L’Ape musicale

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Festival Purtimiro a Lugo (RA)

Alcune domande a Valerio Tura, consulente artistico del festival “Purtimiro”

 

Quale ruolo può avere un festival dedicato alla musica del Sei-Settecento oggi in Italia?

Innanzitutto va detto che alcuni festival dediti esclusivamente a musiche di questo periodo non sono rari in Francia, Germania, Spagna, e in altri paesi europei, dove incontrano un costante consenso da parte di spettatori di ogni generazione. In Italia, tranne eccezioni occasionali e marginali, non esiste un festival di tal genere. Che una piccola città d’arte come Lugo decida di affiancare alla propria offerta culturale e artistica una rassegna di tal genere, in assoluta coerenza con l’epoca di costruzione di quel gioiello architettonico e acustico che è il Teatro Rossini, mi pare un gesto di notevole lungimiranza. Del resto l’Emilia Romagna è una regione che ha una storica e tutt’ora inesauribile vocazione musicale, testimoniata dalle sue numerose istituzioni e dai suoi grandi artisti, in ogni epoca, e in ogni genere. Lugo è poi in una posizione decisamente baricentrica fra diversi luoghi importanti per la musica e per il patrimonio artistico in genere, a breve distanza da Bologna, Ferrara, Ravenna, solo per fare tre esempi. Non a caso Gioachino Rossini, la cui famiglia era originaria di Lugo, e che a Lugo soggiornò e studiò, considerava questa fra le città che hanno segnato profondamente la sua vita, insieme a Pesaro, Bologna, Napoli e Parigi.

Perché in dicembre?

L’Amministrazione Comunale di Lugo ha deciso di festeggiare così nel 2016 il trentesimo anniversario dalla riapertura al pubblico del Teatro Rossini, che fu inaugurato proprio in dicembre, nel 1986, dopo lunghi, pazienti e accurati lavori di restauro, che al tempo furono diretti da Pierluigi Cervellati. A partire dal 2017 il festival avrà però luogo in settembre, un periodo senz’altro più idoneo per programmare un festival musicale in una città d’arte.

Nel programma compaiono alcuni omaggi espliciti…

Sì, vogliamo cogliere l’occasione di alcuni anniversari, cercando di farlo in maniera non banale: abbiamo un programma interamente dedicato a Shakespeare, morto nel 1616, con musiche di scena di Henry Purcell, e con un altro programma celebriamo il 450° anniversario dalla prima pubblicazione dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, eseguendo brani tratti da opere che Händel scrisse ispirandosi al poema. Inoltre ci pare importante un tributo a Giovanni Paisiello, nel bicentenario della morte, avvenuta nel 1816, con un’opera e alcuni brani orchestrali: crediamo utile contribuire ad una più ampia conoscenza di questo autore, purtroppo scarsamente noto, un compositore che lo stesso Mozart ammirava come un maestro.

Due opere buffe: perché?

Sì, in effetti sia Gli equivoci nel sembiante di Alessandro Scarlatti che La serva padrona di Giovanni Paisiello sono opere a carattere brillante. Negli ultimi anni, soprattutto al di fuori dell’Italia, sono state sovente riproposte opere serie del periodo sei-settecentesco. Ma ci pare giusto contribuire a far luce anche su una tradizione che in Italia ha radici robuste, profonde e antiche, quelle della “commedia dell’arte”, che per alcuni secoli ha innervato vaste parti della grande produzione teatrale e operistica del tempo. E poi, in definitiva, siamo convinti che non sia certo un peccato di superficialità offrire al pubblico qualche occasione per trascorrere una serata sorridente a teatro…

A cura dell'ufficio stampa


 

 

 
 
 

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