L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Dall'antichità alle Fosse Ardeatine

DOMENICA 19/03/2023

Passato e presente I regni romano barbarici

Oggi la storiografia tende a sfumare il concetto di frattura storica rappresentata dalle invasioni barbariche, tendendo piuttosto a parlare di “migrazioni”. I popoli germanici che migrano superando le frontiere dell’Impero Romano rappresentano la “materia umana” che si aggiunge agli altri due fattori che comporranno l’Europa medievale: la cultura classica e il cristianesimo. Pagine di storia ripercorse da Paolo Mieli e dal professor Alessandro Barbero a “Passato e presente”, in onda domenica 19 marzo alle 20:30 su Rai Storia. Nella formazione dei regni romano barbarici si intrecciarono tre esigenze diverse: il bisogno dei barbari di spostarsi e vivere nei territori romani in modo migliore, la resistenza dei latifondisti romani, tesi a mantenere proprietà e privilegi, infine lo sforzo di Costantinopoli di controllare questo gran movimento da lontano, manipolando gli eventi. A tutto questo va aggiunto l’operato della Chiesa cattolica. A prescindere dal dato maggioritario della componente romana, l’unione di questi gruppi umani avrebbe dato luogo a identità nazionali del tutto inedite rispetto all’impero.

Binario cinema. Diana - La storia segreta di Lady D

In un film, diretto da Oliver Hirschbiegel e ispirato alla biografia “Diana: Her Last Love” di Kate Snell, il racconto degli ultimi due anni di vita di Diana Spencer, principessa di Galles. “Diana - La storia segreta di Lady D”, in onda domenica 19 marzo alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”, prende le mosse dal 1992, quando Lady Diana Spencer e il marito Carlo avevano ammesso il fallimento del loro matrimonio e di comune accordo avevano deciso di separarsi. Negli anni che avevano seguito l’annuncio della separazione per la giovane Diana era iniziato un periodo di profonda crisi, scandito dal flash ossessivo dei paparazzi e dall’ammirazione sempre crescente delle masse, in netto contrasto con la diffidenza dal palazzo reale. Nel 1995 però, durante una visita all’ospedale Royal Brompton per confortare un amico dopo un intervento al cuore, la principessa incontra Hasnat Kahn, un affascinante cardiochirurgo di origine pakistana.
Il film è interpretato dall’attrice Naomi Watts, inglese di nascita e due volte candidata agli Oscar, nel ruolo di Lady D. Accanto a lei, nei panni del cardiochirurgo Hasnat Khan, l’attore Naveen Andrews. Completano il cast gli attori inglesi Douglas Hodge, Geraldine James, Charles Edwards e Juliet Stevenson.

LUNEDI’ 20/03/2023

Passato e Presente. Margherita d'Austria, la Madama

La storia di Margherita d’Austria, nata nelle Fiandre nel 1522, che in Italia, sua patria d’elezione, è la “Madama” per antonomasia: ville e palazzi portano il suo nome, come quello in cui ha sede il Senato della Repubblica, Palazzo Madama, ma anche località, come l’antico Castrum Sancti Angeli in provincia di Roma, Castel Madama. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dalla professoressa Silvia Mantini a “Passato e Presente”, in onda lunedì 20 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. In studio con

Margherita, pur attorniata dall’ingombrante presenza di grandi figure maschili – il padre, l’imperatore Carlo V, i fratelli, Filippo II re di Spagna, e Giovanni d’Austria, che partecipa all’epocale battaglia di Lepanto del 1571, il primo marito, Alessandro de’ Medici e, alla sua morte, il nuovo consorte, Ottavio Farnese, nonché il figlio Alessandro, per citare solo le relazioni familiari – è in grado di sviluppare una propria azione politica individuale, promuovendo un modello di governo riformatore, incline al dialogo con le realtà locali e proteso alla realizzazione del bene comune.

Giulio Cesare. Cronache dalla guerra civile

Sono le prime ore del 9 gennaio del 49 a.C. e Giulio Cesare, con cinque coorti, attraversa il Rubicone, il fiume che segna il confine tra la Gallia Cisalpina e il territorio di Roma, un assalto al mondo, come lo definisce lo storico Tito Livio. Un’avventura raccontata da Cristoforo Gorno in “Giulio Cesare. Cronache dalla guerra civile”, in onda lunedì 20 marzo alle 21.10 su Rai Storia. Con il passaggio del Rubicone ha inizio la guerra civile tra Cesare e i conservatori del Senato, primo fra tutti Pompeo, una guerra che, allargandosi da Occidente a Oriente, assumerà i contorni di un vero e proprio conflitto globale del mondo antico mediterraneo. Il racconto, punteggiato oltre che dalle imprese di Cesare, da personaggi epici come Cleopatra, Bruto, Catone, mette a fuoco una vicenda che incide profondamente sui destini di Roma e che si conclude con le Idi di marzo.

Italia Viaggio nella bellezza. Cento anni dalla parte della natura

Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha appena festeggiato nel 2022 un secolo di vita. Cento anni di storia, di natura protetta e di bellezza al centro dell’appuntamento con “Italia. Viaggio nella bellezza”, in onda lunedì 20 marzo alle 22.10 su Rai Storia. Un patrimonio nazionale unico nato grazie all’ iniziativa privata di alcuni uomini lungimiranti, inaugurato il 9 settembre 1922 e riconosciuto ufficialmente dallo Stato come Parco Nazionale con Regio decreto l’11 gennaio 1923.

Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, denominazione che ha assunto dal 2001, ha sempre cercato nel corso della sua storia di coniugare con lo sviluppo umano la conservazione della natura e in particolare delle due sottospecie uniche che lo abitano, il camoscio appenninico e l’orso bruno marsicano. Nel corso degli anni il Parco è cresciuto molto aumentando l’estensione del suo territorio e moltiplicando gli obiettivi. Oltre allo scopo primario della conservazione della biodiversità, l’Ente parco si occupa oggi anche di promuovere le attività umane compatibili, l’educazione ambientale, la ricerca scientifica. Un percorso lungo un secolo, segnato anche da fasi difficili, come gli anni del miracolo economico quando la speculazione edilizia portò un attacco feroce al cuore del parco. Anni in cui furono lottizzati terreni demaniali e sacrificati 120 mila faggi per far posto a ville, residence e piste da sci. L’indignazione che ne seguì, tuttavia, fece da catalizzatore a una nuova e più moderna idea di sviluppo sostenibile, rispettoso della natura e dell’ambiente. Dal 2017, le foreste vetuste, preziose aree di riserva integrale al cui interno vivono gli alberi più vecchi d’Europa, sono entrate a far parte del Patrimonio dell’Umanità.

La popolazione dei camosci dell’Appennino è cresciuta da pochi individui a 3500 unità e può essere felicemente considerata fuori pericolo. Non altrettanto quella dell’orso bruno marsicano. Se ne contano appena 50 – 60 esemplari e il Parco dedica la maggior parte delle sue risorse alla difesa di questo animale per il quale si può fare ancora molto. E’ l’uomo, infatti, a rappresentare il maggior pericolo per l’orso bruno marsicano, le cui cause di morte sono in gran parte di origine antropica.
Conciliare la presenza su uno stesso territorio del turismo, delle attività agrosilvopastorali, da sempre fondamentali per queste popolazioni che un tempo praticavano la transumanza, e della fauna selvatica in libertà richiede un impegno quotidiano. Il parco sviluppa progetti life e mette in atto politiche di gestione a sostegno delle aziende locali, fornendo misure di prevenzione e indennizzi per i danni al bestiame arrecati dalla fauna selvatica. Senza mai dimenticare lo scopo principale per cui il Parco nazionale d’Abruzzo è nato cento anni fa: proteggere l’ambiente naturale.

MARTEDI’ 21/03/2023 – Giornata della Memoria e dell’’impegno in ricordo delle vittime delle mafie

Il giorno e la storia (Ore 00.10 e in replica 11:30, 14, 20 ca.)

Il 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, una giornata ricca di iniziative organizzate su tutto il territorio nazionale al fine di rafforzare negli adulti, e creare nei giovani una memoria condivisa nella lotta a tutte le mafie.

Maxi. Il grande processo alla mafia - I protagonisti (Ore 16)

La Rai ha contribuito al racconto del Maxiprocesso, seguendo giorno per giorno l'intero dibattimento, e registrando tutte le 1400 ore della durata del processo. Un lavoro che oggi è testimonianza visiva della prima grande vittoria dello Stato contro la mafia. La Rai affittò una palazzina di fronte l'aula bunker che divenne la redazione del gruppo di lavoro che si occupò soltanto del Maxi, con la registrazione delle udienze, i collegamenti coi telegiornali, i servizi per i Tg locali e nazionali. I giornalisti Rai furono testimoni dei grandi interrogatori dei pentiti Buscetta e Contorno, dei drammatici confronti tra Calò e Buscetta, delle deposizioni dei parenti delle vittime, della lunga lettura della sentenza. Oggi, più di 30 anni dopo, rievocano il loro stato d'animo e quello della città di Palermo, ricordano episodi tragici e grotteschi, sottolineano l'impegno dei giudici e dei pubblici ministeri. A raccontare come la Rai lavorò in quei due anni, dal primo giorno il 10 febbraio 1986 al momento della sentenza, il 16 dicembre 1987, sono i giornalisti Nino Rizzo Nervo, Salvatore Cusimano, Gianfranco D'Anna, Bianca Cordaro e Piero Marrazzo, il regista Aldo Sarullo, e l'operatore Giuseppe Di Lorenzo, protagonisti di allora, e della puntata di “Maxi. Il grande processo alla mafia” in onda su Rai Storia.

Passato e Presente. Renzo De Felice, storico del fascismo

Renzo De Felice è stato forse lo storico italiano più discusso del secondo Novecento. Una figura raccontata da Paolo Mieli e dal professor Francesco Perfetti – che è stato uno dei suoi allievi - a “Passato e Presente”, in onda martedì 21 marzo alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. De Felice ha dedicato la sua vita professionale allo studio del fascismo, campo di cui è stato il grande pioniere, lasciandoci tra l'altro una monumentale biografia di Mussolini in 8 volumi, di oltre 7000 pagine. Inoltre, ha formato una generazione di nuovi studiosi, fatto da consulente a molti documentari televisivi, partecipato al dibattito pubblico con interviste che hanno fatto scalpore. Insomma, la sua influenza è stata ed è tuttora molto profonda.

5000 anni e +” La lunga storia dell’umanità con Giorgio Zanchini

Via a “5000 anni e +. La lunga storia dell’umanità”, la nuova serie Rai Cultura condotta da Giorgio Zanchini. L’obiettivo è di ripercorrere la storia dell’umanità, puntando la lente d’ingrandimento su fatti e personaggi che hanno attraversato, per l’appunto, 5000 anni e più. Questo viaggio nel tempo avverrà con la visione di un documentario, al centro di ogni puntata, e soprattutto con l’ausilio di esperti in studio, e accurate ricostruzioni storiche. Si parte, martedì 21 marzo alle 21.10 in prima visione su Rai Storia, con una grande avventura del pensiero, una rivoluzione, anzi forse ‘la rivoluzione’ della conoscenza: il primo appuntamento è infatti dedicato a Niccolò Copernico, l’astronomo scardinerà le precedenti teorie ponendo al centro del cosmo non più la Terra, bensì il Sole. A introdurre il doc “Copernico – Vita di un rivoluzionario”, Giorgio Zanchini e la sua prima ospite, la professoressa Federica Favino.

L’abbraccio. Storia di Antonino e Stefano Saetta

È la notte del 25 settembre 1988, una notte più luminosa delle altre: la luna è piena e irradia la Statale 640, quella che da Agrigento conduce a Caltanissetta; un'auto è in corsa quando, all'altezza del viadotto Giurfo, è attaccata da un commando di sicari che cominciano a sparare. I corpi delle vittime, irriconoscibili, sono quelli di Antonino Saetta, di anni 65, presidente della prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Palermo, e del figlio Stefano, trentacinquenne. Entrambi erano diretti nel capoluogo siciliano, senza scorta né auto blindata, dopo avere partecipato al battesimo di un nipotino a Canicattì. Dal processo alle Brigate Rosse, a Genova, a un altro che fa epoca, quello del naufragio della nave mercantile Seagull, il cui esito condurrà a una svolta legislativa, Antonino Saetta è anche il giudice che emana le severe condanne contro mandanti ed esecutori della strage che colpì Rocco Chinnici e dell'assassinio del capitano dei carabinieri Emanuele Basile. Perciò la mafia uccide, per la prima volta, un magistrato giudicante, il più accreditato a presiedere l’appello del famoso Maxiprocesso, e, per la prima volta, insieme a un figlio. Lo stesso che, quella notte di plenilunio, fu ritrovato con il corpo del padre riverso sul suo. Forse, l'ultimo ed estremo tentativo di Antonino di salvargli la vita, nell'ultimo abbraccio. In occasione della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie

Ora tocca a noi. Storia di Pio La Torre

“Ora tocca a noi - Storia di Pio La Torre”, è il docufilm dedicato a Pio La Torre, un eroe della lotta alla mafia assassinato il 30 aprile 1982. Prodotto da Gianluca Curti e Santo Versace per Minerva Pictures, con Rai Documentari e Luce Cinecittà e con il contributo di Rai Teche, è stato scritto e diretto da Walter Veltroni.
Il docu-film restituisce per la prima volta, la storia di un’esistenza esemplare interamente dedicata all’impegno civile, attraverso il ricco materiale d’archivio e le interviste originali che si alternano alle immagini che ricostruiscono gli anni della infanzia e della giovinezza di Pio La Torre, in un racconto unico e compatto. La forza dei gesti e delle parole irrompe dalle immagini di repertorio dei comizi, dei suoi interventi ai congressi di partito, in Parlamento, come il vibrante discorso dopo l’omicidio di Piersanti Mattarella. Ed emerge attraverso preziose testimonianze, prima fra tutte quella del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ricorda quanto sia stato determinante il contributo di Pio La Torre: “La Legge che porta anche il suo nome contiene elementi che si sono dimostrati essenziali per colpire e sconfiggere la mafia”. E quella di Giuseppe Tornatore, che riporta al momento in cui alla sede Rai di Palermo arrivarono le prime, terribili, immagini dell’attentato. O ancora di, Emanuele Macaluso, dell’attuale Procuratore Capo di Palermo Maurizio De Lucia, l’ex capo della Squadra Mobile di Palermo Francesco Accordino, la figlia di Rosario Di Salvo, Tiziana di Salvo, e il figlio di Pio, Franco La Torre.Di Walter Veltroni, “Ora tocca a noi – Storia di Pio La Torre”, andrà in onda martedì 21 marzo alle ore 23 su Rai Storia.

MERCOLEDI’ 22/03/2023

Italiani. Nino Manfredi (Anniversario nascita 22.03.1921)

La vita e la carriera di Saturnino Manfredi, in arte Nino, attraverso le sue interviste televisive e le testimonianze di figli e collaboratori, al centro dello speciale di “Italiani”, riproposto in occasione dell’anniversario della nascita mercoledì 22 marzo alle ore 16 su Rai Storia con l’introduzione di Paolo Mieli, offre uno sguardo inedito sulla formazione di Manfredi come attore. Si parte dall'Accademia d'arte drammatica - nei cruciali anni del 1944-46, sotto la guida del maestro Orazio Costa – per passare alla parte televisiva della sua carriera, che fu il volano verso la popolarità cinematografica, dopo aver inventato il "barista di Ceccano" nella celebre edizione del 1959 di “Canzonissima”. E torna a essere un volto televisivo nell'ultimo decennio della sua attività (1993-2003), come protagonista di fiction di grande successo.

Passato e Presente. Siamo tutti greci. Il filellenismo nell’Europa dell’800

In seguito alle scoperte archeologiche e agli studi di Winckelmann, la Grecia classica torna ad essere al centro degli interessi di molti intellettuali europei. Tra Settecento e Ottocento nasce in Europa un movimento filellenico. In un primo momento ha caratteri preminentemente culturali e artistici, ma con lo svilupparsi del movimento nazionalista greco, questo movimento assume coloriture politiche e ideologiche. In nome degli ideali di libertà della Rivoluzione francese, sono tanti gli intellettuali e i patrioti di diversi Paesi che vanno a combattere – e qualche volta a morire, come succede a Lord Byron – per la Rivoluzione greca. Una pagina di storia ripercorsa da Paolo Mieli e dal professor Gilles Pécout a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 22 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Mixer. Vent’anni di televisione – h.21.10
Storie della tv Antonello Falqui, regista del sabato sera

“Antonello Falqui era un personaggio strano, ruvido, dolce, un personaggio che dovevi studiare. Ma sapevi che eri in buone mani. Lui aveva una grande genialità”. Parole con cui Rita Pavone ricorda uno degli innovatori del linguaggio del varietà televisivo, con uno stile tutto suo e riconoscibile nei decenni, nato in una famiglia di intellettuali e cresciuto con l’idea di americanizzare la Tv e di italianizzare Broadway. È Antonello Falqui il protagonista di “Storie della tv”, il programma di Rai Cultura con la consulenza di Aldo Grasso, in onda mercoledì 22 marzo alle ore 22 su Rai Storia. Oltre a Rita Pavone, a ricordare uno dei grandi “creatori” della tv e di programmi come “Studio Uno” e “Canzonissima” sono anche Loretta Goggi e Duccio Forzano. "Ci propose di fare il “Ribaltone” (un varietà del 1978) dove si recitava, si cantava, si facevano parodie – ricorda Loretta Goggi -. Io e mia sorella Daniela ci siamo avvicinate con timore perché ci avevano detto che Falqui faceva piangere tutte. Invece, con noi si è divertito abbastanza.
Io lo chiamo “il maestro” – aggiunge il regista Duccio Forzano – perché è il punto di riferimento assoluto per tutto quello che faccio in televisione”.

GIOVEDI’ 23/03/2023

Storie della TV. Un due tre…Tognazzi! (Anniversario nascita 23.03.1922)

Da “Il Federale di Lizzani”, col quale esordì nel cinema “serio”, a “La Grande Abbuffata” di Ferreri, da “Amici miei” a “Il Vizietto”: centocinquanta film come attore e cinque pellicole di grande pregio - da “Il mantenuto” a “I viaggiatori della sera” - come regista. In occasione dell’anniversario della nascita, “Storie della TV”, in onda giovedì 23 marzo alle ore 17 su Rai Storia, ricorda uno dei più grandi attori italiani, Ugo Tognazzi.

Tognazzi - come racconta il documentario di Simona Fasulo con consulenza dello storico della televisione Aldo Grasso - aveva esordito diciottenne nell'avanspettacolo e poi era stato uno dei primi – con Raimondo Vianello - a portare la comicità e la satira nel nuovo mezzo che era la televisione. Il programma, del 1954, s'intitolava “Un due tre”, dalle tre telecamere con cui veniva girato – rigorosamente in diretta – e dal numero delle attrazioni internazionali – musicisti, ballerini, artisti – che venivano ospitate nel corso della trasmissione.
Con gli autori Scarnicci e Tarabusi, i due comici avevano avuto un'idea geniale: fare la parodia del linguaggio televisivo appena varato. Un'idea vincente finché, nel 1959, il programma non incappa nella censura e “Un due tre” deve chiudere, dopo aver trasmesso dal piccolo schermo sketch indimenticabili che ancora oggi sono celebrati.

A raccontare quei momenti sono il regista di “Un due tre”, Vito Molinari, che ricorda come venivano ideati gli sketch e il clima goliardico da cui nascevano; Donata Tarabusi che, ancora bambina, andava ad assistere negli studi della Rai di Milano al programma scritto da suo padre; Nicola Fano, storico del teatro, che analizza il tipo di comicità di “Un due tre” e di Scarnicci e Tarabusi, confrontata con quella di Garinei e Giovannini; e il critico cinematografico Mario Sesti che parla dell'uso del corpo fatto da Tognazzi in teatro, in tv e poi nel cinema.
Ugo Tognazzi nell'immaginario degli italiani è soprattutto l'attore di cinema, il gourmet ante litteram, il tombeur de femmes, e per orientarsi tra il personaggio e l'uomo, il documentario ospita anche i racconti divertenti e a tratti commoventi di due dei suoi quattro figli - Gian Marco e Maria Sole – e di quelli del regista Pupi Avati, che fu sostenuto da Tognazzi quand'era un giovanotto senza arte né parte e ne divenne amico per sempre.

Alighieri Durante detto Dante. Vita e avventure di un uomo del Medioevo

Un viaggio tra 1200 e 1300, per raccontare la vita di Dante Alighieri, padre della lingua italiana e autore di uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, la Divina Commedia, che continua a essere materia di studio per gli studenti delle scuole, di ricerca in ambito universitario, e fonte di ispirazione per artisti, registi, scrittori, musicisti. Un viaggio guidato dal professor Alessandro Barbero con la “complicità” di personaggio dell’epoca del Sommo Poeta, come Giovanni Boccaccio, Dino Compagni, Leonardo Bruni, Giovanni e Filippo Villani, Jacopo Di Pandolfino, interpretati rispettivamente da Martino Duane, Bruno Santini, Roberto Attias, Alessio Sardelli, Mirko Cardinale. Tutto questo è “Alighieri Durante, detto Dante. Vita e avventure di un uomo del Medioevo”, scritto dal professor Barbero con Davide Savelli, per la regia di Graziano Conversano, in onda giovedì 23 marzo alle 21.10 su Rai Storia. Lo speciale ricostruisce i primi 36 anni di vita di Dante Alighieri, dalla sua infanzia all’esilio da Firenze: sono gli anni di formazione del giovane Durante, ovvero Dante, gli anni in cui incontra Beatrice, in cui combatte come cavaliere a Campaldino e in cui decide di entrare in politica. Gli anni di cui si dispone del maggior numero di fonti. E proprio partendo dalle fonti, gli autori hanno scelto di dare “voce e volto” a testimoni e biografi delle gesta del Sommo Poeta, al di là del suo mito. E non manca la poesia di Dante che è anche musica, proprio come poteva capitare con i suoi sonetti, destinati a diventare canzoni. E tocca a due giovani rapper – Emme Mash ed Elle – dare la propria personalissima, ma altrettanto fedele interpretazione del sonetto "A ciascun'alma presa, e gentil core".

a.C.d.C La vera storia dei cavalieri Templari. La caduta dell’ordine

In una delle più grandi operazioni di polizia di tutta la storia, all’alba di venerdì 13 ottobre 1307, tutti i Templari di Francia vengono arrestati per ordine del re Filippo IV. Le gravissime accuse di eresia e idolatria fanno parte di un piano spregiudicato del sovrano francese per sopprimere l’Ordine e appropriarsi delle sue ricchezze. Lo racconta l’ultimo appuntamento con “La vera storia dei Cavalieri Templari”, in onda giovedì 23 marzo alle 22.10 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero.

VENERDÌ 24/03/2023

Passato e Presente. Fosse Ardeatine

Il 24 marzo 1944, i Gruppi di Azione Patriottica eseguono un’azione di guerra in Via Rasella, a Roma. Nell’attacco alla colonna del Polizeiregiment “Bozen” muoiono 33 soldati tedeschi. Nell’arco delle 24 ore successive, i nazisti eseguono velocemente una rappresaglia in alcune gallerie sulla via Ardeatina, uccidendo 335 persone. Una pagina tragica ricostruita dal Paolo Mieli e dal professor Alessandro Portelli, con il contributo della dottoressa Alessia Glielmi, a “Passato e Presente”, in onda giovedì 24 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. La strage verrà ricordata come “l’Eccidio delle Fosse Ardeatine”. Il 27 luglio 1944, su insistenza dei famigliari delle vittime, iniziano le operazioni di esumazione, identificazione e sepoltura delle salme delle vittime, coordinate dal professor Attilio Ascarelli e Ugo Sorrentino, direttore della Scuola di Polizia Scientifica di Roma. Il 24 marzo 1949 viene inaugurato il Mausoleo delle Fosse Ardeatine.

Viva la Storia Fosse ardeatine. La strage nazista

Nel 1944 Roma era una città molto diversa da come appare oggi, era occupata dai nazisti, bombardata dagli alleati, affamata, disperata e rabbiosa. Linda Stroppa, accompagnata da alcuni studenti del Liceo Classico Pilo Albertelli di Roma, ripercorre e ricorda l’eccidio delle Fosse Ardeatine avvenuto il 24 marzo del 1944. Nel giorno dell’anniversario della strage, Rai Storia ripropone l’appuntamento dedicato di Viva la storia, in onda venerdì 24 marzo alle 19.45 su Rai Storia. Partendo da Via Rasella, dove avvenne l’attentato partigiano che uccise 33 soldati tedeschi, si arriva al Museo storico della Liberazione di Via Tasso che nel 1944 era un carcere dove venivano rinchiusi oppositori politici ed ebrei. Sulle mura di Palazzo Tittoni, in quella stessa strada, sono ancora visibili i fori provocati dai proiettili tedeschi che, una volta sentita l’esplosione, spararono in aria credendo che l’attacco arrivasse dai piani alti dei palazzi.

Lì, in Via Tasso, la prova da affrontare per uno dei ragazzi è quella di rimanere rinchiuso in una delle vecchie celle, con due fiammiferi e una sola candela, provando ad immedesimarsi per capire cosa significasse essere un prigioniero. Quali riflessioni possono scaturire da un’esperienza di questo tipo? Come allora, all’interno della cella c’è un unico pertugio per l’aria, è lunga cinque passi scarsi, è buio e chi è rinchiuso lì dentro rimane completamente solo. “Per un momento ho capito cosa potessero provare quelle persone – racconta Francesco - perché ho immaginato me stesso e la mia vita proiettati in quella situazione. Stare al buio, in un posto così stretto, mi è sembrato un’eternità. Se si vuole cercare di avvicinarsi alla storia questo è forse il modo più esatto”.

I fantasmi di Via Tasso si uniscono a quelli del carcere di Regina Coeli, per arrivare al luogo dell’eccidio, in Via Ardeatina davanti alle cave di via Pozzolana, dove, per ogni tedesco ucciso nell’attentato, vennero uccise 10 persone. Ne morirono in totale 335, cinque vittime in più massacrate nella frenesia del momento.

"Le fosse Ardeatine" – spiega Linda Stroppa - "non sono semplicemente un evento storico, sono la rappresentazione stessa della guerra e dell’uomo, con la sua ferocia ma anche con il suo eroismo, con la sua arroganza e desiderio di sopraffazione ma, soprattutto, con la spinta verso un ideale che vale più della propria vita".

La grande sfida

La storia dell’ambientalismo dalla prima rivoluzione industriale al 1972: con Carla Oppo, via a “La grande sfida”, un programma Rai Cultura, di Clemente Volpini e Fabrizio Marini, scritto con Ilaria Dessi regia di Fedora Sasso, in onda in due appuntamenti in prima visione da venerdì 24 marzo alle 21.10 su Rai Storia. Si analizzeranno le conseguenze dello sviluppo economico moderno, la nascita dei movimenti ambientalisti, le prime leggi contro l’inquinamento, la questione della salute pubblica, l’istituzione dei parchi nazionali durante il ventennio e poi il secondo dopoguerra dalla tutela del paesaggio prevista dalla Costituzione fino alla nascita dell’associazione Italiana Nostra e alla pubblicazione nel 1972 del rapporto The Limits to Growth redatto da un gruppo di studiosi dell'Istituto di tecnologia del Massachusetts su proposta del Club di Roma. Guidati dal racconto di Carla Oppo, saremo accompagnati in questo viaggio da Giuliano Amato, Gabriella Corona, Emanuele Felice, Giorgio Parisi e Luigi Piccioni.

Un'ambulanza al fronte

La straordinaria storia dell’American Field Service nello speciale “Un’ambulanza al fronte” in onda venerdì 24 marzo alle 22.10 su Rai Storia. Il servizio volontario di ambulanze nato alcuni mesi dopo lo scoppio del primo conflitto mondiale. Un’organizzazione creata da Americani per aiutare la Francia. Un’avventura iniziata a bordo di ambulanze guidate da giovani volontari, in un’Europa travolta dalla Grande Guerra.

La mente dell’organizzazione è Abram Piatt Andrew, professore di economia a Harvard, che nel dicembre del 1914 s’imbarca per la Francia, che così scriveva:“’ E’ la possibilità di avere una parte sia pur infinitesimale in uno dei più grandi eventi della storia; di essere di qualche aiuto in una situazione di grave emergenza; di poter essere testimone di avvenimenti tra i più gravi e importanti e, soprattutto di dare il mio piccolo poco per la Francia”
Nel marzo del 1915 Andrew diventa Ispettore Generale del Servizio sul Campo dell’Ospedale Americano e stipula un accordo con il Generale Joseph Doumenc, direttore del “Services automobiles” dell’esercito francese. Per la prima volta nella storia un’organizzazione di soccorso di un Paese neutrale opera al fronte in stretta collaborazione con un esercito belligerante. Da quel momento le ambulanze americane sono inviate lungo tutto il fronte occidentale: in Alsazia, nella Lorena, nelle Fiandre.

L’ambulanza è una Ford Modello T trasformata in vettura di soccorso con al posto dei sedili un pianale di legno che può trasportare fino a sei feriti seduti o tre barelle per i casi più gravi. La chiamano Tin Lizzie, Lucertola di Latta. Perché è agile e scattante come una lucertola. È facile da guidare, consuma poco e quando finisce nel fango o in una buca si tira fuori in un baleno, perché è leggera, è di “latta”.

“Un altro nomignolo carino della Ford T era la “capra” perché i francesi rimasti stupiti dall’abilità delle auto che s’inerpicavano nei sentieri montuosi dell’Alsazia le avevano affettuosamente ribattezzate appunto così: le capre!” ricorda Francesco Tissoni, dell’Università degli studi di Milano
Attraverso le lettere, i diari e le memorie degli ambulanzieri una storia di coraggio e grandi ideali dell'organizzazione che opera ancora oggi e nota in Italia con il nome di Intercultura.

“Il fatto che la persona che ti stava seduta vicino sull’ambulanza potesse essere improvvisamente colpita da un colpo di mitraglia e morire di fianco mentre tu continuavi a guidare, ecco questi episodi sono raccontati con estrema semplicità ma ci danno anche l’idea della crudezza dell’esperienza” commenta Roberto Ruffino, Segretario Generale Intercultura

Storie Contemporanee Braccia per il Reich

Il progetto di ricerca, finanziato dal Fondo Italotedesco per il futuro, sul tema del lavoro coatto e del reclutamento di manodopera nell’Italia occupata tra il 1943 e il 1945: a “Storie Contemporanee”, in onda venerdì 18 marzo alle 21.10 su Rai Storia, Michela Ponzani ne parla con la professoressa Giovanna D’Amico nel museo degli Internati Militari Italiani di Roma. Sempre a Roma, Marco Mondini incontra lo studioso Pierluigi Amen per raccontare le vicende della borgata ribelle del Quadraro e il rastrellamento di civili del 17 aprile 1944. Michela Ponzani, infine, incontra la storica Stefania Ficacci che parla della valorizzazione della memoria dei quartieri ribelli di Roma, delle biografie dei rastrellati e dei percorsi creati con il progetto delle pietre d’inciampo dell’artista tedesco Gunter Demnig.

SABATO 25/03/23

Le canzoni di Mina

“Le canzoni di Mina”, in occasione dell’83°compleanno di Anna Maria Mazzini, in arte Mina, in onda sabato 25 marzo alle 10:30 su Rai Storia, ripropone alcune tra le canzoni della “tigre di Cremona”: da “Se telefonando” – esibizione tratta dalla puntata di “Studio Uno” del 28 maggio 1966 – “Il cielo in una stanza”, da “Insieme”, dal programma tv “Teatro 10”, fino ai duetti con Giorgio Gaber.

A seguire, alle 11.15, sarà riproposto un estratto dalla trasmissione “Studio Uno”, puntata nella quale la cantante si esibisce in un medley di brani di Gershwin.

Passato e presente Dante e la Commedia

La nascita del capolavoro dantesco, intrecciata alla vita del suo creatore: a “Passato e Presente”, in onda sabato 25 marzo alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ospita il professor Giuseppe Ledda, docente di letteratura italiana all’Università di Bologna, membro del comitato scientifico della Società Dantesca Italiana e del Gruppo Dante dell’Associazione degli Italianisti, e autore di numerosi saggi su Dante e sulla Commedia. Il racconto della puntata, scandito dalla lettura di brani delle opere di Dante, seguirà il percorso della creazione della Commedia, legando la composizione dei canti agli episodi più significativi della vita del poeta. Il primo capitolo parte dalla fine della “Vita Nova”, dove Dante annuncia un’opera dedicata a Beatrice ascesa in Paradiso, e si chiude con la sconfitta politica e l’esilio, durante il quale il poeta definisce il suo ruolo di intellettuale, riscopre nel “Convivio” l’attualità politica dell’impero e rilegge il poema virgiliano dell’Eneide. Il secondo capitolo si concentra su “l’ideazione della Commedia e la scrittura dell’inferno” e racconta come, attraverso il recupero del modello virgiliano del viaggio nell’al di là, si realizza la sintesi tra il progetto di poema paradisiaco dedicato a Beatrice e quello politico morale dedicato a Virgilio. Il terzo capitolo si concentra infine sul sorgere e sul tramontare delle speranze politiche di Dante legate alla discesa di Arrigo VII in Italia e sul passaggio quindi “dal sogno imperiale alla città celeste: Purgatorio e Paradiso” e racconta la stesura della seconda e della terza cantica della Commedia, collegandola agli anni di esilio sino all’approdo a Verona e poi a Ravenna.

Cinema Italia Atto di dolore

La difficile storia di Elena che, rimasta vedova, ha dovuto crescere i due figli Martina e Sandro da sola. La situazione precipita quando si scopre che Sandro si droga. Nonostante gli innumerevoli sforzi, Elena, interpretata da Claudia Cardinale, non riuscirà a salvare il figlio. Maltrattata ed esasperata arriverà a compiere un gesto estremo… Ispirato a un vero fatto di cronaca, di Pasquale Squitieri, con Claudia Cardinale e Bruno Cremer, “Atto di dolore” andrà in onda per “Cinema Italia”, sabato 25 marzo alle 21.10 su Rai Storia.

Documentari d’autore Sogni, sesso e cuori infranti

Un sorprendente spaccato di costume italiano e di storia della sessualità attraverso le migliaia di lettere che le italiane scrissero tra gli anni '50 e '60 ai più importanti settimanali femminili dell'epoca. È la cosiddetta posta del cuore, rubrica che insieme ai fotoromanzi e alla letteratura rosa, divenne uno specchio della società reale. Ed è così che le rubriche di lettere dei settimanali Amica, Annabella, Harper's Bazaar si popolano di ragazze madri, di mogli e madri sull'orlo di crisi di nervi, di riconciliazioni drammatiche e appassionate, di tentativi per non sfigurare al tempo del benessere. Quelle lettere e le relative risposte, talvolta paradossalmente rassicuranti, altre "visionarie" e predittive, fotografano una faccia della realtà legata alla condizione della donna e alle tante conquiste che il sesso femminile avrebbe di lì a poco rivendicato. “Sogni, sesso e cuori infranti” andrà in onda sabato 25 marzo per “Documentari d’autore” alle 22.55 su Rai Storia.


 

 

 
 
 

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