Storia de La Foce
Antonio Origo, nobile fiorentino, e Iris sua giovane moglie comprarono l’azienda La Foce nel 1924 e dedicarono la loro vita a portare un progresso sociale e agricolo nella valle, allora molto povera.
Gli Origo restarono a La Foce durante la guerra e diedero asilo a bambini sfollati e a prigionieri di guerra evasi. Iris ci offre un racconto vivace degli eventi che durante quel periodo sommersero La Foce, una terra di nessuno esposta alle invasioni straniere e alla guerra civile, nel suo libro Guerra in Val d’Orcia.Il giardino de La Foce è molto conosciuto sia in Italia che all’estero. Due anni fa è stato raffigurato nel programma della BBC 2, Monty Don’s Italian Gardens.
Disegnato tra il 1924 e il 1939 dall’architetto inglese Cecil Pinsent, che aveva anche lavorato per Bernard Berenson a Villa I Tatti, il giardino è concepito come un’estensione della villa stessa verso la spettacolare veduta sulla Val d’Orcia e il Monte Amiata. Le terrazze si fondono con il paesaggio circostante, proseguendo l’ideale umanistico rinascimentale per cui l’ordine geometrico circonda la casa e
diventa sempre più naturale fino a fondersi con il bosco. Vasi di limoni, rose, essenze mediterranee, glicini, aiuole di bosso, siepi di alloro e cipresso, sentieri e panche di travertino sottolineano le curve naturali delle colline.
Benedetta Origo, figlia di Antonio e Iris, e il loro nipote Antonio Lysy hanno fondato il festival di musica nel 1989. Lysy, violoncellista residente a Los Angeles e professore alla UCLA, ne è il direttore artistico. Il comitato d’onore del festival comprende nomi come Charles Dutoit, Maurizio Pollini, Vladimir Ashkenazy, Hans Werner Henze e Colin Firth.
Antonio Lysy
Violoncellista, insegnante e direttore artistico di Incontri in Terra di Siena sin dal suo inizio 25 anni fa, Antonio Lysy si è esibito come solista in tutto il mondo, in importanti sale da concerto, apparendo con orchestre quali la Royal Philharmonic Orchestra e la Philharmonia di Londra, la Camerata Academica di Salisburgo, la Tonhalle di Zurigo, i Solisti di Zagabria, l' Orchestra di Padova e del Veneto, la Israel Sinfonietta, e in Canada con le Orchestre Sinfoniche di Montreal e di Toronto, e con Les Violons du Roi. Ha collaborato con direttori illustri quali Yuri Temirkanov, Charles Dutoit, Sir Yehudi Menuhin, e Sandor Vegh.
Il retaggio musicale di Lysy è notevole. Suo padre era il grande violinista Alberto Lysy, che fu scoperto da Yehudi Menuhin e che diventò il suo primo e unico pupillo personale. In onore del maestro Alberto collaborò alla creazione della International Menuhin Music Academy a Gstaad, in Svizzera, nel 1977. Antonio Lysy ha proseguito con la tradizione del padre, insegnando all’Accademia e suonando in pubblico con i musicisti.
Nel 2010 Lysy ha registrato un album dedicato a opere argentine per violoncello, Antonio Lysy at The Broad: Music from Argentina (Yarlung Records), al quale è stato riconosciuto un Latin Grammy Award per l’opera Pampas, composta per lui da Lalo Schifrin.
Oltre alla sua carriera da solista, Lysy è un insegnante di grande esperienza. Ha trascorso molti anni come professore alla McGill University di Montreal e come come visiting professor all’ International Menuhin Music Academy in Svizzera. Oggi Lysy risiede a Los Angeles dove è Professor of Cello and Head of Strings alla University of California in Los Angeles (UCLA).Iris Origo Iris Origo descrive i meravigliosi e talvolta difficili anni a La Foce nei suoi due libri autobiografici, Immagini e Ombre e Guerra in Val d’Orcia. Iris (1902-1988) cresce tra Italia, Irlanda e America, fino al suo matrimonio con Antonio Origo, quando i due si stabiliscono a La Foce.
Immagini e Ombre (1970)
L’autobiografia di Iris Origo, in cui racconta dell’infanzia trascorsa in Europa e in America e poi della sua vita in Toscana, nella grande proprietà agricola di La Foce. Qui si dedicò, insieme al marito Antonio, all’arduo compito di bonificare una terra povera e incolta e migliorare le condizioni di vita della popolazione locale.
Guerra in Val d'Orcia. Diario 1943-1944 (1947)
Un classico della seconda guerra mondiale, questo diario è il racconto semplice ed elegante della vita quotidiana a La Foce, in Toscana, diventata una terra di nessuno stretta tra l’invasione straniera e la guerra civile. "Il fedele resoconto della marchesa Origo è uno di quei rari e preziosi documenti che raccontano la verità storica con la maestria artistica dello scrittore: una nobile testimonianza di tempi
ignobili” (Helen Wolff)
Altre opere:
• Il mondo di San Bernardino (1935)
• Leopardi (1935)
• L’ultimo legame (1949)
• Il mercante di Prato. Francesco di Marco Datini (1335-1410) (1957)
• Bisogno di testimoniare (1968)
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