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FANTASTICO BERLIOZ

A centocinquant’anni dalla scomparsa, il mondo musicale rende omaggio a Hector Berlioz. L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che ha già presentato in cartellone Aroldo in Italia e Carnevale Romano diretti nel marzo scorso da Sir John Eliot Gardiner, ricorda il compositore francese con una serie di concerti dal titolo Fantastico Berlioz, ispirato metaforicamente dalla Sinfonia Fantastica, la sua composizione forse più nota. Il breve ciclo si aprirà con una imponente esecuzione della Grande Messe des morts “Requiem op. 5” che vedrà impegnati l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretti da Antonio Pappano, il tenore messicano Javier Camarena e il Coro del Teatro San Carlo di Napoli istruito da Gea Garatti Ansini, e proseguirà per tutto ottobre con altri due concerti.

La nascita della Grande Messe des morts è legata a una commissione del governo francese. Nel 1837, su richiesta del ministro degli Interni De Gasparin, fautore della ripresa del genere religioso in musica e sostenitore di giovani compositori, Berlioz che all’epoca aveva 34 anni, si accinge a scrivere un Requiem in onore del generale Mortier, ucciso nel 1835 durante un attentato ai danni di Luigi Filippo. Completato il lavoro nell’arco di soli sei mesi, Berlioz si trovò tuttavia di fronte a un ripensamento dei suoi committenti che decisero di sospendere le commemorazioni per il generale. Il cambiamento di programma non fece desistere il compositore dal promuovere l’opera, proponendo che fosse dedicata alla memoria di un altro eroe, il generale Damrémont caduto in Algeria.

Opera monumentale per l’eccezionalità dei mezzi messi in campo e per l’originalità dell’ispirazione che la pervade, la Grande Messe può essere paragonata a una cattedrale gotica dove l’imponenza della struttura si coniuga con la delicatezza di ogni elemento che così valorizza tutto l’insieme. La partitura è sorprendente, piena di sfaccettature sonore, cangiante e ricca di riflessi timbrici inusuali determinati dalla combinazione e dalla dislocazione spaziale dei fiati che determinano effetti sonori tridimensionali e dall’uso sperimentale delle percussioni. Sin dalla prima esecuzione pubblica a Parigi, nella Cappella di Saint Louisdes Invalides il 5 dicembre del 1837, il Requiem ebbe un effetto dirompente sul pubblico in ascolto, affascinato dalla potenza di questa composizione. All’Accademia di Santa Cecilia il Requiem è stato eseguito in poche occasioni: nel 1926, la prima esecuzione italiana, all’Augusteo dove l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia furono diretti da Bernardino Molinari; nel 1953 nel corso della stagione estiva dell’Accademia nella Basilica di Massenzio sotto la direzione di Albert Jenny con le voci dello Städtischer Konzertverein; nel 1968 all’Auditorio Pio sotto la guida di Fernando Previtali; nel 1999 sempre all’Auditorio Pio sotto la direzione di George Prêtre e la partecipazione della Banda della Polizia di Stato. Il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, istruito da Ciro Visco, ha eseguito nel 2008 la Grande Messe nel corso della tournée a Parigi nella Basilica di Saint-Denis insieme all’Orchestre National de France e al Choeur de Radio France sotto la direzione di Colin Davis e il 3 e 4 maggio2019 ad Amsterdam con il Coro della Radio Olandese e la Royal Concertgebouw Orchestra sotto la direzione di Antonio Pappano.

Nel secondo concerto dedicato a Berlioz, Pappano dirigerà l’Ouverture dall’opera Benvenuto Cellini, primo tentativo giovanile in campo teatrale del giovane compositore, che ambienta la trama a Roma durante il Carnevale del 1532. Rappresentata all’Opéra di Parigi il 10 settembre del 1838, l’opera non fu accolta con calore dal pubblico nonostante le aspettative di Berlioz che annota il proprio rammarico nelle sue Mémoires “Si tributò all’ouverture un successo esagerato e si fischiò tutto il resto”. Tutt’altra accoglienza ebbe la Sinfonia fantastica, scritta nel 1830, definita dallo stesso autore‘immensa composizione strumentale d’un genere nuovo’ - ancora oggi la sinfonia più amata ed eseguita del compositore francese, emblema del carattere vulcanico ed estroverso di un musicista che nella fase giovanile sperimenta un linguaggio orchestrale senza precedenti per le novità timbriche proposte – che Pappano dirigerà nel corso della stessa serata.

Anche Mikko Franck partecipa al Festival Berlioz dirigendo l’Orchestra di Santa Cecilia nell’Ouverture Béatrice et Bénédict eseguita per la prima volta nell’Hoftheater di Baden- Baden nel 1862. Opera della maturità, l’ultima composizione importante di Berlioz fu ispirata al compositore dall’amato Shakespeare, dal quale egli prese spunto per la trama di un’opéra-comique con libretto in francese scritto dallo stesso Berlioz sulla traccia di Molto rumore per nulla.


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