L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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palazzo d'Accursio nel XVIII secolo

Padre Giovan Battista Martini

Padre Martini divenne celebre in tutta Europa come compositore, grande teorico ed eccelso didatta della musica, dedicantosi  anche allo studio della matematica e dell’acustica. Lo te­stimonia tra l’altro la fitta corrispondenza che ebbe (circa cinquemila lettere ricevute) con estima­tori, personaggi illustri, uomini di cultura, cantanti e musicisti affermati, della sua epoca. Giambattista Martini nacque a Bologna il 24 aprile 1706. La sua casa natale, ancor oggi visibile nel centro storico bolognese, era situata al numero 98I (attuale n. 57) di via Pietralata e attigua alla chiesa di Santa Cristina.

Il piccolo Giambattista fu avviato allo studio della musica dal padre, violinista e violoncellista dilettante. Fu in seguito allievo di Angelo Predieri per il canto, cembalo e l’armonia. A quindici anni, sentì il desiderio di abbracciare la vita religiosa e fu ricevuto dai Frati Minori Conventuali del S. Francesco. Trascorse l’anno del noviziato a Lugo di Romagna e fece ritorno a Bologna per intraprendere gli studi filosofici e teologici. Fu nominato nel 1725 maestro di Cappella della Basilica di S. Francesco, restandovi per un sessantennio circa, fino alla morte, avvenuta nel 1784, all’età di 78 anni. La sua vita si svolse per lo più a Bologna, in particolare nel convento di S. Francesco; com’egli stesso dirà, “senza uscir di cella” potrà comunque “conversare e trattar con più d’uno di certi anche antichi maestri” grazie al patrimonio documentario da lui stesso acquisito e grazie anche alle frequenti visite di coloro che giungono a Bologna per conoscerlo, consultare la sua ricca biblioteca e ascoltare le esecuzioni delle sue musiche. Padre Martini, infatti, fu uno storico appas­sionato che creò un’immensa biblioteca musi­cale (circa diciassettemila volumi), in un’epoca in cui le biblioteche pubbliche erano poco numerose ed i repertori bibliografici quasi inesistenti. L’acquisto e la copia di manoscritti e stampe erano legati non solo alla disponibilità eco­nomica di Martini, ma anche a scambi delle sue (o altrui) opere con librai ed editori e, in­fine, alla sua notorietà, che gli assicurava molti doni librari.

Oggi i volumi della Biblioteca martiniana sono divisi tra la Biblioteca del Museo Inter­nazionale della Musica, il Museo Civico (oggi Medievale e Moderno), il Conservatorio G. B. Martini e la Biblioteca dell’Archiginnasio.

Un altro aspetto importante di Padre Martini è quello, ereditato dopo il magistero di Perti, di didatta: fu definito infatti “Padre di tutti i maestri”. Egli venne stimato non solo come insegnante di grande valore, ma anche come persona piena d’amore e di generosità verso gli altri. Tra i suoi allievi (più di cento), i più illustri furono senz’altro il giovane W. A. Mozart e J. C. Bach (figlio di J. S. Bach).

Hanno detto di Padre Martini: “Quanto lui sta facendo resterà, mentre il poco ch’io ho fatto è già passato e dimenticato” (Farinelli a Burney, 1770), “Mi rammarico nel vedermi lontano dalla persona del mondo che maggiormente amo, venero e stimo” (Lettera di Mozart del 4 settembre 1776), “Il mondo perse in lui un grandissimo uomo e noi, oltre la perdita comune col mondo, abbiam perso un tenero padre, un sincerissimo amico” (Lettera di Johann Darbes a Stanislao Mattei, 8 giugno 1785), “[...] per trent’anni a dar lezione senza alcuna ricompensa a tanti scolari che da tutte le parti dell’Europa da lui correvano [...]” (Morellato in una lettera del 1784).


 

 

 
 
 

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