L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

Leo Nucci e Carmen Giannattasio

Myung-Whun Chung dirige Simon Boccanegra

Il primo titolo verdiano alla Scala per il Maestro che per l’edizone di Simone alla Fenice ha ottenuto il Premio Abbiati della Critica Italiana.

Nella parte del Doge si alternano Leo Nucci e Plácido Domingo, in quella di Amelia Carmen Giannattasio e Krassimira Stoyanova. Giorgio Berrugi è Gabriele Adorno.

Approfondimenti:

Biografie Myung-Whun Chung  Federico Tiezzi

SoggettoL'opera in breve Locandina

Dal 18 giugno all’8 luglio il M° Myung-Whun Chung dirige Simon Boccanegra di Verdi nella ripresa dell’allestimento del 2010 firmato da Federico Tiezzi; nella parte di Simone cantano Leo Nucci e, il 5 e 8 luglio, Plácido Domingo, in quella di Amelia Carmen Giannattasio e, il 5 e l’8, Krassimira Stoyanova, mentre Giorgio Berrugi è Gabriele Adorno e Dmitry Beloselskiy Fiesco.

Myung-Whun Chung - il cui debutto alla Scala risale al 1989 sul podio della Filarmonica e al 1992 in buca per una sensazionale Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Šostakovič, cui sono seguite Salome, Madama Butterfly e Idomeneo - è un direttore di lunga esperienza verdiana: la sua incisione di Otello con Plácido Domingo è del 1994, ma in anni più recenti sono numerosi i titoli affrontati con autorevolezza e sensibilità impressionanti, in particolare alla Fenice di Venezia: ricordiamo La traviata, Rigoletto, Otello e Simon Boccanegra, per cui il M° Chung ha ottenuto il premio Abbiati della Critica Musicale Italiana come miglior direttore d’orchestra del 2014. Il M° Chung non aveva tuttavia mai diretto un titolo di Verdi alla Scala finora: con Simon Boccanegra si apre un percorso che proseguirà nel 2017 con Don Carlo nella versione in cinque atti (a 40 anni dall’edizione Abbado/Ronconi).

Opera radicalmente innovativa nella struttura drammaturgica (i fatti rappresentati nel Prologo precedono di 25 anni l’azione dell’Atto I), non del tutto trasparente nel disegno narrativo abbozzato dallo stesso Verdi e versificato dal Piave, e decisamente insolita per la cupezza del colore orchestrale, Simone cadde alla prima rappresentazione alla Fenice di Venezia nel 1857, fu applaudita poco dopo a Napoli e di nuovo fischiata alla Scala nel 1859. “Credevo di aver fatto qualcosa di possibile, ma pare che mi sia ingannato, vedremo in seguito chi abbia torto” scriveva Verdi alla contessa Maffei dopo l’insuccesso alla prima. Il sipario si alzò nuovamente su Simone oltre vent’anni dopo, grazie all’intuizione di Giulio Ricordi che propose a Verdi una collaborazione con Arrigo Boito. Boito apportò importanti modifiche al libretto, Verdi alla partitura: il Teatro alla Scala il 24 marzo 1881 celebrava il buon successo della seconda edizione del Simone, che tuttavia, soprattutto in Italia, non riusciva ad avere un cammino agevole. Alla Scala, Simone appare nel 1955 diretto da Francesco Molinari-Pradelli con uno spettacolo di Mario Frigerio che si avvale delle scene di Nicola Benois e delle voci di Aldo Protti e Cesare Siepi. Dieci anni dopo Gianandrea Gavazzeni, convinto sostenitore dell’opera, la riporta in scena in uno spettacolo firmato da Margherita Wallman e ancora Benois, con Guelfi e Ghiaurov come Simone e Fiesco; ma la consacrazione agli occhi degli studiosi e nel cuore del pubblico avviene il 7 dicembre 1971 con la storica edizione Abbado-Strehler che schiera Cappuccilli, Ghiaurov, Freni e Gianni Raimondi (in disco sarà José Carreras). Lo spettacolo, immediatamente riconosciuto come un capolavoro, è ripreso nel 1973, ‘76, ‘78, ‘79, ‘81 e ‘82. Occorre poi attendere il 2010 perché Daniel Barenboim riporti il titolo alla Scala con l’attuale spettacolo firmato da Federico Tiezzi e un cast formato da Plácido Domingo, Ferruccio Furlanetto, Anja Harteros e Fabio Sartori. Barenboim si alternerà con Stefano Ranzani nella ripresa del 2014, in cui, come nelle prossime rappresentazioni, Domingo e Leo Nucci impersonavano il Doge.


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.