L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Luisotti e Mahler

di Giuseppe Guggino

Il ritorno di Nicola Luisotti sul podio dell’Orchestra Sinfonica Siciliana è all’insegna di Mahler con un concerto interamente dedicato alla Nona. Gesto di esemplare chiarezza, lettura estroversa, ottima intesa con la compagine residente in grande spolvero suggellano una serata memorabile.

Palermo, 4 aprile 2025. La germinazione dell’Andante comodo sul battito irregolare dei celli, su cui si innestano prima il quarto e il secondo corno, poi l’arpa e le viole dell’Orchestra Sinfonica Siciliana lascia un poco il fiato sospeso per la circospezione d’insieme, poi entrano i violini secondi con il primo tema distensivo e la compagine decolla con autorevolezza per il lungo viaggio di oltre un’ora e venti attraverso i quattro pannelli dell’ultima compiuta sinfonia mahleriana, la Nona.

Sul podio Luisotti, di ritorno a Palermo dopo una riuscita Sesta di Mahler nelle passate stagioni della Sinfonica, è artefice di una lettura molto teatrale, si direbbe mediterranea, volta ad evidenziare gli estremi contrastanti della partitura e le assonanze con la scrittura straussiana e pucciniana, che forse non avrebbe lusingato Mahler ma che è a suo modo coerente e convincente. Il gesto d’alta scuola – di chiarezza esemplare e grande precisione, pur rinunciando alla bacchetta – gli consente di manovrare la corposissima compagine fra violentissime accelerazioni e prodigiose rarefazioni di suono. Per contro, complice una concertazione assai accurata, l’Orchestra Sinfonica Siciliana si dimostra duttilissima nell’assecondare le sollecitazioni del podio, oltre che in grande spolvero in termini di levigatezza timbrica ed esattezza di insieme. Preziosi anche gli apporti dei soli, fra cui segnalare la spalla Giuseppe Carbone, la viola di Vincenzo Schembri e i legni tutti nel Ländler del secondo tempo.

Sugli archi che – con miracolosa tenuta – si spengono langsam al termine del lungo viaggio, fiocca qualche applauso un poco troppo impaziente prima che Luisotti abbia disteso le braccia; segue l’applauso vero e proprio, generoso e convinto come si conviene ad una serata particolarmente memorabile. Le esplicite e reciproche attestazioni di stima fra direttore e orchestra lasciano ben sperare in un’auspicabile ulteriore prosecuzione del percorso mahleriano nella prossima stagione.

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