NOTE DI REGIA
Testo di Rodula Gaitanou
Madama Butterfly è uno dei titoli più importanti del repertorio operistico e una storia tragica di immensa potenza emotiva. Protagonista è una giovane donna che accetta prontamente un matrimonio combinato che la isolerà completamente dalla sua famiglia e dalla società di cui fa parte; si consegna in modo assoluto a uno straniero che entra a far parte della sua vita per un breve periodo di tempo; il suo amore e la sua fiducia per lui non conoscono confini, crede fermamente che la sua promessa d'amore sia reale; mette al mondo un figlio la cui esistenza resta ignota al padre del quale attende dolorosamente il ritorno, un ritorno che renda giustizia alle sue scelte. Quando Pinkerton torna con la sua nuova sposa – “la vera sposa americana” che desiderava fin dall'inizio – scopre di avere un figlio, e prende la decisione affrettata di portare via il bambino perché possa avere una vita migliore. Cio-Cio-San decide di compiere l'unico gesto onorevole che le rimane: togliersi la vita.
Puccini pone al centro dell'opera lo scontro tra due culture che lui stesso non conosce a fondo. Egli getta uno sguardo “esotico” sia sul modo americano che su quello giapponese, creando così quelli che per noi oggi sono approcci stereotipati alle tradizioni di entrambi i Paesi. Non è un compito facile presentare l'opera oggi senza scivolare sulla superficie di una presentazione culturale che potrebbe facilmente risultare offensiva. La domanda che ci siamo posti quando abbiamo iniziato a lavorare è stata: come possiamo rendere viva la contrapposizione di due culture senza rafforzarne gli stereotipi? La nostra ricerca ci ha portati a un'estetica astratta che gioca sul piano della decostruzione e del simbolismo. Lo spazio scenico è a volte un'onda che manipola il destino di Cio-Cio-San, a volte ricorda le curve dei pendii delle montagne, di difficile accesso, dove lei stessa esiste sola in isolamento, emarginata dalla società. Lo stesso approccio è pensato per quanto riguarda il gesto utilizzato – sia esso una stretta di mano o un inchino – per connotare l'invasione dello spazio personale, o per il desiderio di comunicare e di riunirsi. L'umanità diventa un veicolo di poesia visiva e di cruda potenza emotiva.
Non è un segreto che la prima dell'opera alla Scala di Milano fu un fiasco. Puccini avrebbe apportato in seguito molte revisioni fino a consegnarne una quinta e ultima versione, che viene comunemente eseguita oggi. Le modifiche apportate consistono nell'ammorbidire gli aspetti più duri dello scontro culturale e nello strutturare il dramma in modo più conforme alle aspettative del pubblico. È stato un piacere studiare la versione bresciana – che è stata la prima revisione dell'opera – e poterla riportare in vita. Qui, l'istinto materno di Cio-Cio-San è più vivace, la vediamo giocare con il suo bambino e cimentarsi in diverse canzoni e danze con il piccolo. Il rapporto tra le due figure femminili nella vita di Pinkerton è più intenso – Kate si scusa per essere la causa innocente di una tragedia imminente (una battuta che nelle versioni successive sarebbe stata attribuita a Sharpless) – come pure risulta più evidente la crudeltà dell'apprezzamento superficiale di Pinkerton per la cultura giapponese (quando Goro presenta i tre servitori che arrivano con l'acquisto della casa, Pinkerton non riesce a memorizzare i loro nomi e decide di chiamarli “muso primo”, “muso secondo” e “muso terzo”...). Abbiamo anche una presentazione meno superficiale della famiglia di Madama Butterfly: la madre, la zia e il cugino, nonché lo zio ubriacone Yakusidé, una cerchia familiare con cui Cio-Cio-San non si trova a suo agio: la contraddicono e la mettono spesso in imbarazzo.
Alla fine, il personaggio di Cio-Cio-San diventa simbolo di una donna estremamente forte, che lotta contro tutti e tutto per quella che ritiene essere la propria realtà, che sostiene le proprie scelte con una forza indescrivibile e affronta il suo tragico destino con dignità e integrità. Invece di farsi vittima delle circostanze, si fa artefice delle proprie scelte e si attiene ai risultati delle sue credenze e convinzioni fino alla fine. La sua fine è una scelta personale, un'apoteosi di una vita incondizionata, incondizionatamente vissuta.