L’Ape musicale

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Corsi e ricorsi

L’attività della Società del Quartetto, nei 153 anni di vita, si è concentrata nella stagione di concerti ospitata nella Sala Verdi del Conservatorio, ed è cresciuta, dagli anni ’70 dell’800, ad oltre 10 ed attestatasi, dal 1920, in venti/venticinque concerti.

Ha fatto eccezione a questa linea l’ultima decade del secolo scorso, quando l’evoluzione, per non dire la scomparsa, del contesto in cui era nato e cresciuto il Quartetto, la borghesia colta, la disaffezione delle giovani generazioni nelle famiglie tradizionalmente socie del Quartetto (ricordiamo le memorabili pagine dell’Adalgisa gaddiana, con la fiumana di Soci lungo via Conservatorio per andare al Quartett) e la conseguente necessità – per mantenere l’alto livello qualitativo dei programmi stagionali - di trovare altre fonti di finanziamento, oltre la quota associativa, ci convinsero ad aprire nuovi filoni di attività capaci anche di attrarre pubblico nuovo, quello che aveva sempre considerato il Quartetto come un’enclave inaccessibile.

Nacquero così i concerti alla Scala, dapprima in ospitalità e poi in coproduzione, col sostegno di importanti sponsor internazionali acquisiti dal Quartetto, i grandi Oratori in collaborazione col Comune di Milano, l’esecuzione integrale delle Cantate di Bach lungo dieci anni, un progetto nuovo per l’Italia elaborato da Maria Majno ed attuato in collaborazione col Comune di Milano e col sostegno della Cariplo, di molti sponsor e di un folto gruppo di sostenitori, ed infine la realizzazione della mirabile iniziativa “Musica e Poesia a San Maurizio”, affidata dal Comune di Milano al Quartetto sul finire degli anni ’90 e fino alla sua chiusura decisa dal Comune nel 2010. In quegli anni, i concerti arrivarono anche ad essere più di 50 l’anno.

Il Quartetto trovò così un pubblico nuovo e nuove fonti di sostegno, che gli consentirono di mantenere anche la stagione tradizionale in Conservatorio, sempre articolata in 20/24 concerti, ad un alto livello di programmazione.

Da un paio di anni si è presentata una nuova situazione, che ci ha convinto ad ampliare fortemente la nostra programmazione, sia per accostare pubblico nuovo, specialmente di giovani e di anziani, più disponibile a frequentare concerti a costi limitati e negli inconsueti orari pomeridiani, sia per ottemperare ad una prescrizione del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, che lega l’entità del contributo assegnato sul Fondo Unico allo Spettacolo premiando il requisito dimensionale, vale a dire il numero dei concerti, ben più del criterio qualitativo. E il contributo ministeriale, nella rarefazione delle sponsorizzazioni (ci seguono fedelmente Astaldi, Intesa Sanpaolo e Creval, ai quali va il nostro costante ringraziamento), diviene sempre più indispensabile per mantenere il Quartetto al suo tradizionale alto livello qualitativo.

L’esperienza fatta in questi mesi ci ha però convinto che il criterio dimensionale non va trascurato. Ci ha consentito di avviare, fra le altre, due iniziative subito dimostratesi vincenti:

  • la serie di sei concerti ospitati di sabato pomeriggio dal FAI nella splendida Villa Necchi Campiglio, con prezzi di accesso contenuti (10 euro; ma chi è socio sia del FAI che del Quartetto accede gratuitamente, e chi è socio di uno solo dei due enti accede a 5 euro), col diritto di visitare, anche in un altro giorno, Villa Necchi Campiglio;

  • la rassegna, articolata in 18 concerti, dei vincitori del Premio del Conservatorio, ospitata nella prestigiosa sede di Casa Verdi, la Casa di Riposo per Musicisti, il giovedì pomeriggio con biglietto a soli due euro, e con successiva visita guidata alla sezione museale che contiene le opere d’arte lasciate da Verdi alla Casa di Riposo, e alla cripta che ne conserva le spoglie. La rassegna è al tempo stesso un concorso, in cui i giurati sono gli anziani musicisti Ospiti di Casa Verdi, che culmina con l’assegnazione del Premio intitolato a Sergio Dragoni, benefattore di Casa Verdi e non dimenticato protagonista, anche quale presidente del Conservatorio negli anni ’70 e consigliere del Quartetto, della vita musicale milanese.

Entrambe le iniziative si sono dimostrate vincenti e hanno registrato costantemente il tutto esaurito, e dunque saranno replicate nel 2018, come dirà più in dettaglio il nostro Direttore Artistico, Paolo Arcà.

Del pari vincente, se non dal punto di vista del pubblico presente (ovviamente limitato dalla particolarità delle sedi) è la collaborazione avviata con una nuova Associazione, Le Dimore del Quartetto, ideata e gestita con passione e dedizione dalla nostra Vice Presidente, Francesca Moncada. Lo scopo de Le Dimore del Quartetto è di offrire a giovani quartetti la possibilità di un soggiorno settimanale di studio ospitati in una delle moltissime Dimore Storiche di cui è ricco il nostro Paese, con la collaborazione appunto dell’ADSI – Associazione Dimore Storiche Italiane.

Il soggiorno culmina poi in un concerto, realizzato sotto l’egida del Quartetto, che costituisce un momento di interazione fra diverse attività culturali: la musica e la visita di prestigiose dimore storiche, con un indubbio influsso positivo anche sul turismo locale. E così la musica da camera torna nelle sue sedi d’origine: non i teatri e le sale da concerto, ma le dimore private.

Tutte le nuove iniziative lanciate dal Quartetto, dunque, mirano a sviluppare un rapporto più personale e diversificato con il pubblico, anche coniugando la musica con altre forme di attività artistica e culturale.

Mi fermo qui, lasciando spazio agli altri interventi previsti dai quali si rileverà la determinazione del Quartetto di favorire i giovani, non solo quali musicisti e quale pubblico, ma anche coinvolgendoli operativamente nelle attività del Quartetto.

Antonio Magnocavallo

Milano, 29 maggio 2017


 

 

 
 
 

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