L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

De' lieti auguri

di Roberta Pedrotti

Hanno a malapena ottant'anni in tre, il direttore (Riccardo Bisatti) e i solisti (Matteo Torcaso e Giulia Alletto) del concerto con cui la Sinfonica G. Rossini festeggia il Carnevale di Fano e il "non compleanno" del Pesarese. Un programma festoso mette in luce promettenti qualità in evoluzione.

FANO, 21 febbraio 2025 - L'orchestra sinfonica G. Rossini, attivissima NOT (Nuova Orchestra Territoriale è la definizione ministeriale, benché la storia articolata delle compagini pesaresi non sia iniziata ieri e la Sinfonica stia festeggiando trent'anni di attività), non manca di celebrare il “non compleanno” dell'eponimo Pesarese insieme con il Carnevale di Fano con un concerto in doppia data nelle due città.

Il programma non può che puntare su un clima ironico e festoso, con brani tratti da opere buffe di Mozart e Rossini, ma anche da titoli più rari di Pietro Generali e dei marchigiani Spontini e Lauro Rossi.

L'impaginato è quantomai opportuno anche per la definizione dell'identità dell'orchestra, che pensiamo faccia un gran bene a puntare su pagine anche meno consuete a cavallo fra Settecento e Ottocento. Quest'anno, la scelta degli interpreti attrae parimenti l'attenzione e dopo la recente presenza di Enrico Lombardi a guidare un programma dedicato alla valorizzazione delle prime parti [leggi la recensione], sul podio troviamo ora Riccardo Bisatti, direttore ospite principale della Rossini. Inutile dire che è molto alta la curiosità per l'evoluzione di una giovanissima (classe 2000) bacchetta sempre più impegnata a ritmo serrato e in un repertorio assai ampio. Abbiamo la conferma che non si tratti solo di un talento naturale, di un istinto, ma anche di un musicista in progressiva maturazione. In occasione del suo precocissimo debutto in Don Giovanni, per esempio, si notarono, insieme con l'indubbio potenziale, alcune irruenze giovanili ancora un po' ingenue, per quanto d'effetto [leggi la recensione]. Ora, alle prese con la sinfonia e il duetto “Il core vi dono” da Così fan tutte, ci troviamo di fronte a un Mozart ben altrimenti ponderato. Forse, verrebbe da dire, perfino troppo misurato, tanto che la sensualità che dovrebbe ribollire nel gioco di seduzione fra Dorabella e Guglielmo stenta ad accendersi in un andamento estremamente rilassato. Una certa cautela, dettata anche dall'attenzione per le peculiarità di solisti e orchestra, si avverte, ma si apprezza, tuttavia, nell'ottica di una crescita progressiva e di un risultato sempre ben controllato, di un gesto preciso ed espressivo, di una già convincente fluidità dinamica e agogica evidente soprattutto nelle pagine strumentali (oltre alla sinfonia mozartiana si ascoltano quella dell'Italiana in Algeri e della Testa meravigliosa di Generali).

Il baritono Matteo Torcaso, trentunenne da pochi giorni, si presenta come Guglielmo (“Il core vi dono” e l'aria alternativa “Rivolgete a lui lo sguardo”), Don Magnifico (“Sia qualunque delle figlie”), Taddeo (il duetto “Ai capricci della sorte”), Nardullo (“Mentre io steva” dalla Fuga in maschera di Spontini) e Don Isidoro (il duetto “Amo sprezzato ed ardo” dalla Casa disabitata di Rossi) e si fa notare elemento pure degno di attenzione per il fraseggio chiaro, ben articolato, porto con voce ben sostenuta e timbrata. Un po' più acerba, nel controllo della coloratura e dell'emissione, appare invece Giulia Alletto, ma data la giovanissima età per un mezzosoprano (classe 1999) e l'impegno richiesto da programma (oltre ai citati duetti che la vedono come Dorabella, Isabella e Annetta, anche il rondò “Nacqui all'affanno” dalla Cenerentola) aspettiamo di riascoltarla e le auguriamo di mettere sempre più a frutto il timbro luminoso e la bella dizione.

Agli applausi del pubblico fanese (ma qualche parlata straniera attratta in città dal Carnevale si percepisce pure in sala) gli interpreti rispondono con un gradito fuori programma, “Dunque io son” dal Barbiere di Siviglia. Che sia, questo lieto congedo rossiniano, un buon viatico per un terzetto di giovani per i quali si auspica di cuore il miglior avvenire, facendo fiorire qualità già espresse e altre ancora in nuce.

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