Ambogio Maestri, un cantante al que inmediatamente se lo asocia a brillantes interpretaciones de roles bufos o a ser un Falstaff de referencia (personaje que acaba de cantar en Milán). Pero hay que admitir que también en la carrera de Maestri hay lugar para personajes profundamente siniestros como este Scarpia. Presencia, volumen, entrega, credibilidad y adecuada maldad caracterizaron su interpretación del temible jefe de la policía de Roma.

Bien servidos los roles de Angelotti por Attila Mokus y del sacristán por Dan Paul Dumitrescu.

Cumplieron con creces su cometido tanto Andrea Giovannini (Spoletta), como Marcus Pelz (Sciarrone). Correcto el resto del elenco, así como el coro de la casa dirigido en esta ocasión por Martin Schebesta.

Pier Giorgio Morandi desde el podio, condujo con pericia a la orquesta dejando cantar a los solistas, regulando adecuadamente las intensidades en el Tedeum y poniendo de relieve la orquestación del maestro de Lucca en el inicio del tercer acto.


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