Potere e Politica. Sono questi i punti fondamentali, la trama e l’ordito con cui abbiamo tessuto il programma del Festival Verdi 2024, attraversando i secoli e i generi musicali ed evocando temi cari al Maestro, di stringente attualità nel dibattito culturale e sociale.
Le opere in cartellone accendono un faro su un periodo creativo straordinariamente fecondo: dalla monumentalità guerriera e giovanile di Attila (1846), allo slancio risorgimentale della Battaglia di Legnano (1849), per arrivare al Verdi sofisticato di Un ballo in maschera (1859)e Macbeth (1847, rev. 1865), quest’ultimo eseguito in francese, come avvenne al debutto parigino.
A questa esplorazione tematica concorre anche il Verdi Off, sui percorsi dell’accessibilità e dell’inclusione, portando il teatro fuori dal teatro incontro a un pubblico eterogeneo e sempre nuovo, aprendo il Festival con la Verdi Street Parade e rilanciando quotidianamente l’impegno del Manifesto Etico del Teatro Regio di Parma che coinvolgerà i protagonisti di questa nuova edizione.
Ramificazioni
Le opere di Giuseppe Verdi non ammettono letture univoche. Troppi i riferimenti e troppo varie le prospettive per riuscire a isolare temi e significati entro parametri predefiniti.
Tuttavia, nella costruzione del Festival, può essere utile individuare aspetti specifici nella produzione del Maestro per allargare l’orizzonte e disegnare nuove traiettorie.
Verdi ha fatto propri argomenti universali, comuni a ogni epoca. Partendo da questo presupposto, abbiamo provato a tracciare un percorso che, con libertà e immaginazione, contribuisca a far emergere l’eredità tramandata e i legami con gli autori che lo hanno preceduto.
Il Festival 2024 propone alcune delle opere in cui Verdi si è maggiormente confrontato con soggetti incentrati sul potere e la politica oltre che, più in generale, sugli ideali di libertà. Tra i molti autori che hanno toccato questi temi, abbiamo quindi scelto di indagare i collegamenti con Luigi Nono e Arnold Schönberg –rispettivamente a 100 e150 anni dalla nascita–, così come quelli con Claudio Monteverdi e Dmitrij Šostakovič. La caleidoscopica successione di tempi e stili che così si tratteggia vuole incoraggiare a sperimentare itinerari inediti, assecondando il disvelarsi di nuove prospettive e dando vita a ramificazioni che, da una stessa radice, si protendono verso una molteplicità di letture.