Galeotto fu Rossini
Dell'incontro fra Rossini e il giovane Verdi, propiziato dal pittore Deogratias Lasagna, il giovane bussetano riferì vividi, entusiastici ricordi. Meno espansivo risulta il Pesarese, che tante e tante visite riceveva a Parigi e difficilmente si scomodava a lasciar traccia delle sue impressioni per ogni pellegrino. Tuttavia l'ingegno verdiano non doveva essergli stato indifferente se in una delle sue soirée propose il terzetto dell'Attila e, addirittura, schizzò per l'occasione alcune battute pianistiche dette scherzosamente " Ritournelle por l'Adagio du trio d'Attila Sans permission de Verdi". Di più fece, però, quando sollecitò al collega un occhio di riguardo verso un suo protetto, il tenore russo Nicola Ivanoff, che a Trieste, nel 1846, si trovò beneficiato di una nuova aria per il terzo atto, “Sventurato! Alla mia vita”, irta di si bemolle a valorizzare la facilità in acuto del cantante. Parimenti, quando nello stesso anno l'opera approdò alla Scala, Foresto era un divo del belcanto romantico, Napoleone Moriani, detto il "tenore della bella morte" per la sua interpretazione di Edgardo in Lucia di Lammermoor. Anche senza le pressioni di un Rossini,Verdi non poté esimersi anche questa volta dal rimetter mano all'assolo finale dell'innamorato di Odabella e confezionare per Moriani una nuova aria "Oh dolore!". Proprio questo brano tornerà a risuonare nel teatro milanese per la produzione inaugurale della stagione 2018/2019.