L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Anna Tsybuleva

Fantasia russa

 di Roberta Pedrotti

Siamo abituati ad applaudire artisti di primo livello nella rassegna estiva bolognese pianofortissimo, ma con il debutto italiano della ventiseienne Anna Tsybuleva ci troviamo di fronte a un'autentica fuoriclasse, destinata a imporsi nel firmamento pianistico internazionale.

BOLOGNA 21 giugno 2016 - Al raffinato pianista norvegese Christian Ihle Hadland (leggi la recensione), nel recital inaugurale di pianofortissimo 2016, era mancato giusto un pizzico di teatralità, di coinvolgente comunicativa nella performance. Eccoci ampiamente ripagati con il secondo appuntamento della rassegna, in cui a farla da padrone è il carisma della giovane russa Anna Tsybuleva, al suo debutto in Italia e alla sua prima esperienza in uno spazio aperto. Si dice di fare attenzione al suo viso, durante l'esecuzione e, se ci si trova seduti in posizione favorevole, è difficile non seguire il suggerimento, giacché Anna, bella ed elegante, vive la musica con tutta se stessa e l'intensità dell'espressione è tutt'uno con il suono. Nessun atteggiamento istrionico, ma una partecipazione profonda che coinvolge inesorabilmente e innerva un programma ben costruito, perfetto per avvincere con le doti interpretative della pianista, per quanto impegnativo e rischioso: un banco di prova per artisti sicuri ed esperti, tutto Fantasie per chiudere con una Rapsodia Ungherese di Liszt.

Abbraccia poco più di un secolo, dalla maturità di Carl Philipp Emanuel Bach a quella di Johannes Brahms, e lo fa con una maturità artistica abbacinante. Quel gesto elegante, quel fiero cipiglio che si scioglie in un danzante sorriso è parte integrante del passaggio delle dita sulla tastiera - soavi, leggiadre, taglienti, decise - e dell'avvicinarsi e allontanarsi del piede dal pedale: non piace perché incanta, bensì incanta perché è una grande pianista. Una pianista dalla musicalità purissima, in cui ogni nota è tornita e porta con immacolato nitore, sicché par di veder scorrere la partitura sotto gli occhi e animarsi plasticamente in un gesto amoroso e sensibile.

La Fantasia in fa diesis minore H300 di Bach si dipana nello svilupparsi degli affetti da una radice galante a un sentimento quasi rousseauiano non privo di nobili sfumature di classica eleganza. Da qui alla Wenderer Fantasie in do maggiore D 760 di Schubert il passo si compie con conseguente naturalezza, il sentimento si ombreggia, il suono si fa più denso, l'eleganza è permeata da un pathos autentico, il suono sviluppa una tridimensionalità abilmente chiaroscurata, vibrante e poetica, il tempo è plasmato con maestria.

Ascoltare Anna Tsybuleva è un piacere, godiamo del calore, del garbo, dell'intelligenza del suo fraseggio e della sua ricerca sonora, del suo tocco pulito, della sua intenzione chiara e lucida, ma il suo carisma non permette mai di rilassarci, ci tiene avvinti e attenti nella sua rete musicale. Così è ancora nella seconda parte, aperta con una Fantasia in sol minore op 77 di Beethoven ancora una volta esemplare per la dettagliata cura ritmica, per l'interiorizzazione della scansione metrica e della pulsione interna del pezzo. Con cinque delle Sette Fantasie op 116 di Brahms, poi, ribadisce l'eloquente naturalezza del fraseggio, la sofisticata ricerca timbrica, la capacità di coniugare leggerezza e rigore nel restituire la maturità brahmsiana.

La stessa maturità d'interprete entusiasma in chiusura con la Rapsodia ungherese op. 12 di Liszt, letto con un'ampiezza di respiro in cui fierezza e impeto, levità e passione, nobiltà e danza trascendono l'esibizione virtuosistica e si fanno eloquenza, dialettica, poesia, fluire di un fraseggio prezioso sostenuto da una tecnica ineccepibile.

Le stesse qualità che si impongono nel bis, che Anna Tsybuleva (cortesia rara e sempre apprezzata) annuncia con chiarezza: Ètude en forme de valse di Camille Saint-Saëns. Con che esattezza si muove nel pentagramma! Con che padronanza sa ammiccare leggiadra sulla punta delle dita, da dare incisività al dettaglio, vigore al virtuosismo! Con che acuta sensibilità ribadisce una gradazione di legati, dinamiche, suoni morbidi, sottili, soffusi, penetranti e densi, ombreggiati, rotondi, solidi! Sembra proprio non le manchi nulla per imporsi rapidamente e a lungo nel firmamento internazionale.

Anna Tsybuleva ha ventisei anni e il primo premio al concorso di Leeds (da cui spiccarono il volo Murray Perahia e Radu Lupo) in tasca. C'è da scommettere che questo recital nel cuore barocco di Bologna, sotto il plenilunio del solstizio d'estate, sarà ricordato come il debutto italiano di una stella che le istituzioni concertistiche faranno bene a contendersi fin d'ora.

foto Veronica Fornasari


 

 

 
 
 

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