OLTRE L'80
Estratto dal volume “Il Maggio e Firenze” edito in occasione
dell’80° Maggio Musicale Fiorentino
Il Festival, quest’anno, celebra l’ 80a edizione.
Io credo che questo particolare anniversario possa ed anzi debba costituire l’occasione per riflettere sulle caratteristiche che il Festival del Maggio dovrà avere negli anni a venire a partire da quelle che ne hanno fatto un evento artistico unico nel panorama non solo italiano.
Nel 1933, anno della sua nascita, il Maggio Musicale Fiorentino tracciava, con un Festival d’avanguardia, una strada innovativa che si caratterizzava per opere ed autori nuovi, pièces teatrali ed artisti di straordinario livello nazionale ed internazionale. Negli anni sono andate in scena prime assolute di autori contemporanei che ne hanno definito il carattere di Festival con pochi riscontri nel nostro paese: molte di queste rappresentazioni hanno avuto come carattere predominante la perfetta integrazione di tutte le componenti: musicale, scenica, registica. Anche se l’attenzione verso la creatività contemporanea è via via diminuita nel corso dei decenni sino ai giorni nostri, il carattere di festival aperto alla contemporaneità deve, credo, ritornare ad essere una delle caratteristiche principali tanto per presenza che per visibilità.
Il ciclo decennale che idealmente si apre oggi - oltre l’80°, dunque - a mio avviso deve fare riflettere anche su un altro argomento che da sempre è al centro delle discussioni: se cioè un festival debba esser tale perché affronta un tema specifico - festival monografico, dunque come quello del 1952 o quello del 1964 incentrato sull’ Espressionismo; o se, invece, esso debba essere costituito da una serie antologica di rappresentazioni: del più alto livello artistico possibile, ovviamente, ma maggiormente somigliante ad una normale stagione.
Nelle lunghe conversazioni che hanno portato alla scelta del Maestro Fabio Luisi nel ruolo di Direttore Musicale del Maggio questi aspetti sono stati lungamente al centro delle nostre riflessioni.
A conclusione della mia Sovrintendenza, dopo un intenso lavoro negli anni che ha assicurato le condizioni di esistenza di questa gloriosa Istituzione, l’augurio che faccio al Maggio è di guardare al futuro ponendosi obiettivi culturali ed artistici non solo prestigiosi ma che ne diano il senso di unicità e specificità nel solco della sua vocazione.
Francesco Bianchi
Sovrintendente