L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Buon Compleanno Butterfly

25 luglio/ 1 – 8- 16- 24 agosto

L’anniversario dei 110 anni dalla prima dell’opera sarà celebrato con un nuovo allestimento che porta la firma di un grande protagonista della storia dell’opera italiana: Renzo Giacchieri a cui sono affidate scene, costumi e regia dello spettacolo. Sul podio alla testa dell’Orchestra e del Coro del Festival Puccini Josè Miguel Perez Sierra . Si alterneranno nel ruolo dell’eroina pucciniana tre straordinarie interpreti di questo personaggio: Micaela Carosi, Amarilli Nizza e Silvana Froli. Il tenore Rame Lahaj interpreta il ruolo di Pinkerton mentre Sharpless sarà Giovanni Meoni e Suzuki , Renata Lamanda.

Il nuovo allestimento di Madama Butterfly è realizzato in coproduzione con ABAO OLBE Asociación Bilbao de Amigos de la Ópera per la messa in scena nel febbraio 2015 presso il Teatro dell’opera di Bilbao con 5 rappresentazioni dello spettacolo.

“… Somiglio la Dea della luna …”

note di Renzo Giacchieri

E così torno a mettere in scena, dopo un quarto di secolo, Madama Butterfly nell’incanto di Torre del Lago in un nuovo spazio scenico ma sempre con l’emozione di sapere il Maestro dormiente per l’Eternità a cento metri di distanza. Anche in questa occasione ho mantenuto l’ispirazione ai grandi artisti giapponesi Hokusai e Horunohu e, per alcuni aspetti, al Teatro Kabuki (la pedana situata presso il proscenio, la presenza del Kuroko, movimenti tesi ed essenziali dei servi di scena). Desidero ringraziare Danilo Mancini per avere con passione e cura dei particolari collaborato alla realizzazione delle mie idee visive.

Si faranno probabilmente ancora sentire quei maestri di teoria che negano alla nostra Madama Butterfly la validità per una rappresentazione all’aperto. Ostinati e perdenti visto il successo del pubblico che si riscontra ogni qualvolta la si allestisca. Affermano alcuni che Butterfly è una tragedia intima, una sventurata storia d’amore tutta interiore e, soprattutto, basata su un solo personaggio, Cio-Cio-San, la farfalla. Dicono non esservi passioni violente come in altre opere del maestro Lucchese: Cio-Cio-San è una quindicenne dolce ed ingenua i cui atti la famiglia disapprova e che l’uomo in cui crede ciecamente tradisce col massimo cinismo. Già, ma per questa “tragedia intima” Puccini compose una musica stupefacente che supera le problematiche sopra descritte, e poi i riferimenti ad un mondo en plein air sono evidenti e dichiarati in momenti clou “… sotto il gran ponte del cielo …” “… Somiglio la Dea della luna che scende la notte dal ponte del ciel …”. Occorre altro?

Questa “tragedia giapponese” (come è indicato sul frontespizio della partitura) che, dopo le revisioni successive al non buon esito della “Prima Scaligera” ora ci arriva, sicuramente sovrasta, come dicevamo, tutte quelle valenze relative all’ambiente e alla descrizione minuziosa di un Oriente da cartolina.

Dunque “opera tragica” in cui il supremo Inganno operato da un occidentale nei confronti di una donna-bambina figlia di cultura a lui sconosciuta, fa giustizia del facile rapporto Puccini = musicista di vicende semplici, di vita vissuta al limite del sogno, in sintonia con gli umani sentimenti. No: Cio-Cio-San ha tutte le caratteristiche di un’antica eroina tragica che si ribella alla violenza su di lei – e su tutto ciò che lei rappresenta – perpetrata, con il gesto supremo. E con crudeltà tutta orientale (vero, principessa Turandot?).

E dunque tutto questo cercheremo di chiarire nella nostra proposta: far emergere gli aspetti più intensamente drammatici dell’Opera, il senso di desolazione di una vicenda d’amore (unilaterale) e di una morte colta nella sua nudità senza i veli di un oleografico Giappone odoroso di ciliegi in fiore e popolato di bamboleggianti finte geishe o i variopinti fondali di una linda casetta secondo le prescrizioni di un estetismo piccolo borghese rassicurante e consolatorio.

Non tema però lo spettatore che per avventura leggesse queste note prima della rappresentazione: i segni chiari, evidenti e puntuali del Giappone ci sono; come pure i segni delle due culture contrapposte ed inconciliabili (quel manipolo di marinai americani che accompagnano Pinkerton e che si comportano in un modo rozzo e banale).

Solo che qui la farfalla tradita non volerà verso un fondale dipinto, confondendo il suo sangue con il decoro laccato, ma libererà il suo dolore ancora vanamente cercando quel “fil di fumo” , volando sulle acque tranquille di Massaciuccoli così caro al Maestro, rendendosi in questo modo immortale .


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