L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Cinema e neutrini

di Roberta Pedrotti

Grande successo, nella stagione dell'Ente Concerti di Pesaro, per il concerto diretto da Nicola Piovani con Ludovica Rana solista e una bella prova della Form.

PESARO 8 febbraio 2025 - Quattro date ad Ancona, Ascoli, Pesaro e Fermo, teatri esauriti, aria di festa e standing ovation finale. Il ciclo di concerti della Form con Nicola Piovani è stato senza dubbio un grande successo, da ricordare, anche per aver coinvolto una fetta di pubblico che solitamente non frequenta i programmi sinfonici. Inutile negarlo: la fama extraclassica di Piovani, l'onda emozionale ancora viva legata alla Vita è bella e all'Oscar (chi non rivede, al solo pensiero, Sophia Loren che apre la busta, si illumina, agita il biglietto ed esclama “Roberto!”?) sono una calamita potente. Tanto potente da porci delle domande su quanto sia effettivamente la musica in programma ad attrarre e quanto dipenda da tutto ciò che le sta intorno. Comunque sia, proprio in questi casi è importante ribadire come la qualità sia fondamentale. Là dove sappiamo che il pubblico accorrerà a prescindere e una significativa percentuale sarà composta da frequentatori non abituali o tout court neofiti, ancor più importante sarà tenere alta la qualità. A maggior ragione a chi si incontra di rado e magari non ha (ancora) sviluppato gli strumenti per discernere finemente il valore di un'interpretazione bisognerà offrire il meglio. Il dovere virtuoso di ogni musicista assume anche la responsabilità verso chi ha meno occasioni e riferimenti, verso chi non ha visto mille concerti e non ha il metro di paragone di mille esperienze. Se anche si pensa che basti il nome di Piovani a riempire il teatro, che basti riconoscere il tema di “Buongiorno, principessa” per far scattare l'ovazione, non bisognerà adagiarsi puntando al botteghino, ma cogliere l'occasione per far conoscere a più persone possibile il valore di un'orchestra sinfonica.

Questo è ciò che fa della Form, uno dei tesori musicali delle Marche, meritevole di maggior riconoscimento e sostegno istituzionale (i musicisti hanno un contratto di otto mesi e Ancona è sede legale ma non operativa; né dimentichiamo che solo dieci regioni italiane risultano sede di ICO, Istituzioni concertistico orchestrali attualmente riconosciute dal ministero e che Lombardia e Toscana soltanto ne contano due). La qualità esecutiva, nell'impasto complessivo e nei numerosi passi solistici, portata a un pubblico così vasto dovrebbe ribadire l'importanza non solo artistica, ma anche culturale e sociale in senso lato dell'Orchestra regionale marchigiana.

La buona qualità e la versatilità stilistica dell'esecuzione permettono anche una più approfondita valutazione del lavoro di Piovani, tanto più che questo programma segue di pochi giorni quello dedicato a Nino Rota, alla cui morte il compositore romano ha ereditato la collaborazione con Fellini. Rispetto al predecessore, dedito a vari generi in una sostanziale continuità poetica, e all'altro titano italiano della musica da film, Ennio Morricone, viceversa proteso in ambito non cinematografico allo sperimentalismo, Piovani mostra la sua vena più felice nel genere – nobilissimo – della canzone, fra intuizione melodica e rievocazione d'atmosfere d'epoca. Anche per questo La vita è bella è partitura particolarmente felice, perché unisce un tema affabile e subito riconoscibile (Buongiorno, principessa, appunto) a un coinvolgente quadro anni '30 e '40 (pensiamo al Foxtrot). Queste stesse peculiarità perfette per una colonna sonora (oltre alla Suite Benigni concentrata sul film premio Oscar si ascoltano la Suite Taviani e la Suite Fellini) emergono in maniera meno convincente nella rapsodia per violoncello e orchestra Il canto dei neutrini, che apre la serata. Qui l'idea melodica si ripropone ostinata – quasi un minimalismo edulcorato – senza espandersi ed evolversi e poca soddisfazione viene concessa alla brava solista ospite Ludovica Rana, cui purtroppo la reazione tiepida della sala a Pesaro non sollecita nemmeno un bis. Peccato: speriamo di riascoltarla anche con la Form in altre occasioni. Poi, come si è detto, al sopraggiungere delle note non solo più celebri, ma anche più felici e ispirate di Piovani il pubblico si accende. La platea si alza in piedi, ringraziando il compositore e direttore, che conclude la serata con acclamati bis dalla Vita è bella. C'è aria di festa e chissà che qualcuno non torni, poi, per Mozart, Beethoven, Brahms o Boccadoro. E se anche non torneranno, almeno una volta saranno comunque entrati a teatro e avranno ascoltato un'orchestra di qualità.

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